di Redazione
1 marzo 2014
PESARO – “Insegnare pallacanestro è una cosa che ci riesce bene, ma non è l’unica”. Graziano Sartini, gm della società, lo dice col sorriso di chi considera il pallone a spicchi un mezzo di socializzazione. Per questo i Bees lo hanno sempre utilizzato per arrivare là dove le persone restano ai margini. Tra le iniziative di solidarietà messe in piedi in questi anni, la più importante è certamente legata agli Special Bees, squadre composte di giovani diversamente abili, a vari livelli, che hanno scelto la pallacanestro per sfuggire all’isolamento. Roberto Pompucci segue le realtà che aderiscono all’associazione “Insieme”, nata dall’iniziativa di un gruppo di genitori di ragazzi autistici: il progetto coinvolge oggi circa 35 giovani che seguono il metodo di coach Calamai, “Basket Over Limits”. Si allenano due volte la settimana e un mese fa hanno fatto un’esperienza in Francia, nella città gemellata di Nanterre. Poi ci sono anche i Tipi Tosti, che combattono il disagio mentale, e la Nazionale femminile sorde, arrivata sino alle Olimpiadi.
“Sono ragazzi che si allenano a scopo terapeutico: per insegnargli a diventare più partecipi ed aumentare la loro autostima – spiega Graziano -. A rotazione, ogni realtà riceve ogni anno tute e divise nuove: gli anni scorsi abbiamo chiesto di consegnarle ad alcuni giocatori della Vuelle. Due anni fa Hackett e Hickman hanno passato del tempo con loro in palestra, mentre l’anno scorso quando Cavaliero e Flamini sono arrivati, qualcuno di loro si è commosso”.
Terza branca importante, quella della spedizione di materiale sportivo all’estero: “Tutto il materiale estivo che ci avanza lo spediamo a Keita, in Niger, nella cittadina gemellata con Pesaro, innamorata della pallacanestro e in Camerun, a Shisong. Mentre il materiale invernale lo mandiamo a un orfanotrofio della Moldavia, il Gimnaziul di Negrea, che ci ha spedito una lettera toccante per ringraziarci. Siamo felici che tutti loro vestano Bees”.
Infine, ultima scelta ma non meno importante, l’adesione alla Carta Famiglia del Comune: “Chi ha più di tre figli e un reddito inferiore a una certa cifra ha diritto ad alcune agevolazioni. Presentandola da noi, le famiglie pagano la metà della retta annuale. Ciò non toglie che, nel caso in cui veniamo a sapere che una famiglia è in difficoltà e non riesce più a mandarci il figlio, lo richiamiamo per farlo partecipare ugualmente con una quota simbolica”. Perché il piacere del basket non si nega a nessuno.
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