La Vuelle va in gondola (89-65) contro l’ex Markovski. Applausi solo per Young

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12 gennaio 2014

UMANA VENEZIA – VICTORIA LIBERTAS PESARO 89-65

 

Umana Venezia: Peric 3, Zennaro 0, Rosselli 2, Linhart 17, Vitali L. 6, Taylor D. 15, Smith A. 21, Akele 4, Magro 3, Easley 18. All. Markovski

 

Victoria Libertas Pesaro: Musso 2, Bartolucci 0, Terenzi 0, Johnson 9, Pecile 10, Young 16, Trasolini 11, Amici 0, Anosike 13, Turner 4. All.Dell’Agnello

 

Arbitri: Cerebuch, Chiari, Quarta

 

Parziali: 23-11, 13-20, 28-15, 25-19

 

Sconfitta senza attenuanti quella subita dalla Vuelle sul parquet dell’Umana Venezia, con Pesaro che regge fino all’inizio del terzo quarto prima di venire surclassata da una Reyer che punisce tutti gli errori dei pesaresi e che approfitta delle solite amnesie difensive per allungare fino all’ 89 a 65 finale, poco da salvare per la Victoria Libertas con il solo Young a provare a combinare qualcosina, mentre Turner disputa la sua peggior partita stagionale, in attesa delle mosse di mercato della dirigenza, i tifosi pesaresi si interrogano se la stagione è ancora rimediabile o se le tredici sconfitte su quindici incontri siano un gap non rimediabile in futuro.

 

Venezia deve vincere per avere la certezza di approdare alle Final Eight di Coppa Italia, mentre Pesaro dal basso del suo ultimo posto non può permettersi di fare calcoli, l’ex di turno Alvin Young è accolto con tutti i tributi dal pubblico veneziano dove ha lasciato buonissimi ricordi e coach Dell’Agnello presenta il consueto quintetto all american, primi due punti del match per merito di Ravern Johnson in entrata ma è la Reyer a condurre dopo due minuti per 7 a 4 grazie ad Andre Smith, l’attacco biancorosso non riesce a liberarsi per dei tiri comodi e sull’11 a 4 per i padroni di casa coach Dell’Agnello è costretto a chiamare il suo primo timeout per non far scappare un’Umana molto carica e motivata in tutti i suoi uomini, sul meno dieci primi cambi per Pesaro con Amici e Pecile sul parquet ma la musica non cambia più di tanto con Venezia che continua a trovare canestri facili nel deserto della difesa pesarese che commette il suo primo fallo dopo oltre sei minuti di gioco, Pecile con un paio di canestri mantiene i suoi sul meno sette (11-18) ma sulla quarta palla persa Taylor trova la tripla del 23 a 11, punteggio col quale si chiude un primo quarto giocato veramente sottotono da tutta la Vuelle.

Basterebbe il dato della valutazione (32 a 2) per far comprendere la differenza espressa nei primi dieci minuti dalle due formazioni con Turner ed Anosike ancora alla ricerca del loro primo canestro, Venezia spreca qualche occasione per allungare e nei primi tre minuti segna solamente dalla lunetta e sulla tripla di Johnson la Vuelle si ritrova a meno otto (24-16), il parziale dei primi cinque minuti del secondo quarto recita: Venezia 3 – Pesaro 5 e una squadra più cinica di quella di Dell’Agnello avrebbe approfittato del momento d’empasse dei padroni di casa per cercare di rientrare nel match, ma con Turner che non ne combina una giusta non è semplice far quadrare i conti e sulla tripla di un liberissimo Peric la Reyer si riporta a distanza di sicurezza sul 33 a 20 del 17’, il centro nigeriano finalmente si sblocca con un paio di schiacciate liberatorie e due liberi di un positivo Johnson riportano Pesaro sul meno sette (33-26), la Vuelle piazza un parziale di nove a zero che potrebbe riaprire il match e il secondo quarto si conclude con Venezia in vantaggio per 36 a 31.

Le statistiche di metà partita evidenziano il controllo dei tabelloni da parte della Reyer (25-18) e un misero uno su cinque dai 6.75 della Vuelle, ma tutto sommato essere a meno cinque con Turner e Trasolini ancora fermi a zero punti non è da buttare via per una Vuelle che negli ultimi minuti del primo tempo è sembrata in discreta ripresa.

Il terzo quarto si apre con una conclusione dai cinque metri di Young per il meno tre e su un canestro su rimbalzo offensivo di Anosike la Vuelle si riporta sul meno uno (36-35), ma dopo soli due minuti di gioco Pesaro ha esaurito il bonus dei falli e sarà un handicap notevole da portarsi dietro in questo quarto, Turner finalmente trova i suoi primi due punti ma una tripla di Smith riporta l’Umana avanti di sei lunghezze (45-39) con Dell’Agnello che si gioca anche la carta Andrea Bartolucci per preservare i suoi lunghi dai falli, Pecile fatica tantissimo a trovare il pertugio giusto nelle sue scorribande offensive e l’attacco pesarese è tutto sulle spalle di Young arrivato a quota 12 punti personali, ma già in debito d’ossigeno, la Vuelle spreca malamente un paio di vitali possessi offensivi e Venezia la punisce in un amen riportandosi sul 56 a 42 con un parziale aperto di otto a zero prima di una canestro in entrata di Pecile, Venezia continua a segnare liberi su liberi e il terzo quarto si chiude con la Reyer avanti per 64 a 46 con una tripla da metà campo di Linhart.

Diciotto punti sarebbero troppi da recuperare in dieci minuti per qualsiasi squadra, figuriamoci per una Vuelle in piena crisi d’identità e di gioco, per non farvi ingannare dalle statistiche finali è doveroso sottolineare che Turner finora ha un solo canestro al suo attivo, mentre Amici, Trasolini e Musso sono ancora fermi a zero punti e che i punti segnati sul meno venti hanno minor valore rispetto a quelli realizzati col punteggio in equilibrio, la difesa pesarese fa fare un figurone anche ai panchinari veneziani concedendo canestri facili facili, Amici si perde l’uomo su ogni taglio e tanto per fare qualcosa di diverso, coach Dell’Agnello prova anche la zona per far divertire il pubblico di casa che esulta sulle triple del juniores Akele che valgono il 73 a 52 del 35’, Trasolini infila sei punti consecutivi per ribadire il concetto espresso in precedenza, mentre Turner non ci prova nemmeno, Venezia vince per 89 a 65 e festeggia un meritato approdo alle Final Eight milanesi.

(Davide Perugini)

Un commento to “La Vuelle va in gondola (89-65) contro l’ex Markovski. Applausi solo per Young”

  1. Fabrizio scrive:

    La V.L. è andata, è cotta, bollita, disastrata e maltrattata. Le speranze muiono a Montegranaro,
    dove Cremona dà la spallata definitiva alle sorti del misero campionato biancorosso. D’altronde
    è difficile augurarsi di meglio di quello che sta accadendo, la realtà è cruda e dice che Pesaro
    è un disastro su tutti i fronti: giocatori mediocri, società disorganizzata e composta da gente
    messa li per caso e , non ultima, istituzioni assenti nel voler salvaguardare un patrimonio della
    città. L’unica speranza è quella del ventilato fallimento di Montegranaro, dove tra stipendi non
    pagati e situazione societaria allarmante, c’è il serio rischio di non finire il campionato. Per il
    resto inutile sperare, anche perchè non si riescono ad individuare quali sarebbero le squadre
    che potrebbero perdere con Pesaro. Morale: le squadre non si inventano e non tutti possono
    giocare a pallacanestro, avere il tesserino da giocatore non significa saperlo fare e pare che
    tutti i disastri(Anosike e Turner a parte) vestano la canotta biancorossa.

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