di Redazione
3 agosto 2015
PESARO – «Un grande Palio: c’era tutta la città, un’edizione record dal punto di vista della partecipazione», commenta Matteo Ricci con lo sguardo rivolto alla Rocca, mentre Santa Maria dell’Arzilla solleva il trofeo. Per il sindaco, che si è girato in lungo e in largo per ore il fossato, «è l’evento che coinvolge maggiormente Pesaro e i suoi giovani. Spettacolo incredibile: complimenti ai vincitori, alle altre contrade e a tutti coloro che durante l’anno hanno lavorato per rendere unica la manifestazione. A cominciare da Massimiliano Santini e dagli altri organizzatori».
Dentro il Palio si mescolano storie a valenza sociale, che il sindaco vuole raccontare: «I ragazzi si ritrovano nei quartieri, per mesi discutono di coreografie, allestimenti, fanno cene, riscoprono l’identità locale. Proprio sabato scorso ero a Santa Maria dell’Arzilla, con i ragazzi della contrada che volontariamente hanno sistemato la pista polivalente dove le famiglie fanno giocare i loro bambini». Il resto è fatto di integrazione e volontariato: «Muraglia ha inserito nella sua squadra di corridori quattro profughi, coinvolti nel volontariato di quartiere: un’esperienza che dimostra come possano essere alleviate le tensioni sociali». Ma Ricci cita anche la presenza dell’Avis per la campagna di sensibilizzazione alle donazioni e il Centro Servizi Volontariato come partner della manifestazione, per arrivare a concludere che «il Palio lancia un forte messaggio di impegno civico. Oltre a dare un’immagine di colori, entusiasmo, scenografie che fa bene ai pesaresi. E ai turisti che respirano l’atmosfera della Rocca». Ai detrattori: «Se qualcuno storce il naso ce ne faremo una ragione». Sul futuro: «Dobbiamo organizzare un po’ meglio la visione della finale, lavoreremo su maxischermi e tribune. Ma i confini del nostro intervento sono sottili. Il Comune, che sarà sempre collaborativo e al fianco della manifestazione, non si deve appropriare del Palio: è dei giovani. Altrimenti è la fine…».»
LA STORIA DI DEMBA: DA PROFUGO SENEGALESE AL PALIO PESARESE
Demba ha 21 anni e viene dal Senegal; Lamin 18, ed è scappato dal Gambia. In fuga con un altro Demba, e con Foday da guerriglia e fame. Sono profughi ospiti da maggio a Pesaro, dove prestano lavoro volontario per la manutenzione del verde pubblico e delle scuole. Ieri il loro percorso di integrazione ha fatto un passo avanti: hanno corso, fra gli applausi e ”nessun coro razzista”, per il Palio dei Bracieri. ”Una bella storia di integrazione” ha detto il sindaco Matteo Ricci.
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