4 marzo 2015
FANO – Prosegue la traduzione dei sonetti in dialetto pesarese che Alessandro Procacci ha raccolto nel libretto intitolato “Rossini Ameno”. Ecco il tredicesimo sonetto, con la libera traduzione in italiano di Stefano Giampaoli:
Sonetto XIII
Un sonador d’trombon disoccuped
el dmanda ma Rossini da lavrè
tla su’ orchestra. El Maestre lè par lè
i dic: Bsogna ch’a senta s’tà del fied.
(Un suonatore di trombone disoccupato / chiede a Rossini di lavorare / nella sua orchestra. Il Maestro lì per li / gli dice: Bisogna che senta se hai del fiato.)
I dà un appuntament e stè sgrazied
el giorne stabilid il va a trovè.
C’era tratteniment; el s’mett malè,
Rossini intant ma un scherz l’ha già pensed.
(Gli da un appuntamento e questo disgraziato / il giorno stabilito lo va a trovare. / C’era trattenimento; si mette lì, / Rossini intanto ad uno scherzo ha già pensato.)
Tel strument i fa metta i maccaron
già cott, e ste por chén d’un sonador
el soffia sa i’occh d’Bega tel trombon
(Nello strumento ci fa mettere i maccheroni / già cotti, e questo povero cane di suonatore / soffia con gli occhi di Bega nel trombone)
finchè, sa un sforz più fort, i maccaron
i nn’è arscapedi. Rossini el rid de cor:
- T’sì un sonador in gamba, t’ha ragion.
(finchè, con uno sforzo più forte, i maccheroni / non sono riusciti. Rossini ride di cuore: / Tu sei un suonatore in gamba, hai ragione.)
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