24 settembre 2015
La ricostruzione storica sulla figura di San Terenzio è un’operazione complessa perché suffragata da testimonianze diverse fra loro. Era proveniente dalla Pannonia (attuale Ungheria) o era oriundo pesarese? Non si conosce la sua data di nascita mentre, per quella della sua morte, si ritiene che venne ucciso fra il 247 e il 255. Non si sa “… se sia stato veramente vescovo oppure laico e militare …”.
L’ipotesi dell’insigne storico Annibale degli Olivieri, condivisa da studiosi recenti, fa ritenere che il Santo fosse di origine pesarese e responsabile della comunità cristiana della città. La nostra fonte storica è un opuscoletto di 48 pagine intitolato “I Santi di Pesaro” (Calendario della Giunta Diocesana Anno I° 1937 – XV) di D. G. Gabucci, con incisioni di D. S. Scalognini, edito a Pesaro dalla S. A. Coop. Buona Stampa – 1936 – XV. Attingendo dal testo si scopre che “Riguardo alla nazionalità del S. Martire il Bertuccioli, nel libretto sulla B. V. delle Grazie, fa notare che – molti Ungheresi venuti qui fra le truppe Tedesche nel 1831 e nel 1849, chiesero di S. Terenzio, dicendolo loro concittadino e vollero visitare l’Urna di lui”. E ancora vi si legge: “Due lapidi murate in Duomo nella Cappella di S. Terenzio, ricordano che nel 1447 il Vescovo Giovanni Benedetti aveva estratto il corpo di S. Terenzio dalla cripta della Cattedrale, ove era stato deposto nel 247 dal Vescovo Florenzio”. Ma anche questa ipotesi viene confutata da successive considerazioni per concludere: “Quindi in ordine cronologico le traslazioni del corpo di S. Terenzio si sarebbero susseguite in quest’ordine: appena avvenuto il martirio (come sembra più probabile verso il 251) il corpo del Santo fu inumato nella Valle di S. Terenzio dal Vescovo Florenzio; di lì, in epoca indeterminata, fu portato nella Basilica di S. Decenzio, cattedrale primitiva ( oggi Cimitero); verso la metà del VI secolo fu trasferito nella Cripta della nuova Cattedrale, eretta dal Vescovo Felice. Così l’affresco tutt’ora esistente in S. Decenzio starebbe a ricordare ove giacque in principio il corpo del nostro Patrono”. C’è un’antica leggenda, pubblicata dal Manerbi nel 1447, secondo cui le spoglie del Santo, dopo il martirio sofferto, furono trasportate a Pesaro con grande solennità. La tradizione vuole che Terenzio subì il martirio in quella zona oggi denominata Apsella di Montelabbate, nei pressi dell’Abazia di San Tommaso in Foglia. La solennità del trasporto della salma consistette nella presenza di tutti i fedeli, dei sacerdoti e del vescovo, che procedevano processionalmente cantando salmi ed inni. “Se ciò sembra impossibile per causa della persecuzione che tuttora infieriva contro i cristiani, non si può negare però che, come canta il Mamiani, appena avvenuto il martirio
Ivi il tuo sangue in picciol vetro accolto
Venne celatamente, e fur baciate
L’auguste tue ferite, e la tua salma
Negli unguenti composta ….
Fu custodita religiosamente e tramandata come un sacro pegno; ed i Pesaresi proclamarono fin d’allora S. Terenzio protettore della loro Città”.
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