7 ottobre 2013
PESARO – La Vuelle comunica che la risonanza magnetica cui è stato sottoposto questa mattina il giocatore Andrea Traini dopo l’ infortunio subito nel corso dell’allenamento di sabato, ha evidenziato la “distorsione al ginocchio destro con stiramento del legamento crociato anteriore”. I tempi di recupero sono valutabili in 4/5 settimane. Scongiurato, come aveva anticipato lo stesso giocatore, un intervento o un recupero più difficile”.
Così, riportando il comunicato diffuso lo scorso 2 settembre dalla Victoria Libertas, annunciavamo, tutto sommato meno preoccupati, la notizia che l’infortunio occorso, sabato 31 agosto, al giovane playmaker era meno grave di quanto temuto.
Trentacinque giorni dopo…
“La Vuelle comunica che l’artroscopia effettuata oggi sul ginocchio del giocatore Andrea Traini ha evidenziato una “lesione meniscale e una nuova rottura del legamento crociato anteriore”. Il dottor Raul Zini, nel corso dell’intervento, ha corretto la lesione meniscale e ricostruito il legamento crociato. Sei mesi i tempi di recupero. La società, i compagni di squadra e tutto lo staff augurano ad Andrea una completa guarigione”.
Come è possibile che la “distorsione al ginocchio destro con stiramento del legamento crociato anteriore” diagnosticata lo scorso 2 settembre sia diventata, oggi, “una nuova rottura del legamento crociato anteriore”?.
Diamine: cosa è accaduto durante la fase di riabilitazione e recupero? E’ vero che – restando al basket e ai playmaker – Derrick Rose, il campione dei Bulls ha saltato un’intera stagione e i precedenti playoff, ma, appunto, anche negli Stati Uniti ci si interrogava, legittimamente, sul perché. E qualcuno arrivava addirittura a insinuare che la soglia del dolore di Rose fosse vicina allo zero. Facile parlare se si rompono gli altri.
Nel caso di Traini, le risonanze a cui è stato sottoposto sono state addirittura due. Impossibile credere che non sia stata vista una rottura. E’ probabile che possa essere arrivata durante la rieducazione, che il giocatore e il procuratore hanno voluto svolgere all’Isokinetic di Bologna. Ma non certo per colpa del centro specializzato felsineo e del suo personale. Il caso, anzi la sfortuna.
In primis per il ragazzo, che se tutto è stato casuale ha una sfiga incredibile; poi per la squadra, che deve fare i conti con un’assenza che durerà – se i tempi saranno rispettati – sei mesi, con un ruolo particolarmente delicato al momento scoperto, anche se la speranza è di riavere presto Pecile, che stasera sarà sottoposto a ecografia.
La società – con le dichiarazioni di Ario Costa – aveva smentito la ricerca di un altro giocatore. A questo punto è impossibile non ingaggiare un playmaker. Pur con il budget limitato a disposizione, non si può affrontare il campionato con il solo Pecile, peraltro alle prese con qualche inaspettato guaio muscolare.
La sensazione è che si possa andare su un playmaker straniero, senza mutare la composizione della squadra (5+5). Per farlo, però, sarebbe necessario “tagliare” Hamilton e ingaggiare un giocatore italiano nel ruolo. Chi? Saperlo… A meno che non si lasci tutto così e si tenti – è il primo nome che viene in mente, visto l’ingaggio impossibile di Peppe Poeta – di riportare in Italia Maestranzi, che non è certo uno che si accontenta di pochi dollari.
Una cosa è certa: il brindisi in programma martedì, alle ore 19, nell’Istituto Alberghiero S. Marta – G. Branca, una sorta di Open Day della Vuelle con i tifosi in una scuola sempre molto attenta alle altre realtà cittadine rischia di essere mesto. Non potrebbe essere altrimenti. Nella stagione più difficile da tanti anni a questa parte, la VL meritava migliore fortuna. Ma se – come si dice sempre – alla fine i conti si pareggiano, c’è da attendersi che la sorte, finora cattiva, abbia un’inversione di rotta.
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