13 gennaio 2014
Nella settimana che termina il tempo di Natale con la domenica nella quale si celebra la solennità del Battesimo di Gesù sul fiume Giordano, Papa Francesco ha ripreso le udienze pubbliche settimanali ripartendo dall’abc della Fede, ovvero la spiegazione dei sacramenti come base per capire e interiorizzare la propria Fede. Una scelta non casuale e nemmeno di secondo piano, anche se molti potrebbero ritenerla quasi una prassi per un uomo di Chiesa: Francesco dopo aver parlato al cuore della gente per i primi mesi di pontificato, facendo una riflessione sistematica solo sul Credo (testo base per tutti i credenti), ha deciso di porre le fondamenta del proprio magistero ripartendo da quei sette momenti che rappresentano le sette tappe fondamentali di ogni cristiano: battesimo, comunione, riconciliazione, confermazione o cresima, unzione dei malati, sacramento del matrimonio o dell’ordine consacrato. Sarà interessante scoprire le declinazioni e gli accenti che darà ad ogni sacramento, in particolare sarà utile riflettere sulle parole che spenderà riguardo alla confermazione o cresima, in virtù dell’importanza dal punto di vista catechetico di questo momento, e sui sacramenti del matrimonio (vista l’importanza data alla pastorale familiare in vista del Sinodo dell’ottobre 2014 e 2015) e dell’ordine consacrato (diaconato, sacerdozio e/o vita religiosa). Riprendiamo un brano della catechesi di Francesco sul Battesimo: “Può nascere in noi una domanda: ma è davvero necessario il Battesimo per vivere da cristiani e seguire Gesù? Non è in fondo un semplice rito, un atto formale della Chiesa per dare il nome al bambino e alla bambina? E’ una domanda che può sorgere. E a tale proposito, è illuminante quanto scrive l’apostolo Paolo: «Non sapete che quanti siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella sua morte? Per mezzo del battesimo dunque siamo stati sepolti insieme a lui nella morte affinché, come Cristo fu risuscitato dai morti per mezzo della gloria del Padre, così anche noi possiamo camminare in una vita nuova» (Romani 6,3-4). Dunque non è una formalità! E’ un atto che tocca in profondità la nostra esistenza. Un bambino battezzato o un bambino non battezzato non è lo stesso. Noi, con il Battesimo, veniamo immersi in quella sorgente inesauribile di vita che è la morte di Gesù, il più grande atto d’amore di tutta la storia; e grazie a questo amore possiamo vivere una vita nuova, non più in balìa del male, del peccato e della morte, ma nella comunione con Dio e con i fratelli”. Nel corso della messa domenicale, Francesco nell’omelia che ha preceduto il battesimo di 32 bambini ha avuto parole importanti sul ruolo della famiglia come chiesa domestica, prima e principale cellula di trasmissione della Fede: “Questi bambini sono l’anello di una catena. Voi genitori avete il bambino o la bambina da battezzare, ma tra alcuni anni saranno loro che avranno un bambino da battezzare, o un nipotino. E’ così la catena della fede! Cosa vuol dire questo? Voi siete coloro che trasmettono la fede, i trasmettitori; voi avete il dovere di trasmettere la fede a questi bambini. E’ la più bella eredità che voi lascerete loro: la fede! Noi dobbiamo essere trasmettitori della fede. Pensate sempre come trasmettere la fede ai bambini”. I testi integrali delle udienze e degli altri messaggi pubblici del pontefice sono disponibili sul sito www.vatican.va.
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