di Redazione
18 febbraio 2014
URBINO – “E’ periodo di cambiamenti. Il mondo intorno a noi cambia ad una velocità impressionante, temo che Urbino rimanendo ferma perda tutte le opportunità che ci si presentano”.
Inizia così il candidato sindaco di Urbino Federico Scaramucci che continua: “Persino Roma si è accorta che un cambiamento dei metodi e del ritmo era inevitabile. Il rischio era la palude. Con il tentativo coraggioso di Matteo Renzi di assumersi in prima persona i rischi e affrontare a viso aperto le difficoltà, le nuove generazioni non hanno più alibi: è giunto il momento di assumersi le responsabilità. L’unico errore che rimprovero al mio amico Matteo è quello di non aver detto con ancora più forza e fin dal giorno dopo il congresso che il tempo delle decisioni era giunto. Andare alle elezioni politiche, dopo meno di un anno dal voto e con l’opposizione del Presidente della Repubblica, ci avrebbe dato un altro decennio di larghe intese con Berlusconi. Matteo ha fatto la scelta meno popolare, ma più giusta. Ha il mio sostegno anche questa volta. Lo giudicheremo alla prova delle riforme. Il treno delle opportunità, per l’Italia come per Urbino, non passerà due volte. Cosa aspettiamo anche qui per cambiare metodo e passo? La campagna elettorale per le primarie del 2 marzo mi sta regalando gioie e sorprese continue. Sapevo che la città avrebbe risposto, ma non pensavo fino a questo punto. Ricevo continui incitamenti a proseguire sulla strada intrapresa. Sono i sorrisi ha darmi la forza. Ho capito che possiamo davvero vincere le primarie e che il cambiamento è a un passo. Le persone chiedono che le amministrazioni facciano le cose concrete. I cittadini non conoscono i nomi dei cumulatori di incarichi partitici e prestanome di ex sindaci. I cittadini riconoscono le facce di coloro che per Urbino hanno fatto le cose: eventi, manifestazioni e si impegnano quotidianamente per non lasciare morire di sonno la città. Quelli che nelle frazioni c’erano anche prima che iniziasse la campagna elettorale”.
“Trovo assurdo – continua Scaramucci – infatti che tutto il capitale umano, culturale e creativo sorto spontaneamente negli anni attorno alla Professoressa Francesca Crespini sia stato allontanato dal vecchio PD cittadino. Di invidie il vecchio Pd potrebbe morire. Io voglio reagire. Il nuovo Pd che stiamo portando in città valorizza le capacità e riconosce i meriti. Io voglio fare una grande apertura di credito alla capacità realizzativa dell’ARS e a tutte quelle associazioni che turismo e cultura le fanno col sudore della fronte e non a chiacchiere. La giunta che sarò chiamato a guidare, qualora i cittadini lo vorranno, sosterrà e riconoscerà le iniziative delle associazioni come l’ARS. E i giovani brillanti che ci lavorano. Nel nuovo Pd e nella nuova amministrazione della città c’è posto proprio per quelle persone che sappiano costruire piuttosto che bloccare e distruggere, per coloro che sappiano radunare intorno a sé energie fresche e desiderio di futuro. Non è tempo per l’inerzia, non c’è posto per il risentimento”.
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