Fano, rivedere subito la suddivisione del Piano Regolatore. Le imprese “Ridurre i comparti attualmente previsti dal Piano”

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13 dicembre 2013

FANO – Per le imprese dell’edilizia ma anche per molti cittadini occorre rivedere il Piano Regolatore e riconsiderare le stime edificatorie che attualmente non rispettano gli attuali valori di mercato. La CNA di Fano segnala in particolare la difficile situazione relativa ai terreni edificabili e alle relative imposte a cui questi sono soggetti.

 

“Un problema – affermano Alessandra Benvenuti, responsabile territoriale della CNA di Fano e Fausto Baldarelli, responsabile di CNA Costruzioni – che coinvolge sia gli imprenditori, sia i privati cittadini che si rivolgono quotidianamente ai nostri uffici”.

 

Ma c’è un problema a monte. Secondo il presidente della CNA di Fano, Marco Rossi, infatti: “La suddivisione del Piano regolatore della città è avvenuta esclusivamente per grandi lotti. Una scelta che le imprese ritengono sbagliata e che, in questo momento di crisi, non rende assolutamente commerciale la vendita dei terreni. Ogni terreno infatti ha dei vincoli edificatori (opere di urbanizzazione pubbliche e private come strade; impianti fognanti e piazze). Si tratta di vincoli che comportano grossi investimenti per chi vuole costruire. Investimenti costosi che oggi come oggi nessuno riesce a sostenere poiché le uniche e poche richieste in questo momento, sono indirizzate alla costruzione di case bifamiliari piuttosto che a palazzi o grandi edifici come invece è previsto nell’attuale Piano Regolatore”. “Per questo – secondo Rossi – occorre ridurre i comparti per rendere più commerciabili i terreni e per far fronte alle richieste già esigue del mercato. Richieste che tra l’altro sono quasi esclusivamente indirizzate piccole costruzioni e case bifamiliari”. C’è poi il problema delle stime edificatorie. Per il presidente CNA “Prima il terreno era considerato, un bene, un investimento, un’opportunità economica; ora invece, ed in particolare a Fano, è diventato qualcosa di cui sbarazzarsi. E questo soprattutto a causa della crisi, della paralisi del mercato immobiliare, del blocco del mercato edilizio. Ma anche dei criteri di tassazione comunale che su questi terreni viene applicato (piccoli appezzamenti di terreno adibiti ad orti che vengono tassati come edificabili), ma soprattutto la cartografia urbanistica dell’attuale Piano regolatore che, come detto, è diviso solo in grandi comparti”.

 

“A queste condizioni viene meno ogni tipo di investimento – aggiungono Baldarelli e Benvenuti – che segnalano come le stime di mercato fatte dal Comune non rispettino i reali valori di mercato reale. E infatti sui parametri errati decisi dall’Amministrazione comunale che l’ente concessionario dei tributi calcola le tasse. Un esempio? Un terreno viene stimato dal Comune a circa 50 euro al metro quadro mentre economicamente (stando agli attuali valori di mercato ne vale sì e no 10), ed anche a 10 non si vende. Si pagano dunque delle tasse su un’illusoria vendita appesantendo cittadini e imprese”.

 

“Chiediamo all’assessore e alla intera Amministrazione comunale – conclude il presidente Rossi – di rivedere innanzitutto i lotti edificatori e di rimodularli in base alle esigenze di mercato e dunque renderli più piccoli e di rivedere al più presto le stime edificatorie relative ai terreni e modificare su questi anche i tributi ed i criteri sanzionatori. La Gpa (l’ente concessionario dei tributi), attualmente applica le sanzioni a cittadini e imprese su valori di mercato sovra-stimati. E questo, per cittadini e imprese è francamente inaccettabile”.

 

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