25 febbraio 2014
Come avevamo anticipato su pu24.it qualche mese fa, dopo 37 anni di presenze ininterrotte sulla ribalta del motorismo mondiale, Claudio Costa, il mitico dottor Costa, lascia il comando di quella che è diventata negli anni, la Clinica Mobile e il rifugio di tutti i piloti. Dopo 40 anni, non vederlo più così assiduamente presente sui circuiti di tutto il mondo, un po’ ci stringe il cuore, e ci fa venire un magone grosso così.
Non sentiremo più il suo aulico pensiero, che ha caratterizzato la nostra vita professionale accanto a lui. Ci mancheranno le sua apparizioni in sala stampa, per portare personalmente le notizie su quello o questo pilota, rimasto ferito in pista. Ci mancheranno, è giusto ricordarlo, il suo modo cordiale e sempre gentile di correre in aiuto anche di noi giornalisti, alle prese con un torcicollo, o una fasciatura da fare, un’improvvisa influenza o, (spesso, molto spesso) qualche aiuto per vedere di mettere sotto controllo il nostro sistema gastrointestinale, mandato in crisi dai troppi pranzi fatti nei ristoranti di tutto il mondo o per rimettere in piedi colleghi con la schiena bloccata dopo raid aerei di 27 ore chiusi in una carlinga e sprofondati su una poltrona che dopo così tanto tempo cominciavi a odiare con tutte le tue forze.
Claudio Costa lascia. Lo ha deciso lui, perché il tempo passa e contro di lui puoi lottare, ma sino ad un certo punto. E Claudio, arrivato alla soglia dei 73 anni, ha deciso di passare il testimone a ragazzi più giovani di lui, capaci di prendere in mano la situazione e di dare quell’impulso che, si spera, porterà ancora per anni e anni la clinica mobile in giro per tutti i circuiti del mondo. Lui, Claudio, da oggi in poi farà solo rapide comparsate e potrà dedicarsi sempre di più alla sua grande passione: scrivere libri.
Sarà una Clinica del tutta nuova, quella che vedremo da oggi in poi. Frutto di un nuovo percorso fatto di specializzazione e tecnologia, grazie alla sinergia con il Centro Diagnostico Europeo Dalla Rosa Prati di Parma. Un progetto di ampio respiro, con l’obiettivo ben preciso di offrire a livello internazionale un servizio sanitario moderno e innovativo di diagnostica e terapia della traumatologia, con metodologie d’avanguardia, secondo protocolli sanitari di eccellenza.
Il nuovo e ambizioso progetto sarà guidato dal Dr. Michele Zasa, medico parmigiano già da anni in forza alla Clinica Mobile, insieme al Dr. Guido Dalla Rosa Prati, amministratore delegato dell’omonimo Centro Diagnostico, che gestirà e coordinerà la nuova Divisione specialistica e ne curerà lo sviluppo.
Nel congedarsi, Claudio Costa ha spiegato i motivi della sua decisione: “Ci sono maestri – ha detto – che non hanno designato alcun successore della loro geniale attività o che l’hanno designato quando già il successore era già anziano. È per questo motivo (e anche perché fra pochi giorni il mio compleanno mi carica sulle spalle 73 anni) che ho deciso con grande senso di amore, umanità e responsabilità, di designare un valido discepolo per continuare l’attività della Clinica Mobile che ho inventato il 3 febbraio 1977, con l’aiuto di mio padre Checco. Per questo umano motivo sarò via via meno presente alle gare del motomondiale, e quando ci sarò, spero di essere orgoglioso di quello che farà di bene il mio successore: si chiama Michele Zasa, è originario di Parma, conoscitore delle lingue e bravo per avere appreso come aiutare gli eroi del motomondiale. A garanzia della solidità del progetto, Zasa porterà avanti questa avventura insieme a Guido Dalla Rosa Prati, amministratore delegato del Poliambulatorio che porta il suo nome ed è un Centro Diagnostico Europeo. La Clinica Mobile continuerà a far parte dei team del paddock, dove è stata sempre ben accolta da tutti e la Dorna, che è a capo di questo mondo, mi ha promesso che continuerà a proteggere questa mia creatura e aiuterà i miei successori a far vivere la filosofia e lo spirito da cui è nato questo mezzo insostituibile nell’aiuto e nella cura dei piloti”.
Per parte sua Zasa ha affermato come sia “un grande onore raccogliere il testimone del dottor Costa ed essere da lui prescelto per condurre negli anni a venire la sua creatura. In questi anni di lavoro fianco a fianco, nel servizio di emergenza in autodromo a Imola prima, e nei circuiti del Motomondiale poi, ho appreso e condiviso l’amore infinito per i piloti: gli “eroi mitologici dei giorni nostri”, come lui ama chiamarli, ragazzi straordinari dotati di infinito coraggio e guidati da una grande passione”.
Dalla Rosa Prati, infine, ha ricordato come la Clinica Mobile abbia “una storia unica, incredibile, nata dall’ingegno italiano e diventata un’eccellenza mondiale, costruita con la passione, con l’amore per questo lavoro e con la collaborazione dei piloti e di tutti i team che lavorano intorno alle corse. La Clinica ha oggi bisogno di nuovo slancio e noi abbiamo voluto dare continuità a questa storia. Insieme a Zasa metteremo a disposizione del nuovo progetto tutte le tecnologie avanzate e l’esperienza che abbiamo sviluppato in questi anni, durante i quali la diagnostica è divenuta punto di forza del nostro centro. La Clinica Mobile continuerà così ad essere il punto di riferimento nei circuiti di tutto il mondo”. Buon lavoro a voi. E a Claudio un abbraccio, un grazie per tutto quello che hai fatto!
L’abbraccio e il grazie al Doc sono doverosi. Si chiude definitivamente un’epoca, quella dei Cavalieri del Rischio (così chiamvano i piloti l’indimenticabile Ezio PIrazzini e Claudio Costa) fasciati nelle loro tute nere. Il mondo cambia ma il Doc, con la sua lucida follia che caratterizzava la sua grande passione e professionalità, ci mancherà. Ha segnato un’epoca il medico imolese, ci ha curati in giro per il mondo, con lui abbiamo gioito quando salvava uno dei nostri amici piloti, con lui abbiamo sofferto e anche pianto quando purtroppo non ci riusciva.Ricordo come fosse ieri la prima intervista che Claudio mi rilasciò nel 1990, al ristorante la Baita di Pesaro dove il grande Goffredo Tempesta- presidente del Moto Club Benelli – mi disse: e qualche anno più tardi il Sindaco di allora, Giovanelli, consegnò a Costa con una bella cerimonia le chiavi della nostra città.