di Redazione
11 febbraio 2014
PESARO – Le associazioni LUPUS IN FABULA, WWF Pesaro, PRO NATURA MARCHE, ARGONAUTA FANO, LEGAMBIENTE e PROGETTO ACQUA, nelle persone dei presidenti Flavio Angelini, Andrea Fazi, Mauro Furlani, Luciano Poggiani, Enzo Frulla e Claudio Cerioni, hanno indirizzato una lettera aperta al Presidente della Provincia di Pesaro e Urbino esprimendo la loro radicale contrarietà alle modifiche peggiorative introdotte con Decreto regionale del 27 gennaio scorso quanto alla legge regionale n. 31 del 2012, manifestando altresì una grande preoccupazione per la nuova linea di gestione dei fiumi che tale norma mette in evidenza.
Dette Associazioni si dichiarano non pregiudizialmente contrarie a interventi mirati, per mitigare gli effetti delle esondazioni, in situazioni a rischio significativo, chiaramente riconosciute come tali e in assenza di realistiche alternative.
“Ma un conto è intervenire in tali situazioni, un conto è far gestire questi interventi ai privati, per natura vocati a perseguire soprattutto il loro interesse, senza nemmeno vincolarli alla conservazione della biodiversità e al mantenimento dei servizi ecosistemici forniti dai corsi d’acqua. Ed è errato poter pensare di affrontare la gestione delle aree prossime ai corsi d’acqua con soli interventi di regolarizzazione degli alvei. Esistono altri strumenti legislativi che la nostra Regione possiede e uffici deputati alla pianificazione e programmazione degli interventi lungo i corsi d’acqua (l’Autorità di bacino), con cui affrontare una corretta gestione dei bacini fluviali e stabilire possibilità e priorità di interventi nell’interesse collettivo, senza ricorrere a norme di cui non si capisce il fine se non quello di favorire le ditte private, che con il commercio dei materiali litoidi e del legname hanno riscoperto un vecchio affare”.
“Il fiume riguarda la collettività – continuano le associazioni – Ogni singolo intervento si ripercuote a monte e a valle, potendo procurare più danni degli immediati e spesso apparenti benefici attesi. Il presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi ha recentemente affermato che “nelle Marche, a causa dell’escavazione della ghiaia in alveo, briglie, traverse, ponti, acquedotti, canalizzazioni, ecc., sono stati divelti dai processi erosivi fluviali innescati proprio da questa pratica”. Per questo serve una seria programmazione basata su studi e analisi e non solo interventi di emergenza. Errori clamorosi del passato ci obbligano a spese ingenti che paiono assurde, come la difesa di fabbricati costruiti dove mai avrebbe dovuto essere permesso. La politica ha la sua piena e totale responsabilità, ignorando i moniti di alcune categorie di tecnici e memorie storiche di alluvioni. Un paese che non ha più risorse, può permettersi di spendere dieci, cento volte il valore di immobili costruiti in aree golenali, in barba ad ogni principio di logica e cautela? Ha senso continuare a impermeabilizzare il suolo con strade e costruzioni per incentivare gli interessi della rendita o del settore edilizio, quando eventi sempre più estremi ci presentano il conto di un territorio più fragile e bisognoso di essere rinaturalizzato?”.
Conclusione: “Al fine di contribuire costruttivamente ad una visione complessiva dei non semplici e variegati aspetti della problematica, le sottoscritte Associazioni hanno chiesto di poter partecipare ad una urgente riunione con la Commissione Ambiente della Provincia alla presenza degli assessori competenti e dei tecnici del Servizio Suolo e Acque Pubbliche”.
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