di Redazione
5 marzo 2014
PESARO – L’esplosione del baskin nel nostro territorio è innegabile. Se oggi esiste un campionato provinciale, con sette squadre partecipanti, il merito è della Lupo che per prima l’ha “sdoganato” dalle scuole, dove si era diffuso inizialmente con lo scopo di integrare i diversamente abili attraverso uno sport che si rifà alla pallacanestro. In tre anni la società del presidente Filippucci ha raddoppiato gli iscritti, tanto da dover formare due squadre per dare a tutti la possibilità di giocare.
La responsabile del baskin, Marcella Monti, racconta: “Sono un insegnante di educazione fisica e avevo sperimentato questa nuova disciplina in una scuola di Fossombrone, successivamente a Fano, dove ho avuto l’incarico. Visto che funzionava, l’ho proposto anche alla mia società, dove già facevo l’istruttrice di minibasket”.
E ha fatto boom. Gli iscritti sono passati da 15 a 33, la metà sono disabili: “Parliamo di difficoltà sia cognitive che fisiche. E non c’è limite d’età, purché chi vuol giocare sia in grado di scoccare un tiro: quando tirano, si trovano in un’area protetta, non c’è difesa”. Se è facile capire perché un ragazzo con delle difficoltà si butti a capofitto nel baskin, più complesso è capire perché lo faccia un normodotato. Marcella l’ha chiesto direttamente ai ragazzi: “E’ una domanda che mi sono fatta anche io. La prima spiegazione è che, in una città di basket come questa, riusciamo a dar spazio a chi non riesce ad esprimersi a determinati livelli, la seconda che i ragazzi non vedono la disabilità come un limite, ma vedono solo un compagno di squadra necessario per vincere”.
Un impegno preso seriamente alla Lupo, dove Marcella Monti può contare sul valido aiuto del suo vice, Andrea Deangelis: “Ci alleniamo tre volte la settimana, due volte all’Alberghiero, che è stata la scuola pilota di questo progetto, e una volta a Cristo Re. E quando giochiamo di domenica diventa un momento di aggregazione, spesso pranziamo insieme: in squadra sono nate delle vere amicizie, per qualcuno è l’unico modo di integrarsi al di là della scuola. E’ bello per me vederli diventare più autonomi, si sono evoluti anche nelle piccole cose, come l’incitare i compagni dalla panchina invece di viverla passivamente. E notare la sensibilità dei normodotati mi commuove: come dico sempre, il baskin è per tutti ma non è da tutti”.
Per informazioni si può consultare la pagina Facebook dedicata, Baskin sezione Marche, oppure scrivere a marcella.monti@libero.it.
Buonasera,sono Anna e sono di Mondavio.Ho un figlio disabile(sindrome di down) di 14 anni e gli volevo far praticare il baskin,ma non so dove lo fanno e ne volevo sapere di più,grazie