5 gennaio 2016
SASSOCORVARO – “Se necessario occuperò l’ospedale, ma io non mollo.” Esordisce così Daniele Grossi, sindaco di Sassocorvaro dopo l’assemblea dei sindaci, al quale hanno preso parte ieri tutti i primi cittadini dell’entroterra e i relativi presidente delle Unioni Montane: Montefeltro, e Alta Valle del Metauro. I sindaci chiedono alla Regione di essere ascoltati e per sabato 9 gennaio hanno indetto un Consiglio straordinario per decidere il futuro della sanità dell’entroterra e, nell’eventualità, quali azioni intraprendere nell’ipotesi della non attuazione delle ultime determina.
“La decisione di convocare la conferenza di questa mattina è stata determinata dal voler contrastare e bloccare le attuazioni delle determine Asur 914 e 916 che ci sono piombate come petardi nella notte del 31 dicembre.“
Sassocorvaro, Cagli e Fossombrone, quindi l’entroterra, che si trova sprovvisto dei servizi di primo intervento e medicina generale si troverà in uno stato di grande deponteziamento. Se non riusciranno a far valere le proprie ragioni in virtù del decreto Balduzzi che prevede un punto a favore delle aree disagiate, zone che distano a più di 60minuti dal pronto soccorso principale,sono pronti ad appellarsi al Consiglio di Stato.
“Il servizio di primo intervento e di medicina generale sono servizi che andrebbero potenziati piuttosto che ridimensionati, essendo questo un territorio disagino – spiega Grossi, che continua – Non è possibile sperimentare queste nuove disposizioni delle nuove determine sulla pelle dei cittadini. I sindaci hanno il dovere e l’obbligo di tutelare i loro cittadini per quanto riguarda la sanità pubblica e per questo motivo chiediamo unitamente di sospendere ogni procedura messa in atto. Altrimenti ci vedremmo costretti a ricorrere e rivolgersi al Consiglio di Stato.“
Lo stato attuale prevederebbe la trasformazione del reparto di medicina generale a reparto per posti di cure intermedie con assistenza infermieristica e senza poter accogliere ricoveri dal pronto soccorso di Urbino, non potendo ricevere lungo degenze. Trasformazione che potrebbe mettere a dura prova il nosocomio ducale: “Questa situazione mette a rischio anche la struttura di Urbino che non ha spazi e posti letto per accogliere i pazienti dell’entroterra con il rischio di dover trasferire i pazienti del Montefeltro nella struttura ospedaliera di Pergola che dista a più di un’ora e mezza dai nostri comuni, mettendo in difficoltà i nostri cittadini. Per questo motivo chiediamo di mantenere un reparto di medicina generale con la possibilità di ricovero dai presidi ospedalieri per rispondere ai bisogni territoriali.“
I sindaci chiedono un punto di primo intervento h24 come nella vecchia disposizione e collaborazione tra il medico del 118 e quello del reparto, avendo all’interno della struttura un medico ospedaliero h24 e riavendo quindi il medico che attualmente dall’1 gennaio 2016 è stato trasferito nella struttura di Urbino.
“Purtroppo, quello che sta accadendo non è in linea con quanto concordato con Il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, che aveva preso un impegno politico a tutela degli ospedali delle aree interne.”
Sindaco che il presidente Ceriscioli questa mattina ha contattata prima dell’assemblea:
“Sono stato contattato poco prima dell’assemblea da parte del Presidente che ha ribadito la sua posizione e visione sugli ospedali dell’entroterra rimarcando gli impegni presi a tutela dei cittadini delle aree interne e nel potenziamento di queste strutture. Ceriscioli manterrà gli accordi presi con i Sindaci e chiederà spiegazioni sull’accaduto ai responsabili del servizio sanitario per risolvere al più presto questa delicata situazione“.
Al termine della riunione tutti i sindaci, al completo rispetto l’ultima assemblea, con il presidente Maurizio Gambini si sono detti determinati nel far valere i diritti dei cittadini dell’entroterra, con l’intenzione di portare a casa una soluzione nel Consiglio urgente convocato per sabato mattina.
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