Il senso dell’uguaglianza a Pesaro. La mail di un nostro lettore

di 

18 novembre 2013

da un nostro lettore, che si firma Boris, riceviamo e pubblichiamo un interessante punto di vista.

L’editoriale del prof. Vittorio Ciarrocchi sulla pagina locale del Carlino di ieri è condivisibile. “Non è vero che siamo tutti uguali”. Vero è che il secondo comma dell’art. 3 della nostra Costituzione recita: “E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale che, limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana …”. Dopo 65 anni di Repubblica ha stravinto il teatrino della politica e, di conseguenza, dell’ipocrisia. Andiamolo a dire agli “ultimi” di Pesaro che, sempre più numerosi affollano la mensa della caritas, che sono stati rimossi gli ostacoli di ordine economico! Andiamolo a chiedere a Don Marco Di Giorgio che dirige la Mensa ODA della nostra città! Disoccupati, immigrati, divorziati, cassa integrati ed esodati stanno diventando una vera e propria classe sociale, quella dei diseredati! I poveri stanno bussando alle nostre porte nelle forme più varie, dalla richiesta di sussidi alla richiesta di elemosina e dalla protesta individuale alla delinquenza. Dobbiamo giungere dalla solidarietà assistenziale ed ipocrita alla “solidarietà liberatrice” che produce diritti, allarga le opportunità di partecipazione. La solidarietà assistenziale, la cosiddetta carità, nella maggior parte dei casi si avvicina all’elemosina. Ecco cosa dobbiamo chiedere ai nostri rappresentanti politici. I nostri governanti, i parlamentari, i presidenti di regione, i sindaci ed i consiglieri devono mettere in atto provvedimenti che si ispirino al principio di eguaglianza. Come facciamo ad obbligarli ad un concetto di solidarietà che miri allo sviluppo dell’uomo integrale (corpo, mente e spirito)? Con la partecipazione, con lo sviluppo delle idee e con l controllo democratico. Allora invitiamo, per esempio, il nostro Sindaco a rendere pubblici gli obiettivi ed i risultati dei dirigenti comunali. I cittadini pesaresi potrebbero, anche in questo modo, conoscere il “progetto politico” della nostra amministrazione. Potrebbero controllare lo “stato dell’arte” amministrativo, suggerire modifiche al programma e, in una parola: “partecipare”. Giorgio Gaber, in una delle sue tante canzoni lungimiranti, sosteneva che “libertà è partecipazione”. I mezzi di informazione, la stampa e le radio locali dovrebbero sostenere questo processo.

 

 

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