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30 agosto 2015
Luca Paolini*
Un (sedicente) profugo ospitato a Pesaro è stato arrestato mentre spacciava droga a minorenni al Pincio. In un paese normale tra 10 giorni, dopo un giudizio per direttissima, sarebbe già a bordo di un aereo o un treno diretto a casa sua perché, se fosse davvero un profugo avrebbe tradito sia la fiducia che l’Italia gli ha concesso che l’innocenza di ragazzini dodicenni.
Invece, dato che siamo in Italia, il giovanotto verrà mandato ai domiciliari presso la Cooperativa “pigliatutto” Labirinto, e a spese nostre, in attesa del processo.
Il quale, se andrà male, si concluderà con una condanna del tutto teorica che avrà efficacia deterrente, per lui e per altri spacciatori e trafficanti , pari allo zerovirgola….
Quanto alla mamma di uno dei minorenni acquirenti di droga, che , dopo aver detto “cosa sarà mai una canna” (sic!) ha anche insultato gli agenti dicendogli “ladri, farabutti, ve la fumate voi la roba che sequestrate..:”, andrebbe non solo condannata per oltraggio verso poliziotti che hanno fatto solo il loro lavoro, (e che semmai avrebbe dovuto ringraziare…) ma, soprattutto, obbligata anche ad un equo risarcimento danni, da devolvere a qualche Associazione di Vittime del Dovere.
Penso infine che se fosse capitata a me una cosa del genere, mio padre e mia madre mi avrebbero dato una lezione che avrei ricordata a lungo. Ma erano altri tempi…ancora esistevano valori, regole, buon senso…tutte cose uccise dal relativismo etico per cui tutto è lecito, tutto è giustificabile, tutto è normale..
*Lega Nord
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