Diesse doc, ricordando Italo Castellani

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7 gennaio 2014

Sandro Candelora

Italo Castellani

Italo Castellani

FANO – Per crudele ironia del destino, la morte improvvisa l’ha ghermito proprio all’indomani dell’ultima sfida di campionato fra Ancona e Alma, i due club con i quali Italo Castellani aveva compiuto autentiche mirabilie manageriali. La sua scomparsa, passata un pò sotto silenzio nel rutilante clima natalizio, merita un approfondimento, magari tardivo ma non per questo meno sincero. A Fano, tra la fine degli anni ’70 e l’inizio degli ’80, era il braccio operativo del presidentissimo Gentili. In pratica aveva carta bianca in ordine all’assemblaggio della squadra, incombenza delicata che seppe sbrigare da par suo, piazzando in ogni circostanza il colpo giusto, con esiti sempre lusinghieri e non di rado formidabili. Fu infatti lui a costruire quella formidabile macchina da guerra pilotata da Bagnoli nella trionfale cavalcata coincisa con la promozione in C1 nel torneo 1978-’79. Porta ancora il suo marchio il fantastico biennio ’79-’80 e soprattutto ’80-’81 allorquando, allenatore Mascalaito, si guardarono dall’alto al basso piazze e nomi prestigiosi per arrivare infine a giocarsi la Serie B nella fatal Cremona. In riva al Metauro, il suo meglio in definitiva fu ottimo e se la cavò egregiamente anche nelle circostanze meno propizie. Perché lo animavano competenza insuperata, sana passione, vera dedizione alla causa. Di persone (e professionisti) simili si è davvero perso lo stampo. Ogni riferimento ai modesti protagonisti della scena attuale è ahimé totalmente inevitabile. E non meno stridente.

 

 

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