Di Domenico è sicuro: “Le prossime amministrative potrebbero diventare storiche, ma le opposizioni facciano squadra”

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12 marzo 2014

PESARO – “Dopo il fallimento delle primarie del PD, ma del plebiscito di Matteo Ricci, ora la sinistra locale e i suoi alleati tremano e vedono concreto lo spettro del ballottaggio ed il segreto dell’opposizione non saranno i personalismi ma il gioco di squadra”.

Parole e musica di Alessandro Di Domenico, candidato sindaco per Futura Pesaro che parla di possibilità che “le amministrative del 2014 diventino le elezioni storiche nelle quali il centrosinistra, dopo quasi 70 di “dominio” incontrastato, passerà le consegne all’opposizione, ad oggi buona parte già compatta”.

“Il segreto della vittoria non sarà nell’esasperazione dei personalismi o dell’immagine ma, piuttosto, nel riuscire a presentare la “squadra di Governo” migliore possibile – il pensiero di Domenico – Una squadra che sappia offrire soluzioni concrete ai problemi della gente e che non sia solo finalizzata alla “conquista della poltrona” fine a se stessa. Oggi Pesaro ha bisogno di punti di riferimento certi, forti e preparati ad affrontare le sfide per il domani e una squadra che abbia anche capacità amministrative ed esperienza per governare una città come Pesaro. Una Futura Pesaro che oggi ha solo una vera priorità: il lavoro, cosa che tutti i candidati, tranne il sottoscritto che l’ha messo al primo posto del suo programma, troppo spesso lo mettono in secondo piano. La figura del sindaco deve essere la sintesi di queste caratteristiche; Ricci in questo ruolo non è altro che “il vecchio della politica”, lo stesso schema e la stessa matrice dei suoi predecessori; l’alternativa oggi è l’opposizione, ma non quella “arrembante” o basata sulla novità o il sensazionalismo,  ma è quella che ha acquisito competenze, aderenza nella città, che sappia offrire soluzioni percorribili, e che abbia lavorato per la città e per i cittadini pesaresi nell’interesse di tutti e non solo di una parte. Oggi tutti si riempiono la bocca di parole come “meritocrazia”, “competenza”, “cultura” e “capacità di Governo”, bene, è in questo solco che occorre costruire l’alternanza e dare discontinuità col passato. Se la proposta politica “antisistema” si dovesse basare solo  sull’emotività, sulla novità e sul cercare di “fare colpo”, sicuramente porta il consenso, ma non è la sola ricetta per la vittoria finale”.

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