Pesaro 2014, Ricci lancia la corsa con “#unbelpo'” di idee e scelte nette. Dal centro storico ai tagli alle spese

di 

1 febbraio 2014

PESARO – #unbelpo’. La prefazione al discorso alla città di Matteo Ricci, presidente della Provincia di Pesaro e Urbino, sono un adesivo e una spilla appoggiate sulle sedie con lo slogan dall’hashtag tipicamente pesarese: #unbelpo’. A declinarlo, spiegarlo e riempirlo di contenuti, molti dei quali netti e strategici, ci ha poi pensato lo stesso Matteo Ricci, da oggi ufficialmente in corsa per la carica di sindaco del dopo Ceriscioli, introdotto dalle note di Vasco Rossi e con i modi di dire pesaresi usciti in questi giorni dalla pagina fb “Sei di Pesaro se…” proiettati a raffica, a nastro continuo, sullo sfondo del Centro Arti Visive Pescheria via via sempre più pieno, caldo (non solo metaforicamente) e osservato come un acquario nel suo fianco trasparente.

Presenti tanti politici e uomini delle istituzioni: da Palmiro Ucchielli al sindaco Luca Ceriscioli, agli assessori

Ricci durante la presentazione in Pescheria

Ricci durante la presentazione in Pescheria

Gambini, Parasecoli, Catalano, Belloni e Biancani. Troppo piccolo lo spazio, sedie già esaurite poco dopo le 16.30 (l’intervento di Ricci era stato annunciato per le 17): è rimasta in piedi anche l’onorevole Camilla Fabbri. In prima fila, tra gli altri, il Sovrintendente del Rof Mariotti, il poeta dialettale Pagnini e Michele Ferri (fratello del povero Andrea Ferri). Accolto da un applauso Matteo Ricci, idee chiare e parlantina subito fluente, è salito sul palco alle 17.05, dopo la proiezione degli appuntamenti in famiglia, le cene avute in questi ultimi mesi con le famiglie pesaresi e che, in qualche modo, ne avevano preannunciato la candidatura. Un modo per anticipare i principali temi del suo discorso: ospedale, innovazione e digitale, contatto vecchi artigiani-nuove generazioni, snellire la burocrazia e l’organizzazione mantenendo così i servizi. Idee chiare, scelte  strategiche. Anche a costo di essere, in alcuni casi, impopolare per la “vecchia” Pesaro.

Matteo Ricci durante il Discorso alla Città

Matteo Ricci durante il Discorso alla Città

“Ringrazio volontari e la Fondazione Pescheria, luogo ideale per un discorso franco di analisi e proposta – è stato il saluto di Matteo Ricci, che poi parlerà senza interruzioni per quasi due ore -. Questo è un luogo popolare, dove le persone venivano a comprare il pesce e si incontravano. Poi è diventato un grande luogo culturale, con grandi potenzialità per il futuro. Ma anche un luogo trasparente. Non casuale: questa è la mia idea di politica, trasparente”.

Ricci è partito dalla sua carica di presidente della Provincia, un modo di rivendicare l’esperienza fatta sul campo: “Cinque anni fa mi capitava di salire le scale della Provincia. Mi si stringeva lo stomaco a vedere l’albo dei presidenti. Ma non avrei mai pensato di essere l’ultimo presidente della provincia. In questi cinque anni è successo di tutto: l’abolizione nei fatti prima che nella legge dalla provincia, ogni anno una calamità, la crisi economica  vissuta psicologicamente peggio di altri posti perché, qui, non eravamo abituati”. Lo spazio di una battuta (“Ho lasciato molti capelli per strada…”) ma anche la consapevolezza che sia stata “una esperienza straordinariamente formativa, che mi ha portato ad amare la nostra terra e la nostra gente. Tante idee si sono scontrate con la mancanza di fondi. Ma abbiamo cercato di essere vicini a chi soffriva con 80 tavoli anticrisi. Qualche soddisfazione, come la Berloni, ma anche schiaffi come col Cantiere Navale. Quando tornavo a casa dopo aver risolto qualche situazione e aver ridato la speranza a qualcuno, avevo la sensazione di aver guadagnato lo stipendio e di essere stato utile alla causa. Devo dire grazie alla giunta, straordinaria, senza franchi tiratori, abbiamo provato dare il nostro esempio”.

Matteo Ricci durante il Discorso alla Città

Matteo Ricci durante il Discorso alla Città

Il tema da cui partire: solidarietà. E sobrietà: “Se la politica si fosse accorta prima di dare un segnale così… la sobrietà è un modo di porsi alla pari con i cittadini. E’ ritrovare il contatto diretto con i cittadini. Noi abbiamo ridotto i dirigenti e rinunciato a parte della nostra indennità per tenere aperto il centro antiviolenza delle donne. Dobbiamo continuare a farlo crescere”.

Sullo schermo si alternano le foto. La prima, di Giuseppe Castiglione, ex presidente delle province italiane, serve a spiegare perché ha accettato di candidarsi. “Io non ho fatto il fesso, sono rimasto al mio posto, non c’è cosa più rivoluzionaria in Italia che fare il proprio dovere fino all’ultimo giorno. Castiglione, invece, è stato il primo a dimettersi. E oggi fa sottosegretario all’Agricoltura. L’Italia va così? No, non mi rassegno”.

Quale ruolo per il Comune di Pesaro? Ricci ha uno sguardo grandangolare: “Le province diventano ente di secondo livello, con funzioni di area vasta ma senza soldi. Noi siamo una terra di confine, cambiare tutto per noi. La tenuta economica e sociale del nostro territorio provinciale dipende anche da questo: il prossimo sindaco dovrà accollarsi le ansie e problemi dei pesaresi, certo, ma anche di tutta la provincia. Dovrà avere uno sguardo al di là della Chiusa di Ginestreto… La mia idea è che il presidente della provincia dovrà essere dell’entroterra ma dovrà essere sostenuto dal futuro sindaco di Pesaro. Ci sarà una grande responsabilità. In passato la ricerca di un futuro migliore ha spinto molti pesaresi ad andare a lavorare fuori, a spostarsi, come in Belgio.  Io abitavo in via Ferraris e lì molti venivano da fuori: Pesaro è stata fatta in gran parte negli anni ’60 in poi da gente che arrivava dalle aree esterne. Chi tornava da fuori Italia, chi veniva dall’interno della provincia. Ecco: fuori Pesaro c’è la nostra storia e per quello dobbiamo aiutarla”.

Nel discorso di Ricci non mancano punti di vista netti, in controtendenza con una certa visione della città. Il primo: “Integrazione: noi siamo stati i primi, insieme a Ceriscioli, a darà la cittadinanza onoraria ai bambini nati da extracomunitari che vivono a Pesaro. Ma c’è bisogno anche regole da rispettare senza falso buonismo. Ad esempio non sono più tollerabili i parcheggiatori abusivi”.

Lo slogan di Matteo Ricci candidato sindaco di Pesaro

Lo slogan di Matteo Ricci candidato sindaco di Pesaro

Un ringraziamento e un abbraccio a Ceriscioli. “Ha ben amministrato questa città. Lo dimostrano i tanti passi avanti fatti sulla viabilitò, sui servizi nonostante i tagli statali avuti. Rapportate lo sviluppo di Pesaro a Fano negli ultimi 10 anni…  Ceriscioli sta vivendo uno stato paradossale: in Regione abbiamo capito che non ci vogliono ma non ci possono eliminare a tavolino”.

Sei di pesaro se…

“Cosa insegna la pagina fb nata in questi giorni? I romagnoli sono molto “sboroni” ma qui dimostriamo l’orgoglio pesarese come il Palio dei bracieri. Ma facciamo attenzione: dobbiamo cambiare tutto, compresa la nostra mentalità. Prima c’era lavoro ed eravamo ricchi, il nostro provincialismo poteva essere un punto di forza. Oggi non c’è lavoro, siamo meno forti e il provincialismo rischia di diventare una palla al piede. E’ il momento di pensare in grande. Il primo progetto: Pesaro prima città delle Marche. Da subito, entro 2014, un’unica unione dei Comuni con valle del foglia e Gabicce – Gradara per la gestione dei servizi. Noi dobbiamo pesare di più nei confronti della Regione”.

La delusione: serve più forza nei confronti della Regione. L’ospedale? Pronti a iniziative eclatanti

“Siamo delusi sulla gestione di settori come i trasporti pubblici e sanità. Il nostro ospedale è buono solo perché si regge sulla professionalità dei medici. Ma sta aumentando la mobilitò passiva. Molte specialità molte settimane all’anno restano chiuse, liste d’attesa lunghe… capisco i tagli ma non si può tagliare il budget a Marche nord di 6 milioni. Se non c’è un nuovo ospedale stiamo parlando di una riforma monca. Si fa o non si fa questo ospedale? Abbiamo già avuto tanta pazienza. Gli amministratori fanesi si distinguono per furbizia e non per capacità: se continua a fare propaganda, noi l’ospedale nuovo lo facciamo a Muraglia…. che ci costa meno. O si prende una decisione oppure siamo pronti a iniziative eclatanti. Passiamo dalle parole ai fatti. Prima città delle Marche anche per sbloccare fondi: con l’unione dei comuni il Comune avrebbe sbloccati 9 milioni di euro per fare scuole, strade ecc.

Semplificare, risparmiare.

“Abbiamo fatto un unico ufficio dei vigili, perchè non possiamo fare un unico ufficio di altri settori? Meno dirigenti, meno burocrazia. I non faccio ragionamenti sulla qualità dei dirigenti ma che senso ha premiare i nostri dirigenti e poi non abbiamo i soldi per sistemare strade e asili. Dobbiamo rivedere questa organizzazione, premiare quelli bravi ma senza risultati no. Altrimenti i cittadini non lo capiscono. Poi, ci sono troppe società: c’è multiservizi, poi abbiamo Aspes spa… Serve un’unica società di servizi che dia servizi. I posti saranno meno: se chi mi sostiene cerca posti, cambi strada. Anche perché metteremo dei giovani”.

Matteo Ricci durante il Discorso alla Città

Matteo Ricci durante il Discorso alla Città

Sindrome rospo smeraldino

“In Italia ci sono troppi meccanismi inutili che fanno perdere tempo. Da una buona idea alla realizzazione passno anni: non è più possibile. E’ una questione nazionale ma noi dobbiamo fare la nostra parte: ridurre i tempi, basta atteggiamento conservatore. Semplificare è anche innovare: mettiamo servizi pubblici amministrativi nello smartphone. Quanto tempo e carta potremmo risparmiare? Un Comune aperto 24 ore su 24, dove in ogni momento della giornata si può fare una pratica veloce, almeno online. La rivoluzione digitale deve cambiare la pubblica amministrazione. Dare una mobilità alternativa, per costruire un pezzo nuovo di economia locale. Sono nate decine e decine di imprese che lavorano nel digitale. Dobbiamo fare crescere questo distretto. Ma dobbiamo sostenere il co-working e le start-up. Non si può fare? Basta con questa risposta. Il Comune deve diventare il primo luogo dove vanno i cittadini se hanno una buona idea. La risposta deve essere: vediamo come si può fare”.

Storia e innovazione

“La manifattura è la nostra storia. Ma va riformata. Puntando sull’export. Ma dobbiamo cambiare anche la testa sui meccanismi di produzione. La Nutella ha messo il nome delle persone nel prodotto. C’è un cambiamento sociologioco: avere il prodotto personalizzato. E’ il momento di ripensare i nostri processi produttivi. Apriamo a Pesaro il primo laboratori fab-lab delle Marche. Non sostituisce la produzione classica ma questo può diventare valore aggiunto”.

Il turismo deve diventare punto di forza. Agricoltura. Edilizia: costruire sul costruito. A partire dall’ex Bramante.

“Anche destagionalizzando. Il Parco San Bartolo che potenzialità ha? La cultura? Dal Rof alle nuove esperienze? Agricoltura: c’è una tendenza nuova. C’è un ritorno alla terra. Un pezzo di economia nuova. Edilizia: si deve essere chiari, l’edilizia che c’è stata fino al 2008 non ci sarà più. Non possiamo più consumare nuovo territorio. Abbiamo bisogno di concentrarsi nelle trasformazioni urbane. Con efficienza energetica, sostenibile ecc. Bisogna mettere in moto processi di trasformazione urbana. L’ex Bramante: vogliamo valorizzarlo. Una grande opportunità. Un nuovo percorso da Rocca Costanza: insulto all’intelligenza mettere lì l’archivio di Stato, si deve rivedere la via per il porto. Al parcheggio sotto viale Trieste non ho mai creduto. Ho detto al Comune: se ci valorizzate il bene, il valore in più lo mettiamo a disposizione della città. Serve per l’ex Amga? Lo mettiamo per la bonifica, o per sistemare il vecchio palazzatto. L’edilzia serve a questo: trasformiamo quello  che già c’è. San Benedetto, palazzo Ricci, San Domenico, area ospedale dove si potrebbero riunire tutti gli uffici Asl”.

Tante cose dire. Ricci prende fiato e riparte: “Carcere minorile: c’è l’idea di valorizzarlo con un bed & Breakfast, luogo di cibo e cultura. La Caserma? Vorrei dire al Generale questo: prima c’erano 1500 persone, ora 600. Possibile che vi serva tutto lo spazio come prima? Noi siamo orgogliosi della storia della caserma, ha avuto e ha una funzione fondamentale per la pace nel mondo ma la Questura non può essere sfrattata dai locali della Provincia. Costa troppo farne una nuova: perché non utilizzate l’affitto che pagano ora per ristrutturare l’area lì e rifarla lì. Non è più accettabile che due ministeri dello Stato non collaborino. Le forze dell’ordine lavorano sotto organico ma riescono prontamente a risolvere tanti problemi in tempi rapidissimi. I casi di Lucia e Andrea sono stati risolti in tempi rapidissimi. E poi c’è la criminalità organizzata non ha più confini: va aiutata la bandiera della legalità. Noi siamo caccianasi, non omertà”

Idee per il centro storico e per il commercio:

“Va premiata la capacità imprenditoriale, togliere le tasse comunali per tre anni a imprese che partono. Iniziando dal centro storico. Basta con altri grandi centri commerciali. Il tema è come rilanciare il centro storico e il piccolo commercio? Sfida anche culturale. Incentivare la nascita nuove imprese. Deve essere più vivace il centro storico, mettiamo da parte un po’ di tranquillità. Un locale aperto porta gente per tutti gli esercizi commerciali. Lo dico alla mia parte politica, anche gli ambulanti sono lavoratori: sul mercato c’è un problema. Sono contrario allo spostamento in centro ma troviamo una soluzione.

Lavoro priorità. Ma anche il divertimento

“Sottomonte, lungo la pista ciclabile, possono nascere tanti locali. E lo dico al centro storico: rinunciamo a un po’ di tranquillità. Se i nostri figli non dovranno più andare in Romagna, i genitori ne guadagneranno in sonno”.

Infrastrutture

“Con la terza corsia dell’autostrada completata in tempo record, abbiamo portato a casa tante opere accessorie: il casello sud a Santa Veneranda (vicino al campo sportivo) toglierà traffico alle colline, ci sarà un miglior raccordo, poi la bretella, la circonvallazione Santa Veneranda al lavatoio. Opere che nei prossimi tre anni risolveranno al 99% la viabilità di Pesaro. Treno: ora passano Italo e Freccia Rossa. Che problema rimane? Andare a est. Fano – Grosseto è anche un nostro problema, la nostra economia. Problema anche pesarese. Così come il secondo stralcio del Porto. Non rinuncio all’arretramento della ferrovia e della statale. : non pensi l’anas che noi continuiamo apposto Ardizio per la loro strada”.

Fiera, idee e sviluppo

“La Fiera potrebbe avere un’unica gestione rispetto ai grandi impianti sportivi. Tenendoci dentro l’aspetto fieristico, magari mettendoci dentro Fab-Lab. Riapriamo una discussione. Ma serve una città nazionale. Che conti e abbia relazioni. Con un territorio che programma. Per non perdere i fondi europeri: servono idee chiare, mettere insieme territori e pubblico-privato. Progetti chiari. La nostra idea di sviluppo è differente. Bob Kennedy criticava il Pil, importante ma che non misura i valori della vita. Con l’Istat stiamo misurando queste cose a Pesaro. In termini di tenuta della comunità quanto vale? O vale solo il Pil? Quanto vale riprendere una nuova politica sulla casa?  Come dare una risposta a chi vive in povertà? Dobbiamo guardare con gli occhi di don Gaudiano: guardare con gli occhi degli ultimi, dobbiamo misurare queste cose. Prendete la Bicipolitana. Ogni anno una tratta nuova. Oggi siamo a 70 km di pista ciclabile. In termini di pil quanto vale? Ci sono più negozio di bicilette e bar. Ma in termini di benessere per le nostre famiglie, di minor inquinamento e salute? Vale molto per noi. Come la raccolta differenziata: un dovere, non opzione. E a Pesaro non viene nessun rifiuto: non è mancanza di solidarietà, è diseducazione da parte di chi non la fa e poi ci vuole rifilare l’immondizia. Ancora: vogliamo puntare sui parchi, guardate il Miralfiore…. La questione dell’ex Amga dobbiamo risolverla alla svelta. E non in clima elettorale. Va risolto prima”.

Bes: cultura. Civiltà ed economia: musica

“Quanto vale il Rof? Vogliamo che Pesaro sia sempre più città della musica. Anche creando nuove manifestazioni. Come per la Biblioteca Oliveriana: occorre una strategia nuova. Biblioteca è un luogo di relazioni. Dobbiamo fare un passo in più ancora per migliorarla. Bellissima la stagione teatrale: complimenti”.

Due punti chiari

“Servono due cose: ridurre il costo dell’organizzazione pubblica. Prendere il soldi dove ci sono e contare di più”.

In chiusura Ricci ricorda la figura e l’impegno di Veneziano. “A Pesaro c’è spesso la sindrome di chi te lo ha fatto fare. Invece il valore del volontariato serve a questa città. Dobbiamo interpretrare diversamente il diritto alla ricerca della felicità. So che questa è individuale, legata ad affetti personali, ma c’è anche una sfera pubblica: è il bene comune. Noi stiamo bene quando anche gli altri stanno bene. Per questo ho accettato questa richiesta. Chi sta troppo a Roma o solo a Roma perde contatto con la realtà. Voglio mettere i contatti, relazioni e la visibilità ce ho trovato in questi anni al servizio della città. Fare il sindaco della propria città è la cosa pià bella che può fare chi crede nella buona politica”.

Questo non è un programma

“Venerdì inizio a girare Pesaro, partendo da Muraglia, il mio quartiere. Sarà un percorso partecipativo, le persone mi diranno la loro: il programma lo scriveremo insieme. La mia oggi è stata una indicazione di marcia. Mi rivolgo a tutta la città. Io sono di sinistra, con orgoglio, ma chiamo tutti quelli che hanno idee e passione a un progetto fortemente civico. Il sindaco deve fare e aver la forza di creare un contesto positivo. Sarò un sindaco che rappresenta tutti e parla con tutti. Con energia e determinazione, comunità forte e unita, tigna, la voglia di fare, giusta e sana ambizione. Pesaro deve pensare in grande. Un bel po’. Un rafforzativo pesarese, un’ambizione popolare. C’è tanto lavoro da fare, un bel po'”.

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>