di Redazione
16 dicembre 2013
PESARO – Giovedì 19 dicembre, alle ore 11, nel corso di una conferenza stampa che avrà luogo presso la sede della Biblioteca Oliveriana, verrà illustrato il programma delle iniziative che la Fondazione Scavolini ha in corso per la valorizzazione del patrimonio storico-culturale del territorio pesarese.
La prima iniziativa, giunta a conclusione, è relativa al restauro della Tabula Fabrorum, una epigrafe bronzea del III secolo, conservata presso il Museo Archeologico Oliveriano. Il reperto costituisce un raro documento della vita sociale della Pisaurum romana, e venne ritrovato nel 1880 durante scavi presso il Palazzo Barignani. L’epigrafe contiene infatti la deliberazione con la quale il “Collegium Fabrorum”, la corporazione che riuniva gli artigiani dediti alle lavorazioni del legno e dei metalli, cooptano fra i propri patroni due illustri personaggi di rango senatorio. La data della deliberazione, deducibile dal testo dell’epigrafe, è il 5 gennaio 256.
Il manufatto, di grande importanza per la storia della Pesaro romana, si trovava da tempo in stato di conservazione assai precario; la Fondazione Scavolini ne ha promosso e finanziato il complesso e lungo restauro che è stato recentemente terminato e ne ha curato il nuovo allestimento.
La seconda iniziativa, anch’essa attinente al patrimonio archeologico del territorio, si inserisce nella vicenda delle indagini archeologiche condotte recentemente nel corso dei lavori per la realizzazione della III corsia dell’autostrada A14. In tale occasione sono ripresi gli scavi nel sito delle necropoli picene poste sulle pendici della collina di Novilara, già parzialmente indagate fra la fine dell’Ottocento e il secolo scorso e dalla quale vengono i corredi funerari e le celebri stele conservate presso il Museo Archeologico Oliveriano.
Nell’ambito delle nuove ricerche, condotte su una delle necropoli antiche, è stato rinvenuto un ampio numero di nuove sepolture databili al periodo fra l’VIII e il VII secolo a.C.
A seguito di una sollecitazione giunta dalla Soprintendenza ai beni archeologici delle Marche, la Fondazione ha deciso di procedere ad un’iniziativa volta al restauro di cinque fra i più significativi corredi funerari ritrovati in questa occasione. Il restauro è in corso e terminerà nella primavera del 2014.
La terza iniziativa investe recupero dell’antica chiesetta di Santa Veneranda. Si tratta di un piccolo edificio in mattoni con campaniletto a vela, detto la Pieve Vecchia, simbolo della frazione in cui sorge; venne eretto nel 1607 ed è collegato ad un arco in muratura che segnala l’accesso all’abitato. Al suo interno è ancora presente un ricco apparato decorativo. In primo luogo un elaborato altare con decori architettonici in legno e stucco, che incornicia al centro un affresco quattro-cinquecentesco, qui trasportato da una scomparsa celletta.
La chiesa è dedicata ad una santa il cui culto è popolare fra le popolazioni slave e la sua presenza è probabilmente connessa all’immigrazione slava e balcanica che ebbe luogo nel XV secolo verso le Marche; testimonia verosimilmente l’esistenza di una comunità di dalmati, insediata appunto nella località chiamata Santa Veneranda.
Dopo l’erezione di una nuova sede parrocchiale avvenuta nel 1972, la vecchia chiesetta è stata lentamente abbandonata ed è sopraggiunto il degrado, recentemente favorito anche dalle vibrazioni prodotte dal traffico e dagli urti degli autocarri con la struttura dell’arco a cui la chiesa è collegata.
Con l’obiettivo di salvaguardare questa importante testimonianza storica, elemento di identità del contado pesarese e insieme espressione di religiosità popolare, la Fondazione Scavolini ne ha avviato il recupero. Esaurita la fase di progettazione dell’intervento e di ottenimento delle autorizzazioni, si apre in queste settimane il cantiere per la realizzazione dei diversi interventi di consolidamento murario e pulizia previsti.
Il recupero del complesso dovrebbe esaurirsi entro l’anno 2014.
Pur rivolte a opere e manufatti del tutto diversi, le tre diverse iniziative confermano quella strategia di attenzione per il patrimonio storico del territorio pesarese che la Fondazione Scavolini persegue sin dalla sua creazione.
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