Centottanta pezzi per i Musei Civici: donazione della famiglia Vinciguerra

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19 novembre 2013

ALFIERI_PRESS_ collezionePESARO – Anche i normali cittadini amanti dell’arte possono contribuire alla conservazione del ricco patrimonio artistico-culturale dell’Italia, a trasmettere ‘il bello’ alle nuove generazioni, a sviluppare ‘la cultura della conoscenza’ anche nelle città di provincia. E’ con queste premesse che i Musei Civici di Pesaro si arricchiscono di una donazione di circa 180 pezzi raccolti durante tutta una vita dal professor Adalberto Vinciguerra e la moglie Anna Maria Miele, appassionati collezionisti soprattutto di vetri rari. Il posto d’onore spetta ad un prezioso vaso di porcellana di Gio’ Ponti, “La passeggiata archeologica”, ambito da molti musei di tutto il mondo, tra cui quello delle Arti decorative di Parigi, il Victoria and Albert di Londra, il Royal Ontario Museum di Toronto. Si tratta di un’urna bianca con decorazioni in oro, porpora e grigio realizzata per la Richard Ginori nel 1925 di cui esistono pochi pezzi e disegni. Una cista simile fu battuta nel 2005 da Sotheby’s per 78.000 euro, quella esposta nella mostra che si apre il 21 dicembre al piano nobile di Palazzo Mosca fu donata nel 1938 dai suoi ufficiali al padre del prof. Vinciguerra, il maggiore pilota Giuseppe Vinciguerra, comandante dell’aeroporto di Pisa.

La donazione comprende una ricca collezione di vetri rari, molti degli anni ‘20/’30, corredati dalla relativa bibliografia, quadri d’autore, mobilio, che verranno dapprima esposti al piano nobile di Palazzo Mosca nella mostra che si aprirà il 21 dicembre, per poi essere trasferiti in tre sale del primo piano per la sistemazione museale definitiva. Tra le altre opere particolarmente degne di nota due rarissimi vetri di Vittorio Zecchin eseguiti tra il  1921-22, quando Venini e Cappellin fondarono la loro fornace. Esposti alla Biennale di Venezia e a Monza, segnarono una svolta nel design. Rari anche per il colore oggi difficilmente riproducibile, i vasi di Napoleone Martinuzzi, che fu scultore per il Vittoriale di D’Annunzio, il piatto di Carlo Scarpa, dalle tonalità uniche. Un olio di Ivo Pannaggi esempio del secondo futurismo degli anni ’30, uno di Pietro Frajacomo, una gouache di Enrico Prampolini degli anni ’30, già pieno astrattismo, un piccolo olio di Silvestro Lega, uno di Giacomo Favretto e uno di Niccolo’ Cannicci sono tra i quadri che andranno ad ornare le pareti delle sale definitive che l’assessore alla Cultura del Comune di Pesaro, Gloriana Gambini, vorrebbe intitolare “Salotto ‘900″.

Non nasconde di sperare in future donazioni, come Anna Maria Miele. “Abbiamo vissuto solo dei nostri stipendi rinunciando al superfluo – dice – speriamo che il nostro desiderio di condividere l’arte e il bello invogli i più benestanti a separarsi da qualche oggetto di valore”.

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