di Redazione
13 ottobre 2013
Andrea Cecconi*
COLBORDOLO – L’11 settembre 2013 ha avuto inizio l’iter burocratico che porterà alla fusione tra i Comuni di Colbordolo e Sant’Angelo in Lizzola, dando origine ad un unico Ente di circa 15.000 abitanti. La riuscita di questa operazione eviterà la soppressione di molti servizi di base che, altrimenti, le due singole Amministrazioni non sarebbero in grado di garantire.
La fusione, infatti, oltre a mirare ad una razionalizzazione delle strutture e dei servizi e ad un conseguente risparmio di risorse, consentirà al nuovo Ente di beneficiare di importanti incentivi statali.
L’ordine di grandezza è di qualche milione di euro, tanto più che il nuovo Comune sarà esonerato dal Patto di Stabilità per i primi tre anni di vita.
Il MoVimento 5 Stelle, su questi presupposti, non può che considerare l’iniziativa meritoria, nonostante vi siano una serie di criticità che ostano alla concessione di un indiscusso sostegno.
Innanzitutto, giova ricordare il contesto istituzionale che ha originato la fusione. Tale processo, infatti, vede la sua genesi nella preesistente “Unione Pian del Bruscolo”, ufficialmente costituitasi nel 2003. L’Unione attualmente gestisce in forma associata i servizi scolastici, la Polizia Municipale, le Attività Economiche e tutta una serie di altri servizi per i cinque Comuni che la compongono: Colbordolo, Monteciccardo, Montelabbate, Sant’Angelo in Lizzola e Tavullia.
Viene naturale, alla luce di ciò, interrogarsi sulle motivazioni che hanno condotto alla fusione solo due dei cinque Enti sopracitati. Quali sono le logiche di ripartizione delle risorse su cui si svilupperà il progetto di fusione? Allo stato attuale non è dato saperlo.
In merito, il M5S ha chiesto alle Amministrazioni coinvolte maggiori dettagli, specie per quanto riguarda l’utilizzo degli incentivi, l’ordine di priorità che orienterà l’agire del nuovo Ente e le modalità di impiego delle risorse umane e di quelle immobiliari già a disposizione dei due Comuni. Purtroppo, però, non è stata fornita alcuna risposta agli interrogativi proposti.
Posto che poi, stando a quanto dichiarato dal “Comitato del SI”, vi sia la ferma intenzione di far sì che il “Novo Comune” veda la luce entro l’inizio del prossimo anno, il M5S si trova costretto a constatare una grave carenza di informazione della popolazione, la quale avrà un ruolo decisorio subito dopo che Regione e Provincia avranno dato parere favorevole. È, infatti, di planare evidenza, purtroppo, che gran parte dei cittadini non sia nemmeno a conoscenza del progetto, nonostante l’avvicinarsi della data del referendum. In proposito, da sempre, il M5S sostiene a ragione che la mancanza di informazione porti inevitabilmente ad una scarsa trasparenza, condizione insostenibile perché si possa dare sostegno al progetto.
Per quanto, infatti, il M5S sia in linea di massima fortemente a favore della fusione, rimangono una serie di punti imprescindibili per cui lo stesso possa fornire, così come preteso, il proprio sostegno politico.
Siamo la prima forza politica della provincia e non ci fidiamo dei progetti fumosi a firma PD che fino ad ora hanno solo portato all’assegnazione di benefici ai soliti noti.
È contrario alla nostra filosofia fornire sostegno politico alla cieca, a progetti composti solo di slogan accattivanti.
Perciò, ferma restando la nostra buona fede ed assoluta disponibilità, insistiamo nel richiedere i chiarimenti doverosi del caso cui, eventualmente, potrà far seguito il nostro sostegno, debitamente motivato.
*Cittadino Portavoce Andrea Cecconi, Gruppo Parlamentare MoVimento 5 Stelle, Camera dei Deputati
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