Papa Francesco e Giorgio Napolitano: percorsi diversi, intenti comuni

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19 novembre 2013

Papa Francesco e Giorgio Napolitano (foto tratta da www.quotidiano.net)

Papa Francesco e Giorgio Napolitano (foto tratta da www.quotidiano.net)

La visita di Francesco al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha fatto emergere il valore del Bene comune che può essere perseguito parimenti sia da chi è impegnato in campo ecclesiale sia da chi interpreta l’impegno per la “res publica” come servizio al Paese e al prossimo. Una visita condita da un discorso sintetico ma denso di contenuti attuali, un’agenda di impegni valida sia per chi governa lo Stato che per chi “pasce” la Chiesa. A far riflettere sono le figure di questi due anziani signori che in un momento storico nel quale non ci sono più figure di riferimento sufficientemente riconoscibili e apprezzate, calamitano l’attenzione con gesti pacati e discorsi chiari e incisivi. Esempi da ascoltare evitando di aggiungere troppe parole. Basti pensare che, è soprattutto il caso di Francesco, quando in situazioni informali si comincia a parlare di politica (quella dei partiti) in tanti, anche persone non di Chiesa, sbottano dicendo: “Ma perché invece di perdere tempo a parlare di Tizio e Caio, non parliamo un po’ di Papa Francesco?”. Battute più serie di quanto si pensi. Cercando di risparmiare le parole mie per dare spazio a quelle del pontefice, riporto un estratto del dscorso fatto da Francesco al Quirinale: “Tante sono le questioni di fronte alle quali le nostre preoccupazioni sono comuni e le risposte possono essere convergenti. Il momento attuale è segnato dalla crisi economica che fatica ad essere superata e che, tra gli effetti più dolorosi, ha quello di una insufficiente disponibilità di lavoro. E’ necessario moltiplicare gli sforzi per alleviarne le conseguenze e per cogliere ed irrobustire ogni segno di ripresa. Il compito primario che spetta alla Chiesa è quello di testimoniare la misericordia di Dio e di incoraggiare generose risposte di solidarietà per aprire a un futuro di speranza; perché là dove cresce la speranza si moltiplicano anche le energie e l’impegno per la costruzione di un ordine sociale e civile più umano e più giusto, ed emergono nuove potenzialità per uno sviluppo sostenibile e sano. Al centro delle speranze e delle difficoltà sociali, c’è la famiglia. Con rinnovata convinzione, la Chiesa, continua a promuovere l’impegno di tutti, singoli ed istituzioni, per il sostegno alla famiglia, che è il luogo primario in cui si forma e cresce l’essere umano, in cui si apprendono i valori e gli esempi che li rendono credibili. La famiglia ha bisogno della stabilità e riconoscibilità dei legami reciproci, per dispiegare pienamente il suo insostituibile compito e realizzare la sua missione. Mentre mette a disposizione della società le sue energie, essa chiede di essere apprezzata, valorizzata e tutelata”.

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