3 ottobre 2013
PESARO – Ore di fibrillazione per il popolo biancorosso, in ansia come un padre fuori dalla stanza di un ospedale nell’attesa di conoscere il sesso del nascituro e di sapere se il parto è andato bene e finalmente potrà conoscere direttamente il figlio e dargli un nome appropriato. Ed è proprio il nome che i tifosi pesaresi stanno aspettando, quello da dare alla Vuelle, quello che le verrà dato dal famoso primo sponsor inseguito fin dai primi di luglio, ma che sembra ancora in attesa dell’esame del dna. Per saper se la VL è veramente figlia sua e riconoscerla come tale, contribuendo agli alimenti per farla crescere forte e sana, senza grossi problemi per farla arrivare in salute al primo anno di vita, sapendo quello che costano i dottori, per farla guarire da malaugurati malanni che la sfortuna le potrebbe portare durante la stagione.
In realtà i probabili padri sono due, come nelle famiglie moderne, con quello proveniente da San Marino che ha fatto un piccolo passo indietro, ma è sempre bendisposto a fare il proprio dovere, anche se dalla parte della madre non tutti sono convinti delle sue buone intenzioni e capacità di mantenere la creatura, mentre per trovare il benefattore più grosso la Vuelle si è dovuta spostare fino al Nord Italia, perché a Pesaro non ha trovato nessuno disposto a prendersi la responsabilità di far crescere la nuova nipotina, dopo che “nonno” Scavolini ha ceduto il passo dopo 38 anni di onorato servizio.
Finite le metafore, torniamo alla cruda realtà, quella che vede il telepass di Ario Costa bollente a forza di girare l’Italia per cercare di convincere i dirigenti delle aziende interessate a mettere nero su bianco, dopo aver passato ore al telefono e davanti al computer a sfornare numeri e dati per tranquillizzarli sulla bontà dell’operazione.
Non ripeteremo la lista dei candidati, già fatta la settimana scorsa, per non intralciare sul più bello il buon esito della trattativa, ma ci permettiamo di fare un piccolo appunto sulla situazione abbonamenti: a tutt’oggi il conteggio ufficiale sforna la cifra 1.811, più i circa 300-350 provenienti dai club organizzati, con un plauso per l’iniziativa dei Bees che riempiranno il settore L8 con un centinaio di ragazzini festanti con tamburi e sciarpe per avvicinare anche i più giovani al palazzo. Operazione che non porterà tanti soldi alle casse biancorosse (30 euro per ogni bambino), ma parecchio entusiasmo, quello che non sembrano aver capito in largo Ascoli Piceno è che la mancanza dello sponsor è il motivo principale per cui gli indecisi non hanno ancora rinnovato la loro tessera e che appena verrà annunciato ci saranno sicuramente 200-300 abbonamenti in più. Un segnale forte come una nuova sponsorizzazione, se poi fosse biennale ancora meglio per far intravedere un progetto anche per il futuro, non darebbe più alibi agli indecisi perché onestamente 200 euro, tranne casi particolari che rispettiamo, non sono una cifra impossibile da spendere per un’attività ludica annualmente.
Una volta annunciato lo sponsor, la premiata ditta Costa-Cioppi potrebbe contattare direttamente tramite mail o cellulare i circa 600-700 (rispetto ai paganti dell’anno scorso) che non hanno rinnovato l’abbonamento e spiegargli che a Pesaro il basket è sempre vivo, magari claudicante, ma ancora in grado di suscitare emozioni. Quota 2.500 si potrà raggiungere solamente con il sospirato annuncio della nascita del pargolo… non fateci aspettare troppo in sala d’attesa, per favore.
Tags: Ario Costa, basket, pesaro, ricerca, sponsor, stefano cioppi, vuelle
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