di Redazione
15 dicembre 2013
Papa Francesco ha pubblicato lo scorso 8 dicembre il suo primo Messaggio per la giornata mondiale per la pace, un testo denso di “calore umano” che si evince già dalla lettura del titolo e dei primi capoversi: si parla infatti della fraternità come fondamento e via per la pace, un concetto che – conoscendo il carisma di Francesco – segnerà il percorso pastorale del prossimo anno. E’ infatti ripartendo dalla fraternità, e quindi dallo “spirito di Assisi” lanciato nel 1986 da Giovanni Paolo II, che è possibile analizzare criticamente le derive che sta causando la globalizzazione, fenomeno incontrollato e quindi soggetto a strumentalizzazioni di varia natura.
Approfondendo il concetto di fraternità come chiave di dialogo interno alla Chiesa cattolica, tra Chiesa e altre confessioni religiose e – in generale – tra Chiesa e società civile (e viceversa), viene introdotto il tema della “comunione d’intenti” quantomai necessario in questa fase storica di grandi e repentini mutamenti sociali. Si passa dal mito della globalizzazione al più accorto studio delle modalità di glocalizzazione, ovvero di trasferimento nei contesti sociali locali delle tematiche globali. E’ quel “pensare globale, agire locale” che finora è stato un semplice slogan e che d’ora in poi dovrà essere un riferimento di pensiero inequivocabile. Il testo del Messaggio è reperibile su www.vatican.va, ma ne riporto un estratto che sintetizza quanto già espresso, dandogli maggiore chiarezza d’intenti: “La fraternità è una dimensione essenziale dell’uomo, il quale è un essere relazionale. La viva consapevolezza di questa relazionalità ci porta a vedere e trattare ogni persona come una vera sorella e un vero fratello; senza di essa diventa impossibile la costruzione di una società giusta, di una pace solida e duratura. E occorre subito ricordare che la fraternità si comincia ad imparare solitamente in seno alla famiglia, soprattutto grazie ai ruoli responsabili e complementari di tutti i suoi membri, in particolare del padre e della madre. La famiglia è la sorgente di ogni fraternità, e perciò è anche il fondamento e la via primaria della pace, poiché, per vocazione, dovrebbe contagiare il mondo con il suo amore. Il numero sempre crescente di interconnessioni e di comunicazioni che avviluppano il nostro pianeta rende più palpabile la consapevolezza dell’unità e della condivisione di un comune destino tra le nazioni della terra. Nei dinamismi della storia, pur nella diversità delle etnie, delle società e delle culture, vediamo seminata così la vocazione a formare una comunità composta da fratelli che si accolgono reciprocamente, prendendosi cura gli uni degli altri. Tale vocazione è però ancor oggi spesso contrastata e smentita nei fatti, in un mondo caratterizzato da quella globalizzazione dell’indifferenza che ci fa lentamente abituare alla sofferenza dell’altro, chiudendoci in noi stessi. In tante parti del mondo, sembra non conoscere sosta la grave lesione dei diritti umani fondamentali, soprattutto del diritto alla vita e di quello alla libertà di religione. Il tragico fenomeno del traffico degli esseri umani, sulla cui vita e disperazione speculano persone senza scrupoli, ne rappresenta un inquietante esempio. Alle guerre fatte di scontri armati si aggiungono guerre meno visibili, ma non meno crudeli, che si combattono in campo economico e finanziario con mezzi altrettanto distruttivi di vite, di famiglie, di imprese. La globalizzazione, come ha affermato Benedetto XVI, ci rende vicini, ma non ci rende fratelli. Inoltre, le molte situazioni di sperequazione, di povertà e di ingiustizia, segnalano non solo una profonda carenza di fraternità, ma anche l’assenza di una cultura della solidarietà. Le nuove ideologie, caratterizzate da diffuso individualismo, egocentrismo e consumismo materialistico, indeboliscono i legami sociali, alimentando quella mentalità dello scarto, che induce al disprezzo e all’abbandono dei più deboli, di coloro che vengono considerati inutili. Così la convivenza umana diventa sempre più simile a un mero do ut des pragmatico ed egoista”.
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