di Redazione
9 giugno 2014
URBINO – Nemmeno il tempo di metabolizzare il cambiamento epocale di Urbino non più governata dalla sinistra, che il critico d’arte Vittorio Sgarbi – indicato dal neosindaco Maurizio Gambini come assessore alla cultura della sua giunta – lancia una proposta a metà tra la provocazione e il fattibile: “Voglio Urbino come capoluogo di regione… proporrò un referendum”.
“E’ pazzesco, ci hanno ignorato – ha fatto sapere Sgarbi riferendosi ai media nazionali che non hanno annoverato Urbino tra i capoluoghi di provincia, durante le lunghe tribune elettorali a commento dei risultati che si andavano componendo – Nessuno, nemmeno i grandi giornali, sa che Urbino è capoluogo, ma lo scambiano per Pesaro. Assieme a Perugia, il vero risultato era il nostro, e invece si parla di Padova dove c’è sempre stata alternanza così come in altri Comuni. Comunque a Urbino abbiamo fatto un’impresa. Non è possibile che la capitale del Rinascimento rimanga nella penombra. Questo è il vero capoluogo di Regione, eppure nessuno se ne è accorto”.
Quindi l’uscita che non ti aspetti: “Voglio lanciare un referendum: il capoluogo di Regione deve passare da Ancona a Urbino. Ancona è il capoluogo reale e attuale, ma Urbino è il capolugo del sogno e sinceramente non c’è confronto”.
Da vedere se si tratti di una provocazione o di una proposta concreta, fattibile in base alle vigenti leggi in materia. Aspettando che si capisca, rimane il dato epocale di una città – Urbino – che dopo 70 ha cambiato colore. Già il ballottaggio era qualcosa di nuovo… figuriamoci la sconfitta del centrosinistra. E su questo, senza dubbio alcuno, ha ragione Sgarbi.
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