di Redazione
27 luglio 2013
PESARO – E’ morto Giorgio De Sabbata, partigiano e politico italiano. Nato a Pesaro nel 1925, è stato parlamentare della Repubblica italiana per il Partito comunista per quattro legislature consecutive, dal 1972 al 1987, ricoprendo diversi incarichi parlamentari. Avvocato e insegnante, in precedenza aveva fatto parte del Consiglio regionale delle Marche (dal 1970 al ’72) dopo essere stato sindaco di Pesaro, la sua città, dal 1959 al 1970.
Camera ardente lunedì, nella sala Rossa del Comune di Pesaro, dalle 11 alle 15. Poi il feretro verrà posto sotto il loggiato del Comune, coi responsabili dell’Anpi a tenere per tutti un discorso commemorativo.
Il cordoglio di Ricci per la scomparsa del senatore Giorgio De Sabbata
“E’ estremamente difficile dire, così a caldo, cosa ci mancherà di più dopo la scomparsa di Giorgio De Sabbata – scrive il presidente della Provincia – De Sabbata è stato un punto di riferimento imprescindibile per molte generazioni di questa provincia e non solo. Partigiano, politico, sindaco, parlamentare, avvocato sono solo alcuni dei ruoli che negli anni ha ricoperto con grande capacità, onestà e acume intellettuale. Voglio solo ricordare l’ultimo regalo che volle fare a questo territorio impegnandosi oltremodo per celebrare la ricorrenza del 25 aprile dello scorso anno alla presenza del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano suo amico da sempre. Alla famiglia, alla Associazione nazionale partigiani, al suo partito e a quanti hanno avuto modo di conoscerlo ed apprezzarlo va, anche a nome dell’intera comunità provinciale, il mio più sincero cordoglio”.
Il cordoglio del sindaco Luca Ceriscioli
“Con Giorgio De Sabbata scompare la persona che più di ogni altra ha impersonato la storia civile, politica ed istituzionale di Pesaro negli ultimi 70 anni – scrive Luca Ceriscioli, il sindaco di Pesaro – Da partigiano combattente per liberare il nostro territorio, all’impegno nella vita politica e nelle istituzioni. Consigliere comunale, assessore dal ’51 al ’59, sindaco dal ’59 al 1970.
Difficile elencare tutti i grandi problemi di una città da ricostruire e in una fase di tumultuoso sviluppo che da assessore e da sindaco ha contribuito ad affrontare e risolvere. Ci fu una visione strategica del governo comunale che portò Pesaro ad essere un esempio di moderna amministrazione pubblica.
In quegli anni contribuì alla formazione di una nuova classe dirigente di amministratori pesaresi e maturò una grande competenza su tutte le questioni istituzionali e del sistema delle autonomie. Dal ’70 al ’72 in consiglio regionale fu un protagonista della definizione dello Statuto della neonata Regione. In Parlamento, dal ’72 al 1987 ebbe sempre ruoli di primo rilievo: Questore del Senato; sempre un riferimento importante nelle commissioni per gli Affari Istituzionali. Stimato autonomista, fu per molti anni Presidente Nazionale della Lega delle Autonomie Locali. A livello internazionale è stato un membro importante del Consiglio d’Europa e del CPLRE per il quale ha diretto diverse missioni nei paesi di nuova democrazia per verificare la situazione degli enti locali.
Dal 1996 al 2001 è stato il Difensore Civico regionale delle Marche. Sempre a fianco degli amministratori locali per affrontare questioni istituzionali/legali. Indimenticabile il sostegno delle istituzioni musicali pesaresi: era lui sindaco quando si decise di avviare, attraverso la Fondazione Rossini, l’edizione critica delle Opere del grande musicista; sempre attivo per risolvere i problemi della Fondazione e del Conservatorio Rossini.
La sua figura si può riassumere così: un grande pesarese del secondo ‘900, un grande Sindaco, uno dei politici più stimati a livello nazionale ed europeo. Il nostro cordoglio nei confronti anche dei suoi famigliari deve tradursi nell’impegno a riempire questo grande vuoto ed a fissare per sempre nella storia della città la sua memoria”.
Il pianto dell’Anpi di Pesaro e Urbino
“Giorgio de Sabbata si è spento oggi dopo una lunga serie di infortuni e malattie che l’avevano fortemente debilitato – lo piange l’Anpi Pesaro-Urbino, l’Associazione nazionale partigiani d’Italia della nostra provincia – Era nato a Pesaro il 3 luglio del 1925. Nella frequentazione del Liceo Ginnasio Mamiani abbracciò la causa dell’antifascismo a seguito dell’influenza esercitata su di lui dal prof. Vitaliano Settembrini e dal suo amico e compagno Claudio Cecchi. Non ancora diciottenne aveva disobbedito al Bando Graziani per la chiamata alle armi nella RSI abbracciando contestualmente la causa della Resistenza, distinguendosi subito nella battaglia di Vilano (Cantiano) avvenuta il 25 marzo 1943. In quell’occasione, dopo 9 ore di durissimo combattimento, i partigiani della V Brigata Garibaldi Pesaro erano riusciti a sganciarsi infliggendo al nemico gravi perdite. Nell’immediato dopoguerra aderì al PCI, fu assessore nelle giunte Fastigi, divenendo poi sindaco a sua volta. La sua esperienza di primo cittadino durò dal 1962 al 1970. Nel corso della sua sindacatura Pesaro ebbe il suo primo PRG, dandosi un respiro europeo con la Mostra del Nuovo Cinema e il gemellaggio con Lubiana, in ricordo della cooperazione italo-iugoslava nata sui monti tra il Catria e il Nerone nel corso della nostra breve, ma durissima esperienza resistenziale. Il suo impegno nel PCI l’aveva poi condotto alla Regione Marche (1970) quindi in Parlamento, prima alla Camera, dove aveva stretto un legame di sincera amicizia con il suo capogruppo Giorgio Napolitano, e poi al Senato. Cessata anche l’esperienza parlamentare aveva ricoperto l’incarico di difensore civico prima in Regione e quindi nella nostra città.
Negli ultimi tempi, unitamente all’amico di sempre Claudio Cecchi, si era dedicato completamente all’ANPI, assistendo l’attuale presidente nel momento del cambiamento di statuto (2006) e contribuendo in modo decisivo alla ricostruzione e allo sviluppo della Associazione, svolgendo opera diuturna di sensibilizzazione e informazione nelle scuole e in molti importanti eventi pubblici. L’ANPI Pesaro-Urbino ricorda con affettuosa gratitudine la sua opera intelligente di politico e amministratore pubblico, il suo altissimo senso del dovere, la sua straordinaria intransigenza e severità morale, la sua completa e disinteressata dedizione alla causa della diffusione della cultura della Resistenza e della Costituzione italiana, unendosi in un abbraccio ideale ai figli Paolo e Andrea e all’intera famiglia.
Lascia una risposta