Jeremy Burgess non ci sta e attacca Valentino: “Sono preoccupato, rischia di andare oltre i suoi limiti”

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24 novembre 2013

La lingua batte dove il dente duole. Jeremy Burgess, a distanza di qualche settimana dalla fine del mondiale 2013, non ha ancora digerito il fatto che Valentino Rossi gli abbia dato il benservito a Valencia (ricordiamo che noi di pu24.it siamo stati i primi al mondo a dare la notizia con il mitico Maurizio Bruscolini). E per esternare il suo pensiero, ha deciso di affidare al sito francese Gp-Inside i suoi pensieri.

Burgess e Valentino

Burgess e Valentino

Le nostre considerazioni? La prima, più schietta e immediata: se lo conosciamo bene quando Valentino leggerà queste righe, per prima cosa inizierà a … toccarsi. Geremia sembra perdere la lucidità necessaria per rispondere con calma alle domande. Dà sfogo a quel rancore che covava dentro da quando mister 46 gli aveva dato il benservito.

Dire che Valentino rischia e rischierà (da oggi in poi) non solo non è bello, ma è anche il modo migliore per passare alla storia come un capo tecnico menagramo. E il modo peggiore per lasciare un pilota che per 14 anni ha avuto fiducia in te e che non si merita di essere trattato in questo modo. E continuare a rimarcare che “quei tre” (Marquez, Pedrosa e Lorenzo) hanno qualcosa in più di Valentino è oltremodo ingiusto.

Il nostro pensiero, età a parte, è che se Burgess si fosse impegnato un po’ di più in questa stagione invece di convincersi sempre di più che Valentino non è più in grado di vincere, magari le cose sarebbero andate un po’ meglio.

Altra considerazione: Rossi ha tutto il diritto di provarci ancora. Se uscirà vincitore, saremo tutti contenti e celebreremo ancora una volta la sua grandezza. Altrimenti pazienza, vorrà dire che la carta d’identità è un documento spietato, perché ti sbatte in faccia la dura realtà del tempo che fugge. E comunque: essere ancora, a 34 anni, tra i primi 4 piloti al mondo dopo aver vinto 9 titoli mondiali ed essere entrati nella leggenda del motociclismo è una cosa semplicemente grandiosa. Solo i prossimi anni diranno se qualcuno potrà avvicinarlo.

L’impressione è che possa farlo Marquez che ricorda Valentino per grinta e aggressività. Di certo non lo avvicinerà Pedrosa (28 anni, neppure un mondiale vinto in MotoGp sino ad ora) potrà farlo Lorenzo, ma dovrà impegnarsi in un’impresa ai limiti dell’impossibile.

Per il resto noi restiamo in attesa di vedere nascere un altro campione tutto italiano. Siamo stati abituati bene negli anni passati, abbiamo allevati campioni a ritmo serrato (Capirossi, Biaggi, Melandri, Rossi, Simoncelli per citarne alcuni), poi la vena si è esaurita. Speriamo di tornare in vetta di nuovo. Anche perché di sentire tutte le domeniche suonare l’inno spagnolo, francamente ci siamo un po’ stufati… Vero? Ed ora ecco le “esternazioni” di Burgess.

Valentino esulta: a quando la prossima volta?

Valentino esulta: a quando la prossima volta?

Jeremy, lo ammetta: è stata una decisione dura, quella presa da Valentino.
“Sì, al momento è stato un vero shock. Ho letto un sacco di biografie e sapevo che questo momento può accadere, anche se non me lo aspettavo. So che gli atleti, quando si avvicinano alla fine della loro carriera, sono spesso tentati di cambiare allenatore. Un amico, Darren Cahill, era stato reclutato da Andre Agassi: il cambio non portò alcun effetto. Nel caso di Valentino lui crede che un cambiamento possa riportarlo ai vertici. Sa di correre un grosso rischio, ma ha bisogno di provare qualcosa. Da questo punto di vista, e con la mia esperienza, capisco quello che sta cercando di dimostrare. Se funziona, sarà perfetto. Ciò significa che questo è ciò di cui aveva bisogno e sarò felice per lui. Se non funziona, farà parte di quelle cose che aveva bisogno di provare. Qualunque cosa accada sarà una cosa buona, perché fornirà risposte precise”

E pensa che ci riuscirà?
“Posso semplicemente dire che me lo auguro per lui. Noi in Australia diciamo che l’istinto di conservazione inizia a influenzare il cervello all’età di trent’anni, ed è quando si diventa più vulnerabili. Lo si vede in tutti gli sport”.

Se Valentino vincerà in Qatar la prima gara del 2014, come vivrà quel momento?
“Sarei ovviamente molto felice, tanto quanto lo sono stato quest’anno ad Assen. Ma il vero problema non è quello di vincere in Qatar, ma di essere costanti nel corso delle 18 gare. Forse è proprio questo il problema per i piloti che hanno più anni di anzianità. I 4 migliori piloti di quest’anno, cioè Marquez, Lorenzo Pedrosa e Valentino hanno avuto su di loro una pressione pazzesca, però Valentino non è mai stato abbastanza vicino ai primi 3. Guardate l’ultima gara di Valencia. Durante la quarta sessione di prove, Valentino è stato più veloce in alcuni tratti del circuito. Poi, 15’ più tardi , in qualifica, gli altri erano in grado di migliorare di 3/10, noi solo di un millesimo. Il motivo? Quei tre hanno qualcosa in più…”

Valentino non era in Yamaha gli anni scorsi. La M1 pare sia stata fatta più per Lorenzo che per Rossi, cosa ne pensa?
“Le M1 sono identiche, ma in sella ci sono piloti con i loro difetti e le loro qualità. Se Valentino fosse stato un giovane pilota, avrebbe corso come Jorge. Quando abbiamo lasciato la Ducati, abbiamo lavorato molto sulle regolazioni, alla Yamaha hanno cercato di riprodurre le caratteristiche della M1 con cui abbiamo guidato nel 2010 e ha funzionato in Qatar per la prima gara. Il problema è che in realtà non abbiamo capito perché aveva funzionato così bene. La moto andava bene anche a Assen, ma negli altri Gp abbiamo perso un sacco di tempo per trovare nuove soluzioni. Credo che questo, gradualmente, abbia portato Valentino a perdere la sua strada e noi con lui. Cercava sensazioni che aveva conosciuto in passato. Invano. Durante gli ultimi 8 Gp siamo tornati alle basi gestite da Jorge, ma quando confrontavamo i tempi sul giro Lorenzo era generalmente 4/10 più veloce di noi. Se fossimo riusciti a capire ciò che ci mancava avremmo fatti risultati migliori. Ma niente dura per sempre nella vita di un uomo. Una porta si chiude, un’altra si apre. Io non ho assolutamente perso la mia passione per tutto ciò che accade nel paddock”

Burgess

Burgess

Dalle sue risposte, si ha la sensazione che si senta sollevato dalla decisione presa da Valentino, sbagliamo?
“In un certo senso sì. Sono ovviamente ancora molto preoccupato per la sicurezza del mio pilota. Ho visto troppi orribili incidenti e so benissimo che se Valentino dovesse rimanere gravemente ferito, la gente chiederebbe subito “Perché non si è fermato prima?”. Rendere a Graziano e Stefania, i suoi genitori, un Valentino in perfetta salute, per me è un sollievo. Soprattutto dopo aver vissuto il dramma di Mick Doohan, non ho assolutamente voglia di riviverlo. Quando sento che Valentino vorrebbe provare a fare qualcosa di cui, penso, non sarà più capace di fare, allora mi preoccupo. Lui è convinto di poter diventare ancora campione del mondo… e ammiro questa sua convinzione. Ma io non sono un uomo di fede. Quando qualcuno mi dice “Posso farlo”, rispondo: Fammi vedere che tu lo puoi fare. Valentino non è stato in grado di dimostrarlo. Avete visto: ci prova, fa tutto ciò che può, ma lo fa perché esce dalla quella che io chiamo “zona di comfort “, mentre Marco e Lorenzo non escono mai. Valentino ha costruito il suo successo rimanendo sempre in quella zona, adesso non è più così. Fateci caso: cambiano i circuiti ma nella lista trovate sempre gli stessi 4 nomi, con Crutchlow che solo occasionalmente si è inserito. E le classifiche dicono Marquez, Lorenzo Pedrosa e poi Valentino, che dà il massimo, ma arriva da una lunga carriera e ormai ha 34 anni”.

Quindi crede che potrebbe lasciare la sua “zona di comfort” per entrare in una “zona di pericolo”?
“Non voglio parlare di “zona di pericolo”. Sappiamo che gli sport motoristici sono pericolosi perché non è possibile spostare un corpo a quelle velocità senza rischiare. L’importante è fare tutto con lo spirito giusto. Barry Sheene disse una volta: “Più continui a inanellare giri su giri e più probabilità hai di essere coinvolto in un incidente serio”. Noi abbiamo fatto in modo che tutto andasse liscio, ma tutti i piloti devono consapevoli di ciò che fanno in ogni momento, dando sempre il 100%. Se mancherà anche una sola frazione di questo 100%, il risultato non arriverà mai e allora è giunto il momento di ringraziare tutti coloro che ti circondano e di ritirarsi, lasciando il ricordo del grande campione che sei. Qualunque sport pratichi (calcio, baseball, cricket, basket) ogni atleta deve, ad un certo punto della sua carriera, avere il coraggio di prendere questo tipo di decisione. Non so se Valentino deve prendere questa decisione ora, ma dovrà farlo un giorno o l’altro”.

Quali sono state le reazioni degli altri membri del team Yamaha?
“Ho parlato con alcuni di loro e sono ancora scioccati da questa decisione. Tuttavia, quando si ha un pilota come Valentino, il dovere è di fare l’impossibile per lui, per raggiungere lo scopo e siamo tutti ansiosi di sapere cosa accadrà. Sappiamo che la moto è in grado di vincere gran Premi, basta vedere i risultati del compagno di box. E’ auspicabile che Valentino trovi le giuste motivazioni per vincere nel 2014. Quest’anno avete visto come sono andate le cose: molti di loro hanno avuto incidenti anche gravi. Noi siamo riusciti a evitarli, eppure siamo finiti al 4° posto. Quei tre là, Lorenzo, Marquez e Pedrosa, sono semplicemente formidabili”.

5 Commenti to “Jeremy Burgess non ci sta e attacca Valentino: “Sono preoccupato, rischia di andare oltre i suoi limiti””

  1. Bta scrive:

    Una “Gufata” davvero incredibile quella del tecnico che dimostra quanto abbia patito il distacco e anche il modo in cui è avvenuto. Forse il divorzio andava gestito meglio, però fuor di metafora l’australiano dice anche delle cose giuste quello che colpisce è la “poca eleganza” con cui le dice….

  2. JOE BAR scrive:

    Il prossimo anno tutti ci auguriamo di ascoltare l’inno nazionale fino alla noia.
    Tutti ci auguriamo che Valentino possa lottare costantemente con i propri rivali, sopravanzandoli, senza uscire dalla propria “zona di confort”.
    Tutti i motociclisti italiani si augurano che possa arrivare anche il decimo titolo mondiale.
    Questa si chiama fede che, nonostante il nostro Dante Alighieri definisca “sostanza di cose sperate”, nessuno può toglierci.
    Burgess, come San Tommaso, racconta i fatti che sono incontrovertibili ed aggiunge una cosa che condivido appieno e cioè che con Galbusera “Qualunque cosa accada sarà una cosa buona, perché fornirà risposte precise”.

  3. SMANETTONE scrive:

    Verissimo, ” Qualunque cosa accadrà……..”

  4. guido scrive:

    Da buon australiano non poteva che dire le cose come stanno;e’ vero che il buon Valentino continua a trovare un ‘attenuante dietro l’altra da qualche anno e dopo una stagione come questa(diciamolo che tutti si aspettavano ben altro e pure lo stesso Valentino ) non rimaneva che liquidare Burgess…..chi sara’ il prossimo??? Non so voi ma, io creo che Jeremy un occhiatina alle telemetrie l’abbia data e qualche comparazione con Lorenzo l’abbia fatta…..Il problema e’ uno solo; se Vale vuole continuare a correre senza grandi traguardi puo’ farlo ancora per anni ma, se l’idea e’ di vincere mondiali aiaiaaiiii meglio una decorosa resa perche’ ad incaponirsi, si finisce come dice Burgess…………

    Sara’, ma da Mugello 2010, Rossi non e’ piu’ stato competitivo pe il Mondiale….sara’ un caso???????

  5. gigio scrive:

    Analisi spietata quella di Guido e sono convinto che una occhiatina alla telemetria Burgess l’abbia data ma… l’ha fatta vedere anche a Vale? Forse no perchè alcuni hanno bisogno vicino a loro solo di yes man…

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