Pietro Matteucci, Franco Ferri, Paolo Cappelloni: un trio esilarante alla “Butega dle parol”

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2 dicembre 2013

Da sinistra PIetro Matteucci, Paolo Cappelloni, Franco Ferri

Da sinistra PIetro Matteucci, Paolo Cappelloni, Franco Ferri

PESARO – Il pubblico presente ieri sera alla “Butega dle parol” ha potuto sollevare il proprio animo dalle fatiche e preoccupazioni quotidiane; si è molto divertito! Pietro Matteucci, Franco Ferri e Paolo Cappelloni hanno formato un trio dialettale esilarante. Hanno fatto divertire anche uno spettatore d’eccezione come Carlo Pagnini, da tanti considerato l’erede del poeta Odoardo Giansanti (il Pasqualon di tutti i pesaresi). I tre attori hanno “calzato” i loro personaggi esaltandone gli aspetti caratteriali. Hanno proposto la lettura di poesie, monologhi e sketch di vari autori. Ecco come si è svolto il programma della loro serata:

1 – L’ispirasion – (Giacomo Gabbianelli)

            2 – L’ultima ilusion – (Franco Ferri)

            3 – Solamènt un giogh – (Paolo Cappelloni)

            4 – A teatre – (Paolo Cappelloni)

            5 – Preghìra del Bsarés – (Paolo Cappelloni)

            EL SUICIDI – (Pietro Matteucci)

            6 – La scazutèda – (Giacomo Gabbianelli)

            7 – Abbasso i critici – (Pasqualon)

            8 – Felicità – (Franco Ferri)

            9 – La parola Amor – (Paolo cappelloni)

            DAL BARBIR – (Paolo cappelloni)

            EL MADON – (Pietro Matteucci)

            La Procession – Alessandro Procacci

Il pubblico è stato coinvolto emotivamente e si sono divertiti tutti, attori e spettatori. Fra gli spettatori, anche la figlia di Alessandro Procacci, l’indimenticabile poeta e uomo di teatro. La signora Procacci si è particolarmente emozionata durante la lettura della “Procession”, la famosissima storiella scritta dal padre. E’ il dialogo fra due popolane, la Marietta e la Santena, mentre assistono e “partecipano” alla processione per San Terenzio, santo e protettore della nostra città. Bravi, bravi, bravi, questi tre talenti e portenti naturali del palcoscenico. Speriamo di rivederli presto insieme per farci di nuovo ricordare le radici della nostra pesaresità.

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