Documentario, messa a suffragio e tanto altro: domenica Candelara ricorda don Nicola Alegi, suo parroco per 50 anni

di 

11 ottobre 2013

Monsignor Nicola Alegi

Monsignor Nicola Alegi

CANDELARA – La Pro Loco di Candelara, il Comune di Pesaro, il Consiglio di Quartiere n.3 delle Colline e dei Castelli, la parrocchia di Santo Stefano e Santa Maria dell’Arzilla si ritrovano insieme domenica 13 ottobre per ricordare e celebrare la figura di monsignor Nicola Alegi, in occasione della chiusura del centenario della sua nascita. Sarà una mattinata piena di eventi per ricordare questo sacerdote che è stato per cinquant’anni parroco di Candelara. Alle ore 11.30, presso la pieve di Santo Stefano, si terrà l’evento più importante della giornata: la Santa Messa a suffragio di monsignor Alegi, al termine della quale verrà intitolato ufficialmente al sacerdote il largo antistante la Pieve alla presenza del sindaco di Pesaro Luca Ceriscioli e del dottor Luciano Baffioni Venturi.

La figura di don Nicola tutt’oggi è indelebile tra gli abitanti di Candelara: non solo per lo zelo pastorale nella sua missione di parroco, ma soprattutto per le iniziative a favore dei giovani nell’aiutarli ad apprendere un mestiere attraverso la creazione di una scuola di falegnami per i ragazzi, e per le ragazze il sostegno alla scuola di tessitura e cucito gestita dal Pio Sodalizio delle Artigiane Cristiane. Proprio a quest’ultima esperienza il giovane regista candelarese Adriano Razzi, su invito della Pro Loco di Candelara, ha realizzato un cortometraggio con la collaborazione di Rocco Cavallo (immagini e fotografia), Alberto Oliva (musica), Alessandro Guidotti (voce narrante), Antonia Proietti (lavoro di ricerca storica e interviste) e Lucilla Giorgi (referente del progetto Artigiane Cristiane per la Pro Loco), che sarà proiettato alle ore 10.30 presso l’oratorio della parrocchia di Candelara, alla presenza del regista. Il documentario non intende tracciare una storia minuziosa di questa attività ma si focalizza su alcune testimonianze, tra le quali quelle delle poche maestre rimaste ancora in vita. Esso vuole portare lo spettatore a riflettere sull’eccezionalità di questa impresa. È possibile attualizzare un’esperienza simile e farla diventare uno strumento utile per una crescita formativa delle nuove generazioni?

Tags: , , ,

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>