di Romano Zoli
12 dicembre 2013
In questi ultimi giorni si fanno sempre più concrete le voci circolate sul salvataggio di Banca Marche e dei suoi 40.000 azionisti, composti per la quasi totalità da piccoli risparmiatori marchigiani, da parte di banca INTESA/San Paolo (e della collegata Banca dell’Adriatico).
La conferma è stata data dal Governo che ha appena varato una nuova norma che consente la rivalutazione delle quote possedute dalle Banche azioniste nel capitale della Banca d’Italia.
Le quote così rivalutate saranno incluse nel patrimonio di vigilanza delle banche, un provvedimento questo che accresce il patrimonio delle banche – in una fase in cui si avvicinano gli stress test 2014 e la vigilanza unica europea da parte della BCE – sull’adeguatezza del capitale e sulla capacità di affrontare rischi di perdite.
Banca Marche infatti ha un sua quota come azionista nel capitale di Banca d’Italia pari al 0,82%, come iscritto a bilancio 2012, per un valore di circa 6.800 euro.
Con la nuova rivalutazione tale quota, da oggi, varrà 60 milioni di euro.
Ma questi fondi, piovuti dal cielo senza colpo ferire , non basteranno a coprire le perdite che si aggirano come noto attorno al 1 miliardo di euro.
Infatti la stessa Banca d’Italia, nella sua relazione di pochi giorni fa sull’Economia delle Marche, ha evidenziato che l’aggiornamento congiunturale sulla ripresa sembra ancora lontano – considerando il calo nel secondo semestre del 2013 del 7,7% nel settore delle costruzioni con prospettive pessimistiche a breve termine – un’ulteriore criticità questa che rischia ovviamente di pesare sul portafoglio crediti dell’istituto marchigiano, la cui esposizione nel settore edilizio è come si sa notevole.
La nuova norma del governo, ed è qui che entra in gioco il salvataggio di Banca Marche, prevede inoltre l’obbligo per gli azionisti (Banche) di possedere una quota di Banca Italia non superiore al 5%; tutto quello in eccesso potrà essere ceduto a: banche, assicurazioni italiane, fondazioni bancarie, enti ed istituti di previdenza italiana e fondi pensioni.
E qui il Governo ha ben pensato di trovare velocemente una scorciatoia: la norma prevede che ad acquistare le quote in eccesso sia in un primo momento la stessa Banca d’Italia, la quale potrà successivamente stipulare contratti aventi ad oggetto le medesime quote in eccesso, al fine di favorire il rispetto dei limiti di partecipazione al proprio capitale.
INTESA ha il 42,4% delle quote di Banca d’Italia (maggior azionista) e dovrà scendere al 5% , vendendo entro 2 anni il suo 37,4% alla stessa Banca d’Italia; è grazie a questa plusvalenza (tra 1,8/ 2,8 miliardi) che le quote in eccesso di INTESA costituiranno la ciambella di salvataggio di Banca Marche.
INTESA possiede infatti già il 5,84% di Banca Marche, e non è un caso che in questi giorni si stiano sostituendo i vertici; sono già arrivati nuovi dirigenti di lungo corso, provenienti tutti da INTESA, che stanno occupando ruoli chiave in prospettiva della NUOVA Banca Marche.
Tags: autonomia, Banca Marche, Intesa, salvataggio
Adesso abbiamo un quadro più chiaro, o meglio abbiamo capito quale sarà “la ciambella di salvataggio” della banca. Non ho depositati molti soldi in banca marche, gùho un “librettino” al portatore con qualche decina di migliaia di euro e chiedo: posso stare tranquillo?
Grazie per la risposta che attando con ansia.
……a prescindere dalla sicurezza ( su cui ci sarebbe da discutere, ma sarebbe troppo complicato), non terrei mai “qualche” decina di migliaia di euro su libretto al portatore.
Buona serata!
Caro Giorgio, caro lettore..
ritengo che non ci siano particolari problematiche; la situazione più passa il tempo e più sta diventando sotto controllo; le banche in generale cercano di risintonizzarsi sulla lunghezza d’onda dei risparmiatori, affinchè si percepisca una ritrovata fiducia, che per le note vicende di “crisi” è andata smarrita.
Ma allora non c’è bisogno che i soldi li metto sotto il materasso? Posso stare tranquillo che i risparmi di una vita non vadano in fumo?
P.S.: complimenti per la nuova rubrica
Caro Piero, caro lettore,
direi di no, che non c’è nessun bisogno di metterli in altri posti..
è vero che si sta facendo pulizia.. e questo può “alzare un pò di polvere”..
ma ricordiamoci che dove esistono forti presidi territoriali locali esistono,
perchè necessarie allo sviluppo e al sostentamento dell’economia,
sportelli banca di piccole e medie dimensioni..
e anche loro hanno dipendenti e famiglie correlate..
è oggi più che mai nell’interesse di Tutti che i tuoi risparmi di una vita rimangano intatti e lontano dalle speculazioni.
Ero tentato di portare via il mio conto corrente da Banca Marche, ma ho 60anni e da sempre vado nella stessa filiale, per me è ormai come una casa, cambiano gli impiegai, i direttori ma io vado sempre lì. Mi hanno detto che posso stare tranquillo…. e sono tranquillo perchè ultimamente sono andato un poco in rosso e dopo una vita sto usando il fido.
..alcuni economisti dicono che è imprescindibile in un economia capitalistica come la nostra che esista chi fà i debiti e chi ha crediti..
sarà capitato magari anche a lei a volte facendo la spesa di avere dei bonus su alcuni prodotti, poi da rispendere in un secondo momento..
ok questo può essere un credito; a quel credito corrisponde un debito dell’Ipermercato verso il cliente su quel prodotto.
Caro Gianni , siamo in un libero mercato..
utilizzare il fido non è reato, a volte è necessario;
ma ricordiamoci che ci vuole sempre qualcuno che lo conceda, valutandoci.. non c’è nessun obbligo ‘sociale’ da parte della banca a concederlo.
a presto
Complimenti per questa nuova rubrica! Se ne sentiva la necessità. Le banche dovrebbero prendere esempio da questo spazio per dialogare con i clienti offrendo così un’occasione per informare,tranquillizzare e riprendere un po’ più credibilità. Per quanto riguarda BdM e altri Istituti concordo pienamente con Romano Zoli: il sistema del credito non si può permettere il panico e quindi anche le banche in difficoltà saranno aiutate. Forse con una maggiore trasparenza e una migliore comunicazione molti equivoci potrebbero essere superati ridando slancio alla raccolta perchè la peggiore soluzione è quella di mettere i soldi nel materasso. In quel modo si bruciano in poco tempo!
caro Luca non so cosa tu faccia nella vita, ma trovo le tue parole piene di buon senso, Io per lavoro mi occupo di “cose” finanziarie e credo che Zoli abbia scritto cose importanti spiegando “cose” che non avevo ancora letto da nessuna parte trovandole, da addetoo ai lavori, molto interessanti, Saluti a tutti