24 dicembre 2015
PESARO – A vederla in ottica milanese, non ci sarebbe tanto da essere allegri dopo il match di mercoledì sera, con un’Armani Milano che, pur con l’attenuante delle assenze di Gentile, Hummel e Cerella, non è riuscita ad imporre la sua superiorità fisica, intestardendosi a tirare da tre punti (29 volte), con percentuali deficitarie, invece di appoggiare il pallone dentro l’area – solo 4 assist – e sfruttare i chili e i centimetri che i lunghi pesaresi non potevano tirare fuori come per magia dal proprio roster. Poi sul più nove, a sette minuti dalla sirena, una squadra costruita per l’Eurolega e per vincere lo scudetto, non avrebbe dovuto consentire agli avversari di rientrare in partita e di giocarsi il tutto per tutto nei minuti finali, dove spesso contano più la voglia di vincere e la carica agonistica che il puro talento.
Ma questi sono problemi di coach Repesa, noi dobbiamo analizzare la prestazione dei ragazzi di Paolini e di una Consultinvest che infila la terza vittoria consecutiva – non accadeva dal maggio 2014 – e per la prima volta in stagione, si stacca dall’ultimo posto di quattro lunghezze, acciuffando il gruppone delle none, anche se attualmente – per la classifica avulsa – Pesaro è 14esima. Ma soprattutto la Vuelle è viva e vegeta, trascinata da un Daye, non formato Nba, perché in America Austin raramente aveva mostrato queste qualità, ma formato Pesaro, città che l’ha visto crescere da bambino e che sembra essergli subito entrata nel cuore, con un atteggiamento che non si notava da tantissimo tempo in riva al Foglia.
Vederlo in mezzo al campo a braccia alzate, per chiedere al suo pubblico di sostenere la squadra, è la fotografia che dovrebbe essere messa in un ipotetico poster del 2015, immagine simbolo dell’atteggiamento con cui è arrivato in Italia, al di là della pura tecnica, che rimane comunque di primissimo ordine, anche se la difesa milanese gli ha fatto sentire tutta la sua fisicità, non concedendogli quella libertà che aveva avuto a Capo d’Orlando. E l’arrivo di Daye sembra essere un toccasana per tutto il gruppo, specialmente i giovani americani che vedono in lui quel giocatore d’esperienza dal quale apprendere ed imparare a piene mani, senza soffrire troppo di gelosia, perché in questa Vuelle c’è spazio per tutti, come si è visto nel finale del match con l’Armani, dove non è stato Daye ad essere determinante, ma sono stati i canestri di Christon e Lacey a far svoltare la partita dalla parte di una Consultinvest che adesso si appresta a riabbracciare Tau Lydeka e saluterà Maurice Walker, ragazzo serio e generoso, che paga la mancanza d’esperienza e un fisico non proprio adatto alla serie A, augurandogli di proseguire la sua carriera in un campionato più adatto alle sue caratteristiche.
I PIU’…
Trevor Lacey
Tecnicamente potrebbe diventare una delle migliori guardie del continente, perché unisce una buona tecnica ad un fisico eccellente, ma non sempre riesce a farle valere, frenato forse da un’eccessiva modestia. L’arrivo di Daye e il lavoro di tutto lo staff tecnico sembrano averlo sboccato definitivamente, come ha dimostrato negli ultimi minuti del match contro Milano, dove è stato assoluto protagonista.
Semaj Christon
Un bel passo avanti rispetto alle sue ultime deludenti prestazioni. Se capirà che dal giocare con un compagno che parla la sua stessa lingua cestistica ne trarrà solo giovamento, potremmo ritrovare il Christon di inizio stagione, quello già pronto per l’avventura Nba.
Tiri liberi
20 su 21 dalla lunetta: un solo errore – di Candussi – per la Vuelle dimostrando ancora una volta che nella pallacanestro i liberi sono il termometro dello stato di salute emotivo di una squadra.
Francesco Candussi
Ragazzo da tenere d’occhio nei prossimi anni perché, appena metterà su una massa muscolare capace di tenere testa ai califfi d’Oltreoceano, potrà dire la sua anche a buon livello. Per adesso cerca di rendersi utile a rimbalzo e in difesa, dove non gli manca la volontà di battersi ad armi pari contro avversari più scafati di questo ragazzone 21enne.
…E I MENO DELLA SFIDA PESARO – MILANO
Giulio Gazzotti e Nicolò Basile
Quando il livello sul parquet sale, vengono fuori tutte le loro lacune tecniche, specialmente quelle del capitano che soffre terribilmente il pressing e non dà mai la sensazione di potersi destreggiare e condurre per mano i suoi compagni.
Rimbalzi
45 a 35 per Milano nella lotta a rimbalzo, anche se nell’ultimo periodo la Vuelle riesce ad effettuare quei tagliafuori che non gli riuscivano nei primi tre quarti del match, che gli hanno poi consentito di portare a casa i due punti.
TAU LYDEKA
E’ sicuramente un gradito ritorno quello di Lydeka in maglia Vuelle, dopo due stagioni nelle quali spesso era il pivot titolare, quello che veniva schierato nei momenti topici del match al posto di Cusin. Perché il lituano è un atleta che non si tira indietro quando c’è da metterla sull’agonismo e fa del gioco “sporco” il suo marchio di fabbrica. Centro 32enne di 208 centimetri, Lydeka è il classico centro tecnico di scuola lituana, in grado di fare tutte quelle piccole cose che non vanno a referto, ma che sono utilissime nell’economia di un match, come un blocco cieco per liberare un compagno, un tagliafuori al momento giusto e un fallo duro, ma non cattivo, per non far segnare facilmente un avversario. In attacco non ha proprio una mano fatata, anche se le sue triple piedi per terra le può sempre mettere a segno, ma a differenza di Walker – del quale prenderà il posto – sa tramutare in due punti gli assist dei compagni, grazie ad una buona manualità e alla capacità di liberarsi dopo il pick and roll.
Debutterà subito a Cantù domenica prossima e con il suo ingaggio la Vuelle sembra aver ripetuto l’operazione Shepherd: ovvero, dopo aver sondato il terreno per qualche settimana alla ricerca del “colpo”, ha preferito andare sul sicuro, affidandosi a giocatori già esperti del nostro campionato e subito pronti all’uso, senza farsi tentare da nomi, magari più altisonanti, ma che non avrebbero dato ulteriori garanzie. Certamente in giro c’erano centri più forti del lituano e con maggiore prestanza fisica, perché Lydeka non è un lungo da alley-oop, quelli ai quali alzare il pallone in aria, sapendo che poi arriverà una schiacciata, ma con l’arrivo di Tau si è andati su una sorta di “usato sicuro”, su un giocatore che – senza essere un fenomeno – potrebbe dare una bella mano alla Consultinvest che, senza farsi distrarre dagli ultimi risultati, deve rimanere coi piedi per terra e concentrata sull’obiettivo salvezza. Va bene farsi prendere dall’entusiasmo, ma prima di guardare verso l’alto sarà bene accertarsi che alle proprio spalle ci siano tante altre squadre.
DAGLI ALTRI PARQUET
Si ricompone il gruppone al comando, dopo le sconfitte subite dalle tre capolista, con Reggio Emilia che cade pesantemente a Sassari, mentre a Cremona non riesce la rimonta definitiva sul campo di Varese, con la Vanoli superata al supplementare. Tornano in vetta Trento, che supera con qualche affanno Capo D’Orlando, e Pistoia, che batte al fotofinish Venezia, mentre Brindisi fa un grosso passo avanti verso le Final Eight di coppa Italia superando in extremis una coriacea Torino. Per la parte sinistra della classifica, importante il successo nel derby campano di Caserta che espugna il parquet della Sidigas Avellino, mentre Bologna sfrutta il fattore campo superando l’Acqua Vitasnella Cantù.
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