La tentazione è ancora femmina? Parla la sessuologa di de.Sidera

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17 settembre 2015

d.ssa Sabrina Dini*

Chi ha difeso secoli di velleità contro la natura tentatrice delle donne, è stato – udite udite – un Papa, affermando “Donna tentatrice è luogo comune…”.

L’idea di TENTAZIONE è ben riassunta da un aforisma di Oscar Wilde: “le cose migliori della vita sono immorali, illegali o fanno male alla salute”.

mela1Quando parliamo di tentazioni, stiamo semplicemente osservando le motivazioni e i desideri da una particolare angolatura, quella della morale. Le motivazioni determinano il comportamento di un individuo o anche di una collettività: m. primarie, quelle tese al soddisfacimento di bisogni naturali e istintivi; m. secondarie, che soddisfano bisogni di carattere sociale e culturale. Possiamo pensarle come tendenze innate che negli esseri umani sono variamente plasmante dalla cultura. Invece parlando di tentazione è normale che ci si illumini la lampada religiosa, spegnendola possiamo descrivere la tentazione con le parole della Treccani: “, allettamento, impulso o stimolo, esterno o interno, a compiere qualche cosa che non si dovrebbe…” sottolineando quanto dipendano, come dalla cultura in cui si vive.

Ad esempio ho fame (bisogno fisiologico) mi viene in mente di mordere una mela (desiderio) e se la mela immaginata, non l’avessimo mai assaggiata ?… (curiosità).

Fame e curiosità sono motivazioni, e non sono né giuste né sbagliate da un punto di vista etico: sono naturali e necessarie per la sopravvivenza. Ma se immaginassimo di essere Eva, nel paradiso terrestre e Dio ci stesse proibendo di toccare quel frutto ?…La mia intenzione diventerebbe TENTAZIONE E QUINDI UNA QUESTIONE di BENE O DI MALE.

tentazionemelaevaSiamo abituati a regolare le nostre condotte sulla base di convinzioni e convenzioni, per cui la maggior parte di noi resiste bene alle tentazioni. Le tentazioni che sovrastano la nostra volontà e sfuggono al nostro controllo, sono la fatidica punta visibile dell’Iceberg.Questo, salvo alcuni casi che, possono rientrare nella patologia; il DSM (il manuale diagnostico dei disturbi mentali più utilizzato dalla comunità mondiale di psicologi e psichiatri) evidenzia manifestazioni che comportano problemi di controllo degli impulsi in varie categorie di disturbi mentali (i disturbi correlati a sostante quali droghe e alcool, le perversioni sessuali, il disturbo antisociale, il disturbo della condotta, la schizofrenia, i disturbi dell’umore), e prevede persino una apposita categoria chiamata “disturbi del controllo degli impulsi”, dove troviamo ad esempio il gioco d’azzardo; nella prossima edizione, saranno incluse le cosiddette “nuove dipendenze patologiche”, che includeranno la dipendenza da internet, dallo shopping, e così via. Bisogna notare però che impulsi e tentazioni non sono esattamente la stessa cosa; il criterio che separa normalità e patologia non è propriamente quello del bene e del male in senso etico, ma quello della pericolosità per sé e per gli altri.

Ma quando si dice tentazione, nell’immaginario collettivo, si pensa alla donna… La libido femminile, temuto e indecifrabile “continente nero” freudiano, ha un potenziale enorme, ma represso dal fallocentrismo dell’Occidente.

Freud ammise che la civiltà è costruita sulla repressione delle pulsioni e sulla libido sublimata: quale esempio migliore? Si dimostrò che la donna era un uomo incompiuto: la clitoride sarebbe un pene atrofizzato e le grandi labbra uno scroto spaccato. Invece è proprio il contrario.

Da un Freud “illuminato” all’inizio secolo ritocchiamo l’argomento con i movimenti femministi : Il primo femminismo affermò che si diventava donne per condizionamenti ambientali e culturali ; Il secondo femminismoseparò sessualità e procreazione e la donna finalmente si accorse che poteva essere un soggetto sessuale, e non solo un oggetto che subisce. Si estese la concezione dell’erotismo: dalla mera unione di organi ,alla fusione tra sensualità, emozione, passione,tenerezza, sentimento e consapevolezza di una possibile e reciproca conoscenza e comunicazione. Questo anche per maschi meno tradizionalisti.

Ma oggi ci sono anche i maschietti che non disdegnano tale appellativo e negli ultimi anni hanno preferito sostituire al ruolo atavico del cacciatore quello di “maschio tentatore “, iniziando così una guerra di immagini platinate tra questi ultimi e le donne, che comunque non sono riuscite a scrollarsi di dosso lo stigma di “tentatrici” .

La virilità consiste soprattutto in una personalità maschilmente equilibrata, a seguito dell’ aver beneficiato di un’educazione familiare armoniosa. L’arroganza maschilista spesso nasconde una fragilità caratteriale.

Si tratta di autentiche nullità in difensiva disconferma verso una cultura critica non posseduta, preoccupati di far credere di “essere”, di “sapere” e perfino di “avere”.

Concluderò “la mia tentazione “ con un altro aforisma di Oscar Wilde: “l’unico modo per liberarsi di una tentazione è cedere” .

*DeSidera

Chi siamo:
L’associazione di psicologia e sessuologia “de.Sidera” vuole essere uno spazio culturale di discussione di tematiche psico-sessuologiche, un momento per riflettere sulla propria sessualità, per rendersi consapevoli che il piacere, in ogni ambito, è accessibile, basta volerlo.

L’ associazione “de.Sidera” è formata da psicologhe e sessuologhe e si occupa inoltre di servizi alla persona attraverso consulenze all’individuo, alla famiglia e alla coppia e fornisce servizi di consulenze ai professionisti.

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Un commento to “La tentazione è ancora femmina? Parla la sessuologa di de.Sidera”

  1. Fedo scrive:

    La tentazione è donna!!!!

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