Il candidato sindaco Massimo Fresina presenta la sua lista: “Nessun politico, solo gente innamorata di Pesaro”

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24 novembre 2013

PESARO – Dottor Massimo Fresina, la sua candidatura a sindaco di Pesaro è stata inattesa e fuori dagli schemi di partito. Cosa l’ha smosso, da una vita tranquilla da dirigente della sanità, per arrivare a questa decisione?

 

Massimo Fresina

Massimo Fresina

“Gli elementi sono tanti. A partire da una vita spesa nell’ambito della sanità pubblica prima ospedaliera e poi territoriale. Vita tutt’altro che “tranquilla” dovendo combattere e fare scelte determinanti sulla salute e la vita delle singole persone in ospedale e poi, nel territorio, sulla salute della comunità mediando anche tra interessi molto diversi ma tenendo la barra dritta a difesa della salute delle persone.

Al proposito, lasciatemi sfatare un luogo comune: quello della fatica e dell’usura dei nostri politici per il carico di responsabilità e per il peso, anche sulla coscienza, delle scelte cui sono chiamati. Non temete, non fanno nessuna fatica e non hanno bisogno di nessuna preparazione, basta osservarne il livello culturale e l’assoluto rifiuto a scegliere nonché le difficoltà che fanno ad andarsene. Altri sono quelli che faticano davvero e si assumono vere responsabilità, che vorrebbero dai politici esempio di capacità, dedizione, moralità e spirito di servizio.

Questo è il contesto e questa è l’evidente necessità di impegnarsi da parte mia”

 

Una candidatura che andrà a scontrarsi con partiti e candidature. In cosa la differenza con gli altri?

 

“La mia non sarà una lista come le tante altre: non mi interessa il 2 o il 3 per cento e, alla fine, un posto da consigliere. Senza i partiti, ma aperta a tutti, sarà una lista che dovrà aggregare i tanti che aspirano ad un cambiamento effettivo di facce e scelte per una città nuova fino a prenderne la direzione e a migliorarla con il metodo del coinvolgimento e della trasparenza (se è vero che vogliamo cambiare… altrimenti vorrebbe dire che va bene così).La mia lista nulla ha a che fare con la ragnatela di interessi e di sottogoverno che in più di 60 anni ha avvinghiato la città”.

Si dice che, per vincere a Pesaro, si debba comunque avere radici a sinistra. Lei ha una storia socialista, potrebbe servire  o pensa ad altre posizioni?

 

“Per quanto mi riguarda non si tratta di radici a sinistra utili nella gara politica. Si tratta di radici nell’egualitarismo, nella giustizia sociale, nel pensiero libero che non possono non dare buoni frutti. Tanti si possono riconoscere in questa idealità, dalla sinistra al popolo di Papa Francesco”.

 

Comprende bene che la sua discesa in campo andrà  a scontrarsi con i poteri forti delle amministrazioni uscenti e con una comodità acquisita del voto. Cosa e come si pone in questo scontro? non ha paura?

“La paura non è mai buona consigliera e “il coraggio se uno non ce l’ha non se lo può dare”. Dopo di che so bene con chi mi dovrò scontrare, conosco bene la loro forza e ho consapevolezza che contano sulla comodità e le abitudini degli elettori. Ma tra quelli che non vanno a votare più quelli che votano in bianco più quelli che annullano la scheda si raggiunge un numero spaventoso, spesso inoltre tra questi ci sono anche i migliori che hanno perso la fiducia e la motivazione. Allora non penso allo scontro coi poteri forti e alla paura, penso invece a tutti quelli che hanno perso fiducia e motivazione e conto su di loro. Il loro impegno assieme al risveglio di coloro che si sono seduti sulla noia è la mia forza anche perché la mia non è una protesta ma una proposta. Se poi questi poteri forti dovessero veramente provare a “punirmi“ per essere stato così presuntuoso, vorrà dire che, in assoluta trasparenza e condivisione con i miei sostenitori, troveremo la forza per affrontarli e sconfiggerli”.

 

Sarà, la sua, una lista con volti nuovi o ci saranno facce conosciute della politica?

“Sarà una lista di tutte persone nuove, metà donne e metà uomini, scelte in trasparenza e condivisione, per competenza, merito, esperienza, coinvolgimento emotivo, tra tutte le realtà che compongono il variegato mondo della nostra città. Niente facce conosciute della politica, solo persone innamorate della città: e non sarà facile farle venire in mostra e coinvolgerle, anche se sono tante, perché bisognerà in primis aprire il canale della fiducia e della speranza presentandosi con una faccia pulita e credibile. Questa mia candidatura, ancora prima che una vera candidatura, è un interrogare la città per coglierne l’impatto e l’accoglienza, e fin’ora ho raccolto solo tante manifestazioni di stima e spinte ad andare avanti”.

 

 

 

 

6. Guidare un Comune come Pesaro, cosa vorrebbe fare nei primi 100 giorni?

 

I primi 100 giorni serviranno, e speriamo che bastino, per frantumare ed eliminare la ragnatela di interessi e di sottogoverno che ingessa la città e le taglia le ali per una giusta crescita culturale, civile ed economica.

Bisogna aprire le finestre e fare entrare aria nuova. Via il vecchiume di più di 60 anni, via vecchie presidenze, consigli, commissioni, prebende, consulenze, collaborazioni, intrecci che servono solo per mantenere clientele e privilegi a politici incompetenti e profittatori.

Sarà dura, ma una squadra compatta e trasparente ce la può fare, certo col sostegno della città.

 

 

 

 

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