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2 marzo 2014
Francesco Bernardini*
Leggo e sento dire che lei, caro Ucchielli, si sarebbe offerto come candidato per diventare il primo sindaco del nuovo comune di Vallefoglia. Premetto che se saprà essere davvero il sindaco di cui il nuovo comune ha oggettivamente bisogno, sarò ben lieto di esserle grato e riconoscente. Desidero però manifestarle apertamente e pubblicamente il mio malessere e la mia delusione. Ormai ultra-sessantenne, quanti incarichi ha svolto nella sua pluridecennale carriera politica? Già sindaco di Colbordolo, parlamentare e senatore della Repubblica, presidente della Provincia, segretario provinciale e regionale del partito, e chissà quanti altri ruoli ancora! E durante questi lunghi anni, chissà quante sono le persone di valore che lei ha potuto incontrare, persone davvero ben preparate, ma che sono state costrette a farsi da parte e rinunciare a fornire il proprio prezioso contributo, affinché i soliti noti potessero continuare ad occupare qualsiasi “poltrona”, istituzionale, amministrativa, politica che fosse!
Insieme a lei, in tanti abbiamo cercato di costruire il sogno del comune unico: lei lo chiamava “Futura”, altri – già allora – “Palmiria”! Il progetto è miseramente fallito per la pochezza culturale e la miopia politica dell’attuale classe dirigente locale, francamente non alla altezza dei propri compiti e delle proprie responsabilità. Il coraggio e l’ingenua risoluzione degli ultimi sindaci degli ex-comuni di Colbordolo e di Sant’Angelo in Lizzola ci consente perlomeno di poter discutere e ragionare su un progetto di aggregazione, che – seppure riduttivo rispetto alle iniziali aspettative – è oggi uno dei pochi elementi, a livello provinciale, di innovazione politica e di stimolo al cambiamento.
Il mio malessere e la mia delusione nascono invece dallo sconcerto di dover scoprire che questa nuova esperienza non possa essere condotta in prima persona da un nuovo gruppo dirigente, che sappia guardare in avanti ed agire liberamente, per costruire il futuro di noi tutti. Mi sconforta pensare che neppure lei, nei suoi più recenti incarichi di presidente della Provincia e segretario regionale del partito, abbia potuto (saputo? voluto?) indirizzare le scelte degli attuali amministratori verso scenari più evoluti ed intelligenti, in senso politico ed istituzionale.
Ma ancor di più mi rattrista dover constatare che, sempre nei suddetti ruoli, lei non abbia potuto (saputo? voluto?) partecipare alla formazione di un nuovo gruppo dirigente locale, tanto che oggi lei si vede costretto (?!) a mettersi in gioco personalmente, poiché il partito non sarebbe stato in grado di individuare un’altra persona in grado di svolgere la funzione di sindaco del nuovo comune.
In questi anni, lei ha sviluppato una vocazione di carattere regionale e nazionale, la sua attenzione, la sua attività e i suoi interessi si sono rivolti prevalentemente a questioni completamente diverse dalle “banali” e “riduttive” incombenze di un anonimo sindaco di un piccolo comunello di campagna.
Mi chiedo quindi se lei vorrà ritrovare la giusta determinazione per tornare alle origini, rimettersi ancora in discussione e dedicare nuovamente tutto il suo impegno personale, per far “chiudere le buche” nelle strade, per gestire le noiose pratiche burocratiche e (soprattutto, ma purtroppo!) per ricevere i tanti cittadini rimasti senza lavoro e con uno sfratto esecutivo a proprio carico. O magari, vorrà prendere in considerazione questo ulteriore ruolo amministrativo, soltanto e unicamente come potenziale trampolino di lancio per le sue nuove strategie politiche di più ampio respiro?! Comunque, se davvero sarà lei il nuovo sindaco di quello che sembra avere il nome di una marca di mozzarelle, piuttosto che di un comune, le auguro sin d’ora buon lavoro e in bocca al lupo!
*ex sindaco di Sant’Angelo in Lizzola
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