Faccia a faccia tra Lucia e i tre accusati del suo agguato. La famiglia Varani propone un primo risarcimento: un appartamento

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9 dicembre 2013

L'esterno del Tribunale questa mattina

L’esterno del Tribunale: Siamo tutte parte lesa

PESARO – Udienza tecnica a porte chiuse (come previsto dal codice di procedura penale) del processo a carico di Luca Varani e dei due sicari accusati dell’agguato a Lucia Annibali, nominata poche settimana fa da Napolitano Cavaliere delle Repubblica. I tre imputati hanno chiesto rito abbreviato condizionato dall’ascolto di alcuni consulenti e dalla presa d’atto di alcuni nuovi documenti. Con Varani, i due albanesi Rubin Ago Talaban e Altistin Precetaj. Varani risponde di tentato omicidio, stalking e lesioni gravissime. Rubin Ago Talaban è invece accusato di essere il sicario che ha materialmente lanciato l’acido contro Lucia Annibali, Altistin Precetaj è accusato di aver preparato l’agguato e di aver atteso fuori dalla casa il complice. Il gip Mauro Di Palma ha negato il rito abbreviato condizionato: il 21 febbraio inizierà. il processo. Tutta presenta la famiglia Annibali: per la prima volta Lucia e i tre puntati si sono rivisti in faccia. La famiglia Varani avrebbe proposto un primo risarcimento: un appartamento di proprietà della stessa famiglia Varani. Un cambio significativo dopo i tanti no.  Tanti applausi fuori dal tribunale per Lucia, accompagnata dai suoi genitori Luciano e Maria Grazia e al fratello Giacomo. Un cartello: Siamo tutte parte lesa. L’avvocato Francesco Coli, costituitosi parte civile, ha dichiarato a stampa e tv: “Lucia è stata più forte con l’essere qui del male che le è stato fatto”.

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