22 febbraio 2014
PESARO – E’ tempo di scegliere il principe; scusate intendevo il sindaco! I latini lo consideravano il “primo tra i pari” e noi desideriamo che sia uno di noi. La nostra amata Pesaro nel maggio prossimo verrà chiamata a ricostituirsi in comunità politica (polis). Prima di tutto occorrerà scegliere un metodo (metodos = strada), la strada da percorrere. Nella nostra vita adulta abbiamo già scelto una moglie, un marito, più semplicemente un compagno o siamo rimasti singoli. Questi stati civili (condizioni di vita) sono gli elementi più semplici della nostra comunità, della nostra città. Il nostro sindaco lo sceglieremo con lo stesso metodo usato per costituire la nostra famiglia. Ho iniziato con questo pistolotto per annunciare che: la mia scelta l’ ho fatta! Come nella famiglia, ogni componente della comunità deve essere considerato uguale. Occorre cercare quindi, nell’ampio ventaglio delle candidature, chi possa meglio assurgere a “primo tra pari”. Non per scelta ideologica, partitica, speculativa ma per affinità. Bisogna chiedersi: chi fra i candidati è più simile a me? Per saperlo, bisogna conoscerli. Ecco perché occorre incontrarli, per percepire se sono in sintonia con noi, se ci assomigliano, se proviamo attrazione per loro, se c’è simpatia. La comunità pesarese è medio grande ma di opportunità per incontrarli non mancano. Spesso sono loro a dare appuntamento agli elettori nei vari luoghi della città. Se il cittadino-elettore ha poco tempo, può seguirli attraverso i giornali, la televisione, gli iPad, gli smart phone. Invito i pesaresi, gente sottile, caparbia e civile, a non delegare ad altri la scelta del proprio sindaco. Il “primo cittadino” è, come il proprio convivente, colui che può determinare la tua felicità o la tua infelicità. Non per sempre, ma per un periodo significativo della nostra vita. Per essere stato dipendente comunale per circa 40 anni, ho la fortuna di conoscere personalmente la maggior parte dei candidati. Di alcuni di loro mi considero amico. Matteo Ricci è quello che mi sembra più affine alla mia forma mentale. Ho passato in esame l’ampio ventaglio di candidature ed ho scelto lui. Certo, è un politico di mestiere ma appare il più legato ai valori della nostra “pesaresità”. Mi sembra una persona capace di suscitare le migliori previsioni di successo collettivo. In lui ritrovo le caratteristiche di un grande sindaco: Marcello Stefanini. Anche Marcello aveva una visione, il sogno diurno per realizzare una “città a misura d’uomo”. Avere una visione del futuro della nostra Pesaro, nella ricerca del bene comune, può sembrare un’impresa da matti, ma non è. Anche il nostro primo ministro, Matteo Renzi, ha ricordato che, per condurre la sua battaglia, occorre essere un po’ folli! Del resto Erasmo da Rotterdam, nel suo “Elogio della follia”, sostenne che il saggio non deve occuparsi di politica.
errare umanum est,perseverare diabolicum
Questo endorsement finale sinceramente non mi è proprio piaciuto.