8 febbraio 2014
PESARO – Imbarazzante. A dire poco. Confermata la peggiore delle previsioni: Ferdinando Minucci è il nuovo presidente della Legabasket.
In un Paese, l’Italia, in cui nessuno si dimette neppure davanti a fatti penali eclatanti, ha fatto specie che un ministro dello Sport, finalmente uno sportivo vero, non gente che magari era esonerata dal fare Educazione Fisica, si sia dimessa per una questione di poche centinaia di euro di Ici non pagata, che lei ha detto sempre di ignorare.
Josefa Idem ha lasciato, mentre altri restano al proprio posto malgrado telefonate – a dire poco – imbarazzanti. Oppure vengono eletti, malgrado precedenti altrettanto imbarazzanti.
Così, anche in un mondo, quello sportivo, che dovrebbe essere lo specchio di un’Italia migliore, (non) è sorprendente che la Legabasket – quasi all’unanimità (14 voti favorevoli; 2 nulli, di Bologna a Roma) – abbia eletto Ferdinando Minucci.
Domanda, alle altre 15 società di basket di serie A, ai dirigenti che hanno votato il Minucci: esiste ancora un’etica nello sport?
Proviamo grande dispiacere che la Victoria Libertas, una società seria, attenta al bilancio, che non ingaggia un giocatore se non è in grado di onorare il contratto, sia fra le società che hanno scelto Minucci, al quale, come a tutti gli altri che finiscono nel mirino della magistratura, auguriamo sinceramente di essere assolto, di uscire completamente pulito dalla vicenda.
Detto questo, però, domandiamo, alla VL e alle altre società, a iniziare da Milano (o forse l’aria rancida di cui parlava al suo ritorno in Italia Sergio Scariolo era un visione esclusiva dell’allenatore, a dispetto dell’opinione della dirigenza dell’EA7 Emporio Armani?): prima di eleggere Minucci alla guida della Legabasket non sarebbe stato meglio attendere che la giustizia facesse il suo corso?
Perché la vicenda in cui è stato tirato in ballo Minucci non è questione di caramelle e bruscolini. Si ipotizza una “presunta frode fiscale per pagamenti in nero all’estero degli emolumenti dei giocatori”. E’ troppo ricordare che Silvio Berlusconi non è più senatore in seguito a una condanna in via definitiva per frode fiscale?
In più c’è un’altra storia…
Non la conoscete? Non la ricordate? Andate a leggere l’articolo di Gaia Scacciavillani dal titolo: “Mps, anche il canestro riesce col buco, i conti”. Lo ha pubblicato il 29 gennaio 2013 Il Fatto Quotidiano, l’unico, forse, in Italia che non guarda in faccia ad alcuno. L’unico che non riceve finanziamenti pubblici, ma è anche per questo che non guarda in faccia ad alcuno.
Gli altri, invece, annunciano la notizia dell’elezione di Minucci come se fosse Papa Francesco.
D’accordo i fatti separati dalle opinioni, ma qualche domanda, qualche riflessione, no?
Del resto, anche quando Gianni Petrucci, dopo 14 anni alla guida del Coni, (ri)tornò a fare il presidente della Federazione Italiana Pallacanestro, tutti allineati e coperti, incapaci di chiedersi il significato, di domandarsi che senso avesse riproporre il passato.
Una certezza: siamo il paese delle cozze, incollate, avvinghiate alle poltrone.
Nessun dubbio: sul giornalismo italiano ha ragione Beppe Grillo.
Non solo frode fiscale, ora c’è anche la squadra di Siena in liquidazione effetto della gestione Minucci.
Il 9 maggio 2014 ho inserito in Google la ricerca su “Minucci Legabasket” per avere idee + chiare riguardo al’arresto di Minucci e fra il link c’era anche quello a questo articolo.
Mi congratulo per la chiarezza e la preveggenza. Certo la domanda su cosa le 14 società di Lega volevano imparare da chi ha lasciato una società in fallimento ed è accusato di frodi fiscali sui compensi ai giocatori, frodi di
dimensioni tali che avrebbero influito sui risultati sportivi, almeno nei confronti delle società che non avessero commesso
frodi fiscali…