di Redazione
17 gennaio 2014
PESARO – Dopo 33 giorni di fuga in mezza Europa dell’est l’hanno incastrato i soldi, i movimenti di denaro che partivano da Bologna e arrivavano in Russia. Slovenia, Ungheria, Romania e Moldavia. Poi gli Urali, da lì ha deciso per Mosca, dove una persona di fiducia lo avrebbe fatto lavorare: decisione fatale, i carabinieri avevano seguito tutti i suoi movimenti. Così è stato incastrato Nicolae Roset, 52 anni, il moldavo arrestato ieri a Mosca con l’accusa di aver ucciso la moglie Svetlana, badante di 47 anni ritrovata morta in una pozza d’acqua vicino al fiume Candigliano. Femmicidio: L’uomo era ricercato dal 14 dicembre scorso, data in cui è stata uccisa la donna, avrebbe agito per gelosia. Come scritto ieri all’operazione d’arresto hanno partecipato l’Interpol, la polizia russa e il nucleo dei carabinieri operativi presso l’ambasciata italiana a Mosca. Confermata la ricostruzione dell’omicidio: Roset avrebbe ucciso la moglie a colpi di pietra e finendola facendola affogare, legando piedi e testa a dei pesi in cemento. Entro 72 ore Nicolae Roset sarà davanti a un giudice di Mosca che ne convaliderà l’arresto con l’accusa di omicidio. Nei 40 giorni successivi il ministero di Giustizia chiederà l’estradizione in Italia dove sarà giudicato dal Tribunale di Urbino. Il prefetto di Pesaro-Urbino Attilio Visconti: “Un’operazione importante risolta grazie a una sinergia investigativa e un coordinamento internazionale delle forze di polizia. Risolviamo un omicidio efferato”.
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