di Redazione
1 dicembre 2014
PESARO – In Italia c’è una legge, la 68/99 che obbliga i datori di lavoro pubblici e privati ad assumere una determinata quota di lavoratori iscritti alle categorie protette, sette per cento dei lavoratori occupati, se occupano più di 50 dipendenti. Con questa legge lo Stato italiano ha voluto promuovere l’inserimento nel mondo lavorativo delle persone disabili e delle altre persone a cui la legge riconosce una condizione di svantaggio, cechi e sordi, invalidi di guerra, orfani per servizio.
I soggetti datoriali obbligati ad assumere invalidi o categorie protette possono utilizzare due strumenti che sono, sia la chiamata nominativa, quando è lo stesso datore di lavoro che individua la persona da inserire, che la chiamata numerica, quando il datore di lavoro fa riferimento alle liste reperibili presso i Centri per l’impiego.
L’ente pubblico può utilizzare anche lo strumento del concorso pubblico sia aperto a tutti, con la quota di riserva, sia dedicato espressamente a disabili.
Per poter accedere all’assunzione obbligatoria, la persona deve essere disoccupata e deve rientrare tra le categorie protette previste dalla legge oppure deve avere una percentuale di invalidità pari o superiore al 46%, unitamente a una certificazione che attesti e descriva le capacità residue al lavoro che viene rilasciata da una apposita commissione istituita nelle ASL.
Le persone con disabilità iscritte nell’apposito elenco tenuto dagli uffici competenti del collocamento obbligatorio sono inserite in una graduatoria (unica e pubblica) sulla base del punteggio risultante dagli elementi e dai criteri stabiliti dalle regioni e dalle province.
Per quanto riguarda i datori di lavoro che devono adempiere all’obbligo di assunzione di lavoratori con disabilità, invece, queste devono presentare richiesta presso i servizi per l’impiego, che si occupano di incrociare le richieste delle aziende con le liste dei disoccupati con disabilità, questi incroci tengono ovviamente conto delle caratteristiche dei posti da assegnare e delle capacità lavorative, delle abilità, delle competenze e delle inclinazioni, nonché della natura e del grado della minorazione della persona.
I datori di lavoro devono presentare la richiesta di assunzione entro 60 giorni dal momento in cui sorge l’obbligo di assunzione dei lavoratori disabili. Inoltre, le aziende soggette alla disciplina delle assunzioni obbligatorie devono inviare per via telematica al servizio provinciale competente, entro il 31 gennaio di ciascun anno, un prospetto informativo dal quale risultino il numero complessivo dei lavoratori dipendenti, il numero ed i nominativi dei lavoratori computabili nella quota di riserva, nonché i posti di lavoro e le mansioni disponibili per i lavoratori disabili.
“Nella nostra provincia dall’esame di detti prospetti – è l’allarme lanciato dal presidente regionale Anmic Massimo Domenicucci – emerge una realtà assurda ed inammissibile, alcuni enti pubblici che dovrebbero comunque essere più sensibili e dare il buon esempio utilizzando anche le nuove tecnologie, ed esempio permettendo al lavoratore di lavorare a casa utilizzando il telelavoro, sono invece i più insensibili e addirittura da anni rifiutano di incontrare i responsabili dei centri per l’impiego per concordare l’assunzione dei disabili. Capofila di questa insensibilità, con ben 104 disabili non assunti in obbligo, sono l’Area vasta n. 1 e l’Azienda Ospedaliera “Ospedali Riuniti Marche Nord”, con responsabilità da attribuire direttamente ai direttori generali e ai direttori delle unità gestione risorse umane e indirettamente, ma non di minore gravità, all’assessore regionale alla sanità che dovrebbe vigilare su tali inammissibili inadempimenti sintomi di grossa insensibilità”.
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