Elezioni Pesaro 2014, Fresina si presenta: “Massone come Garibaldi, socialista come Pertini: ecco come sarà la mia città aperta”

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19 dicembre 2013

PESARO – “Sì, sono iscritto alla Massoneria. E allora? Essere massone non significa compiere reati. Ai tempi di Oriano Giovanelli sindaco organizzai a Pesaro un incontro pubblico della Massoneria. E partecipò anche il Comune con il vicesindaco”. Risposta chiara. Come un altro concetto: “Io vado a sinistra, lo dice la mia estrazione socialista pertiniana e la mia vicinanza alle parole di Papa Bergoglio: togliere le vecchie incrostazioni ed essere vicini alla gente”. Ecco il dottor Massimo Fresina, 64 anni da poco compiuti, attuale direttore del Dipartimento di prevenzione dell’Asur, già dirigente e poi primario di Medicina del Lavoro e direttore del Dipartimento di prevenzione della Zona Territoriale N.1: oggi ha presentato  ufficialmente, e spiegato nel dettaglio, la candidatura a sindaco di Pesaro con una lista civica da lui formata.

Fresina durante la presentazione

Fresina durante la presentazione

“Voglio partecipare alla battaglia per arrivare ad avere il nuovo sindaco di Pesaro – ha spiegato, dopo aver anticipato nei giorni scorsi la sua volontà con una serie di comunicati -. Volevo fare un sondaggio nella città per capire se questa iniziativa poteva trovare consenso: l’ho avuto. Credo allora che si possa partire formalmente. Ci sarà una lista civica a mio nome, ma non ha ancora un nome definitivo. I concetti sono questi: Pesaro città aperta, solidale, connessa, giusta. Concetti importanti per le necessità di questa città. La prima iniziativa? Nei primi 100 giorni riportare lo schema di reti di interessi. Nel senso: non c’è stato cambiamento della classe dirigente, da anni sono sempre gli stessi. Negli anni ’70, col sindaco Stefanini, c’erano stati momenti di massima altezza a Pesaro. Però poi, dopo Stefanini, le cose sono andate scivolando via. La situazione non è più sostenibile. La crisi ha contribuito: non possiamo risolverla a Pesaro e non riguarda solo Pesaro, ma la crisi si è inserita in un tessuto con i soliti noti che decidono per tutti, senza connessione e dialogo con la città, con i cittadini, con chi ha energia utile da inserire. E se non c’è questo la città sprofonda”.

Il concetto ribadito da Fresina: crisi più mancanza di partecipazione uguale difficoltà. Serve connessione con i cittadini.

“Io vengo dal mondo di sanità, io amo Pesaro, sono nato e vivo a Pesaro: spero di poter dare un contributo per migliorarla. Ma guardiamo la sanità: stiamo solo perdendo pezzi. Mi ricorda la sanità della Calabria, Puglia e Sicilia: dove il ministero manda soldi e le Regioni distribuiscono ad altre i pazienti regioni per farli curare. Da Pesaro c’è stata una fuga in altre regioni, specialmente in Lombardia: questo ci costa 40 milioni all’anno. Sta succedendo come al sud. I bilanci sono in pareggio, dicono, ma io li guarderei meglio. E comunque il pareggio è stato costruito sui tagli al personale e servizi, creando circolo vizioso: riduciamo, la gente va fuori e noi paghiamo agli altri. Se invece i soldi fossero rimasti in casa? Potevamo usarli per costruire un ospedale nuovo. La qualità paga: tagliare senza fornire la qualità significa decadere. Pesaro non merita niente dal punto di vista dell’Asur? Non hanno solo chiuso via Sabattini, hanno chiuso la sede ed eliminato la storia. Non c’è un dirigente dell’Area Vasta 1 pesarese. Questa cosa mi preoccupa. Pesaro città morta? Io mi rifiuto di accettarlo. Non abbiamo possibilità di intervenire sulla Regione? La nostra Regione è un centro terrificante di spesa fuori controllo. Ed è lontana da Pesaro. Sono le regioni il vero problema dell’Italia”.

 

Alla ricerca delle risorse.

“Io sostengo che il Parlamento non conta più niente. La vera forza sta in Europa. In Europa ci sono i soldi veri. Su questo bisogna lavorare e trovare il modo di sapere individuare per poter accedere sistematicamente a queste risorse, per finanziare poi percorsi di formazione e assistenza a chi cerca lavoro. Senza lavoro c’è una città in difficoltà, e questo signinifica degrado: ci vuole connessione. Ci sono tante cooperative che lavorano sul nostro territorio: sono realtà con cui dobbiamo confrontarci a partire da chi, dentro una cooperativa, ci lavora. Hanno contratti a norma? Guadagnano quello che è giusto?”

L’idea di città bella: da dove parte?

“Si deve parlare di bellezza. In Italia c’è una storia: l’architettura è una seconda natura. La facciata è di tutti: ritrovare il bello in questa città è necessario, non più costruire palazzi con tanti appartamenti, ce ne sono tanti di sfitti, costruiamo un piano regolatore che punti sul bello. Basta con l’urbanistica contrattata. Recuperiamo risorse: non sulla testa delle persone, come avvenuto nella sanità, no ai tagli al lavoro. Bisogna lavorare sull’organizzazione per tagliare sprechi. Liberiamo energie oggi consumate in percorsi di favore o inutili. L’idea? Le elezioni comunali associate a quelle europee: forse, così, possiamo trovare un filo rosso da seguire”.

La definizione della Lista: come sarà composta? Ecco la giunta a chilometri zero

“I nomi non ve li dico, il nostro percorso sta cercando di stanare i migliori: ovviamente nessuno che sia già stato già coinvolto nella città. E chi entra si deve accontentare di riconoscimenti: strette di mano, non deve cercare lo stipendio. E’ evidente che se ci saranno disoccupati si cercherà di venir loro incontro, ma chi ha già introiti non credo che sia necessario pagarli. Con noi si lavora solo per amore della città e non interesse. Saremo la Giunta a chilometri zero.

Contatti e alleanze?

“Mi hanno cercato, hanno annunciato matrimoni senza avvisare la sposa. Hanno detto che starà con i Centrodestra perché sono contro chi governa la città ora? No, lettura sbagliata. Io ho tradizione socialista, 20 anni fa ero iscritto al partito socialista, non posso staccarmi. E non posso guardare la condanna di chi vota a sinistra, la mia condanna è alla nomeclatura. Dopo 70 anni si è creato legame e connessione fitto, sotterraneo, ma anche evidente che è difficile da cambiare. Chiedo anche a chi vota a sinistra di votare per me. Il mio problema è la nomenclatura di chi negli anni ha giocato ai quattro cantoni con le cariche. Sono sempre gli stessi. Invece, dopo di  un po’ questa gente va messa a riposo. Le modalità con cui si scelgono dirigenti, collaboratori, associazioni, cooperative, modalità con cui stanno in piedi nella Camera di Commercio ecc. Poi ci sono quelli che tirano le fila pubblicamente. Ma in questa rete, qualche nodo, si sta iniziando a rompere: con le risorse che calano, vengono fuori i problemi. Io non devo forconare nessuno, non sono un guerrafondaio, a me piace costruire sulle persone, sull’amore delle persone, costruire reti positive e partecipazione. Come? Anche con gli strumenti direttissimi di oggi, che ora sono prevalenti anche rispetto alla pubblica amministrazione”.

A sinistra, quindi.

“Io vado a sinistra però a me interessano gli elettori, le persone. Io sono pertiniano, vicino a quello che dice il nuovo Papa: spogliare la chiesa dalle vecchie incrostazioni, mettere da parte la chiesa ricca e lontana dalla gente. C’è una nuova sensibilità, io sono aperto a questo. Chiedo la volontà esplicita di partecipare al cambiamento per amore della città”

Appartenenza alla Massoneria. Quale verità?

“Io partecipo all’attività della massoneria pesarese da tanti anni. Ma essere massone non significa compiere reati, non è massoneria spuria, ma quella riconosciuta in tutto il mondo, in Inghilterra. Chiaramente la gente ha in testa che sia segreta, che curi gli interessi di pochi, la P2… Ma in tutte le realtà ci sono deviazioni e devianze. Il Grande Oriente d’Italia da subito ha eliminato quello sbandamento. Abbiamo una statua davanti l’ospedale: Garibaldi era massone, se abbiamo questa ansia dovremmo togliere la statua. Il Risorgimento italiano si è basato sul movimento massonico. Lo sanno tutti che  organizzai a Pesaro un incontro pubblico della Massoneria ai tempi di Giovanelli sindaco. Partecipò anche il Comune con il vicesindaco di allora, Barbanti. Non mi nascondo: se a qualcuno questa cosa dà fastidio mi dispiace”.

Un commento to “Elezioni Pesaro 2014, Fresina si presenta: “Massone come Garibaldi, socialista come Pertini: ecco come sarà la mia città aperta””

  1. GIORGIO scrive:

    Nulla da eccepire se uno si professa massone. Soltanto che all’interno dell’Ospedale di Pesaro la Massoneria è o quanto meno è stata la lobby che decideva le carriere dei medici.

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