“Tifosi granata demonizzati”. L’analisi di Candelora all’ennesimo divieto di trasferta per i supporters del Fano

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29 ottobre 2015

Sandro Candelora*

FANO – E poi dice che uno fa la vittima… A questo punto anche Matusalemme in persona perderebbe la pazienza e ne canterebbe quattro a chi sta letteralmente prendendo di mira i supporters granata, fatti oggetto di un’autentica strategia della tensione, partorita non si sa bene da quale mentecatto ma le cui finalità sono sin troppo evidenti. Dunque, facendo il riassunto dei fatti riscontrati a partire dal pasticciaccio brutto della gara con la Samb (le cui responsabilità sono ormai note anche ai muri), dobbiamo elencare una serie di cervellotici diktat e di comportamenti che giudicare ambigui è dir poco.

STOP ALLA REPRESSIONESi è iniziato il delirio con il divieto di trasferta a Jesi. Nella forma, all’indomani degli eventi precedenti, ci poteva stare, chè certa gente ragiona in automatico con il paraocchi e di certo non sa che tra le due tifoserie esiste un gemellaggio tra i più tradizionali a livello nazionale. Passi, quindi. Poi è arrivata la rabbrividente operazione di schedatura forzata (cos’altro è stato, in effetti?) messa in atto agli ingressi in occasione del match casalingo con il Chieti, allorquando la gente (tutta, indistintamente) si è vista puntare addosso una telecamera accusatoria. Alzata di ingegno che fa a pugni con i più elementari diritti democratici. Chi ha autorizzato una tale iniziativa? Su quali presupposti legittimi? Per quale nascosto (o palese, a ben guardare) obiettivo? Da ultimo è arrivato l’assurdo veto allo spostamento in occasione della partita di Domenica prossima, in casa del San Nicolò.

La curva del Fano (Foto tratta da Facebook)

La curva del Fano (Foto tratta da Facebook)

A questo punto, la misura è davvero colma. L’indignazione giustificata e le risposte doverose. Ora, delle due l’una. O i sostenitori fanesi sono una massa di hooligans dei tempi eroici, sullo stile dei ‘maestri’ inglesi degli anni ’70 e ’80, che mettevano sul serio a ferro e fuoco ogni angolo d’Europa ogni volta che si muovevano. Il che non è e lo sanno tutti. Ovvero c’è una trama chiara, un disegno preciso teso a criminalizzare la curva, lo stadio e di riflesso la collettività nel suo insieme. E questo è un sospetto che si sta facendo sempre più certezza. Ma siamo sicuri che gli ultras non cadranno nella trappola e sapranno reagire con intelligenza e dignità ai soprusi che stanno patendo. La tifoseria tutta è chiamata a fare quadrato attorno a loro e noi vigileremo. Sempre e comunque. Per una questione di principio. E perché qui si sta giocando una partita importantissima. Da non perdere. Quella della civiltà.

*Opinionista Alma Juventus Fano per Pu24

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