di Redazione
11 gennaio 2016
ROMA – Anche Pu24 vuole contribuire ad allargare la cassa di risonanza che circonda la drammatica vicenda di Vincenza Sicari. Una storia che non può passare sotto silenzio. Una storia che dall’angoscia derivata dalla rarità di una malattia fulminante e rarissima sta sconfinando nel misto di avvilimento e frustrazione derivato da quella che – dal letto del Policlinico Gemelli di Roma dove si trova dal 24 dicembre – Vincenza definisce senza tanti giri di parole una “tremenda storia di mala sanità” racconta la 37enne lodigiana ex maratoneta dell’Esercito con 5 vittorie in carriera tra cui Torino e Firenze , partecipazioni azzurre agli Europei e ai mondiali di mezza maratona, nonché 29esima alle Olimpiadi di Pechino ”Non ho chiesto io di venire a Roma – racconta – è stato il Policlinico a mostrarsi inizialmente interessato al mio caso. Invece, una volta arrivata qui, mi sono sentita rispondere che io per la sanità sono un costo troppo elevato e che non si può ricominciare a riesaminare il mio caso dall’inizio. Sono arrivata subito dopo Natale e mi ritrovo solo parcheggiata qui senza assistenza. Nonostante abbia mostrato le biopsie muscolari che diagnosticano una malattia degenerativa. E ogni giorno che passa in questa indifferenza per me è un giorno in meno”.
Una storia che Vincenza Sicari ha urlato a gran voce nei giorni scorsi attraverso un’intervista a Giovanni Certomà di Track & Field Channel News. Cliccando qui riproponiamo il file audio dell’intervista
Per Vincenza il calvario è iniziato nel 2013: “E’ cominciato tutto con una inspiegabile debolezza, con delle febbriciattole continue e poi con una polmonite – racconta – e nessuno riusciva a capire bene cosa avessi. Poi dopo una serie di accertamenti mi è stato diagnosticato un tumore al timo e sono stata operata sperando che la situazione si risolvesse. Ma non è andata così. Perchè poi la mia condizione ha continuato lentamente a peggiorare. Questa è una malattia alla quale ancora non si riesce a dare un nome e un cognome”
Dopo aver corso per tutta la vita, ora Vincenza è ferma a letto, non cammina quasi più e pesa meno di 40 chili. Dopo le cure a Milano con il professor Claudio Mariani, la sua parabola di cura è passata per questo controverso trasferimento romano. Dove la situazione si è aggrovigliata. Per cercare di sbrogliare la matassa si è mosso anche il presidente del Coni Giovanni Malagò (“Non posso che ringraziarlo”). L’obiettivo è quello di trasferirsi il prima possibile a Pisa, dove un’equipe specializzata si è resa disponibile a collaborare con Milano per scuotere le cure da questo immobilismo.
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