di Redazione
14 settembre 2013
Mentre il PDL si prepara a chiudere il conto alla rovescia che dovrebbe portare alla rinascita di Forza Italia, il suo leader Silvio Berlusconi ha pensato bene di continuare la sua marcia verso l’annullamento degli effetti legati all’esito della sentenza Mediaset con una decisione destinata a far discutere.
Con un’improvvisata ai banchetti allestiti dai Radicali durante sabato 31 agosto, Berlusconi ha infatti scelto di raggiungere Marco Pannella per consegnare il suo più totale supporto all’iniziativa referendaria radicale e firmare a sostegno di tutti i quesiti proposti.
Probabilmente spinto dalla speranza di portare alle urne il referendum della “giustizia giusta” che propone la separazione delle carriere tra pubblici ministeri e magistrati oltre all’introduzione della responsabilità civile per i rappresentanti del potere giudiziario, l’ex Presidente del Consiglio ha scelto di blindare il popolo radicale dalla sua parte anche a costo di andare contro delle leggi approvate durante i suoi governi.
Tra i quesiti per i quali è partita la raccolta delle firme ci sono infatti due evergreen delle battaglie Radicali che vanno in aperto contrasto con l’azione degli esecutivi in passato guidati da Silvio Berlusconi e – viene da dire – anche la parte più conservatrice del suo elettorato.
Due anni dopo aver accusato l’allora candidato a Sindaco di Milano di SEL Giuliano Pisapia, accusandolo di volere “la liberalizzazione delle droghe, le moschee in ogni quartiere” e di avere un mente un progetto per una “Milano città aperta ai clandestini e ai campi rom”, Silvio Berlusconi ha sorprendentemente deciso di firmare a favoredell’abolizione del reato di clandestinitàe della legalizzazione delle droghe leggere, tra l’altro in un periodo nel quale l’acquisto online dei semi di canapa sta riscontrando un rilevante successo.
Giustificando la sua decisione sostenendo un principio mutuato da Voltaire che lo vedrebbe indossare i panni nobili di chi si dice pronto a battersi per il rispetto delle idee altrui, quali che queste siano, il leader dello schieramento di centrodestra italiano ha dunque aperto alla presentazione di un quesito che, qualora dovesse passare, aprirebbe al consumo regolarizzato dallo Stato italiano.
In aperta contraddizione con le iniziative prese in passato a firma di Gianfranco Fini e Carlo Giovanardi – ai quali si deve una legge del 2006 che ha cancellato la divisione tra droghe leggere e pesanti oltre all’istituzione di un dubbio Dipartimento per le Politiche Antidroga – Berlusconi avrebbe dunque accettato di tornare sui suoi passi pur di aiutare il quesito sulla magistratura ed aprire ad un nuovo settore che potrebbe presto rendere nomi di banche di semi come Dinafem e Kannabia di uso assolutamente comune.
Stesso discorso anche per la questione immigrazione, campo nel quale la firma al quesito referendario dei radicali è il primo passo per l’abolizione dell’ormai celebre legge Bossi-Fini che istituì il reato di immigrazione clandestina ed inasprì le pene previste per chi dovesse tentare di entrare illegalmente all’interno dei confini italiani.
Tags: berlusconi, canapa, droghe leggere, Giustizia, legalizzazione, Pannella, Radicali, referendum
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