di Redazione
27 novembre 2015
ANCONA – Spese pazze in Regione, chiusa l’inchiesta della Procura di Ancona che ha chiesto il rinvio a giudizio per 66 fra consiglieri, ex consiglieri e funzionari. Come riporta il Corriere Adriatico online, l’accertamento tra il 2008 e il 2012 riguarderebbe 1,2 milioni di euro.
I reati ipotizzati sono peculato o concorso in peculato, per spese ritenute non congrue con l’attività istituzionale come pranzi e cene con sostenitori, onomastici e compleanni festeggiati assieme a familiari, oltre a rimborsi chilometrici che sarebbero stati taroccati, consulenze, regali di Natale, ricariche telefoniche e stampe di manifesti. Migliaia di scontrini al setaccio dalla Guardia di finanza di Ancona, in un’inchiesta iniziata più di tre anni fa.
ESULTA IL FAP
“Siamo soddisfatti che la giustizia stia seguendo il suo corso”. Questa è la dichiarazione di Giacomo Rossi, presidente del movimento civico “Fronte di Azione Popolare Pesaro-Urbino” che insieme a diversi cittadini marchigiani ha seguito in prima persona la vicenda dei “rimborsi pazzi” in Regione.
Dice Rossi: “Siamo contenti che la Giustizia stia facendo il suo corso e che i 66 indagati della vicenda “rimborsi pazzi” in Regione siano stati rinviati a giudizio. Fortunatamente la magistratura non si è fermata davanti a quest’ennesimo abuso della politica. Speriamo ora che chi ha rubato e l’ha pure dichiarato con la presentazione degli scontrini “pazzi”, paghi per questo ladrocinio che ammonta a ben 1,2 milioni di euro. Come minimo, ci auguriamo che chi è coinvolto ed ancora siede nei banchi del Consiglio o della Giunta, possa sospendersi dal proprio incarico!”.
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