di Redazione

27 gennaio 2014

PESARO – Secondi alle spalle dei Gattacci, l’unica squadra che ha battuto fin qui la Lupo Pantano in questo esaltante cammino nel campionato di Promozione. I lupacchiotti di Luca Pentucci, 30 anni, coach pesarese emergente, stanno azzannando con grinta gli avversari.

“Siamo una squadra molto giovane, il più grande che ho in organico è dell’87, il più piccolo del ’94”. E fra l’altro, curiosità, si tratta di un figlio d’arte: è il terzo dei fratelli Benevelli, Federico.

“Essendo quasi tutti coetanei, giochiamo come nello stile delle squadre del settore giovanile: pressione sulla palla in difesa, rapidità in attacco, intensità sempre. Questa è la nostra forza – sottolinea Pentucci – rispetto a tante squadre esperte, che adottano ritmi più lenti. In qualche modo è anche il mio marchio, visto che vengo dalla Vuelle dove si gioca in questo modo; ed è bello poter adottare questo stile anche fuori da un vivaio. Non credo che avrei accettato di allenare in un campionato come questo se non avessi potuto adottare la filosofia che prediligo”.

Giovedì alla Celletta (ore 21,45) la Lupo Pantano gioca l’ultima di andata contro il Fermignano: “Siamo divertenti da vedere, ecco ci siamo conquistati un pubblico: di solito viene parecchia gente alle nostre partite”.

Una squadra molto unita anche fuori dal campo: “Certo, perché i ragazzi sono tutti di Pesaro e si conoscono, essendo cresciuti nei vari settori giovanili della città. Ci alleniamo due volte la settimana, ma spesso loro escono anche insieme. E in campo poi questo feeling si vede” raconta Pentucci, impegnato a tutto campo con la palla a spicchi. Per la Lupo allena anche gli Under 13, mentre è coach sia degli Under 15 che degli Under 17 della Vuelle. Il suo arrivo alla Lupo Pantano, insieme a Luminati, Bellucci e Filippucci, altri giovani tecnici, ha portato un aumento notevole nelle iscrizioni.

“Forse perché eravamo già conosciuti nell’ambiente cestistico. Pensiamo di aver portato la stessa qualità che hanno i Bees, anche se magari il range è più basso perché il nostro reclutamento si ferma al quartiere. Essere radicati a Pantano è una scelta: le sedi di allenamento sono nel quartiere e anche i nostri sponsor. Sarebbe bello che ogni zona della città tornasse ad avere la sua squadra, come avveniva un tempo quando i derby erano degli eventi”.

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