Giampaoli: “Il coraggio di un candidato a sindaco”

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21 febbraio 2014

PESARO – “Non me ne voglia Franco Bertini, moderatore del “confronto con i 4 candidati” alla carica di sindaco di Pesaro. Oltre che un moderatore, è stato anche un mattatore un fustigatore, un accusatore della sinistra che ha governato dal dopoguerra ad oggi. Più precisamente, di quella degli ultimi 20 anni”.

Stefano Giampaoli

Stefano Giampaoli

Così Stefano Giampaoli, candidato a consigliere comunale per Solidarietà LiberiXPesaro, che continua: “Con il suo sorriso sornione, ha sottolineato le “omissioni” dei precedenti governi locali. Ha saputo interpretare il comune sentire dei cittadini. La mancata centralità della musica e della cultura in una città ed una provincia che vantano Rossini, Raffaello ed Urbino. Il mancato alleggerimento della viabilità che, sul tracciato nord-sud, ha ancora la statale adriatica che divide in due la città; l’ospedale. Le sue domande si sono spinte fino a cose spicciole: chi deve decidere in questa nostra città se un albero va o no abbattuto? Ha fatto presa sul numerosissimo pubblico presente (giornalisti e politici di lungo e breve corso) che ascoltava in assoluto silenzio e, a risposte date (2 minuti per ogni candidato), ha applaudito in ugual misura tutti e 4 i candidati. Rito Briglia, Michele Gambini, Luca Pieri e Matteo Ricci hanno anche dissertato sulle questioni della lealtà, della fedeltà e dell’autonomia (onestà intellettuale). Il mattatore ha poi chiesto: Ditemi una cosa che fareste, e che non è stata mai fatta, ed un’altra che non fareste più rispetto al passato. Qui va sottolineato il coraggio di un candidato. Luca Pieri ha sostenuto che Pesaro Studi andrà chiusa per recuperare 750.000,00 € all’anno; l’associazione aveva senso quando è stata costituita ora non più. La vera università di Pesaro è il Conservatorio Statale di Musica “G. Rossini” che è inquadrato nell’area dell’Alta Formazione Artistica e Musicale del Ministero dell’Istruzione, Università e ricerca. Bravo, ardito e audace il candidato Luca Pieri. Con questa sua posizione, farebbe ciò che deve fare un amministratore locale: perseguire l’interesse generale. Certo, alcuni operatori economici (affittuari, baristi, librai) solleveranno gli scudi ed alzeranno barricate, come altre hanno fatto altri per ogni opera significativa della nostra città, ma non importa. Sono convinto che la comparazione oggettiva di tutti i costi ed i benefici, di questa avventura amministrativa iniziata nel 1997, propenda nettamente a favore della cessazione del servizio. Fra l’altro, ne ricaverebbe beneficio la futura “città della musica” che già, per opera della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, sta investendo sul palazzo San Domenico (V. G. Bruno) che diventerà Museo della Musica “Gioachino Rossini”. Il mio giudizio sul confronto di ieri sera dei 4 candidati è un “ex aequo”. In questa occasione, una menzione speciale per Luca Pieri che ha avuto l’audacia di sostenere una posizione scomoda ma che è un forte segno di discontinuità con il passato”.

 

4 Commenti to “Giampaoli: “Il coraggio di un candidato a sindaco””

  1. Gigi scrive:

    Un lungo “pistolotto”, molto ben scritto che è stato piacevole leggere per annunciare alla città che il signor Giampaoli ha delle simpatie e condivide delle strategie anche se- secondo me- “la discontinuità con il passato” è debole, debolissima mentre sul coraggio potremmo scrivere un libro.

  2. leo scrive:

    Due citazioni per Pieri che dopo quindici anni di potere in Comune ci dice come si deve cambiare il Comune. A quando l’elogio per Ucchielli?

  3. STEFANO GIAMPAOLI scrive:

    DESIDERO MEGLIO CHIARIRE LA MIA POSIZIONE, CHE E’ CIRCOSCRITTA A PESARO STUDI

    Ecco quanto pubblicato da questo stesso giornale in data 23 gennaio 2014 con il titolo OCCORRE CHIUDERE PESARO STUDI?

    Risulta che l’Università, quella dell’età libera, sia approdata a Pesaro Studi. Ne sta utilizzando alcune aule didattiche. Che cosa ha a che fare con l’Università, quella vera? Onore e merito vanno riconosciuti al suo Presidente, il Dott. Maurizio Sebastiani che, da 25 anni, ha costituito e fatto funzionare questa efficiente ed efficace realtà culturale cittadina. La potremmo definire: “Ente della pesaresità”. In essa tengono lezioni sulle tradizioni del nostro territorio docenti prestigiosi quali: Riccardo Paolo Uguccioni, Umberto Spadoni, Goffredo Palucchini, Glauco Maria Martufi, Massimo Pandolfi, Franca Gambini, Maurizio Di Massimo, per citarne qualcuno. Una domanda, però, nasce spontanea: è questo il futuro del polo universitario pesarese? Pesaro Studi, quando fu fondata nel 1997, aveva un grande obiettivo strategico che si inseriva nella visione di “Pesaro città della qualità”. L’obiettivo era quindi quello di creare un polo universitario per sostenere i progetti di sviluppo del nostro territorio. Qual’è oggi lo stato dell’arte dei corsi universitari? In estrema sintesi, il seguente. E’ stato soppresso il corso in “Ingegneria e Gestione della Produzione”; si è ridotto il curriculum del corso in “Comunicazione pubblicitaria”; il Corso di “Lingue e culture orientali” non ha potuto trasferirsi al palazzo San Domenico (Via G. Bruno) che diventerà Museo della Musica “Gioachino Rossini”; il corso di laurea in “Infermieristica”, più opportunamente, potrebbe avere sede unica ed esclusiva presso l’Azienda Ospedaliera del San Salvatore. Circolano voci che gli enti associati a Pesaro Studi non possano più contribuire al suo mantenimento. Solitario, come un Don Chisciotte, rimarrebbe solo il Comune di Pesaro a sopportare tutti gli oneri finanziari (si parla di 1 milione di €uro). Il Campus scolastico, dopo la riforma universitaria del 2009, non potrà essere trasformato in universitario. Il progetto per rendere Pesaro una città “universitaria” è fallito perché la situazione economica locale non è più quella del 1997. Rivolgo pertanto un appello ai nostri amministratori: Non lasciate al nuovo sindaco e alla sua giunta la decisione della chiusura di Pesaro Studi. Se non interromperete entro marzo i corsi avviati, la collettività pesarese dovrà sostenere gli oneri per almeno un altro anno accademico. € 1 milione?
    Stefano Giampaoli

  4. Andrea scrive:

    Il Sig. Giampaoli ha sempre abbondantemente mangiato nel piatto in cui ora sputa e mi riferisco a Pesaro Studi.
    Quando era a capo dell’associazione con una gestione alquanto discutibile non risultano obiezioni in merito e andava tutto bene. Affermare che “l’associazione aveva senso quando è stata costituita ora non più” sta a dimostrare da chi siamo governati in questa citta’. Sig Giampaoli ammanicato con il potere fin da quando ha iniziato a lavorare ritirati perchè hai rotto, la tua generazione ha contributio allo sfacelo di questa citta’ goditi la pensione e non distruggere la cultura che fino a qualche tempo fa volevi essere il portavoce.

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