Finalmente una Consultinvest da rimonta. Ma i dubbi su Paolini non svaniscono

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1 febbraio 2016

PESARO – E’ sempre difficile stabilire se, quando le partite hanno un andamento altalenante e pazzo come quello tra Pesaro e Varese, sia più colpa di chi non riesce a tenere un vantaggio ampio a pochi minuti dalla fine o sia più merito di chi compie l’impresa di rimontare svantaggi anche di 16-18 punti. Ma d’altra parte, era stata Pesaro nelle ultime partite a farsi rimontare, per poi perdere in volata e sta nella natura dell’alternanza e nell’equilibrio delle cose, che prima o poi la ruota debba girare a tuo favore.

Consultinvest Vuelle PesaroMa noi siamo Pesaro e se non ci complichiamo la vita, almeno in campo cestistico, non siamo contenti. E così con qualche decina di persone che avevano già lasciato l’Adriatic Arena durante l’ultimo quarto, la Vuelle compie la sua seconda mini impresa stagionale, dopo il successo natalizio contro Milano, con la sicura complicità di una Varese che ha praticamente smesso di giocare negli ultimi dieci minuti, nei quali ha realizzato solamente 4 punticini, ma con il grosso merito di essere riuscita a girare l’inerzia del match all’inizio dell’ultimo periodo. Nel quale la Consultinvest ha fatto tutte le cose che non gli erano riuscite fino a quel momento, ovvero ha cominciato a difendere, ha selezionato meglio le conclusioni offensive e soprattutto non ha mai effettuato un cambio, lasciando sempre sul parquet il quintetto composto da Christon, Ceron, Lacey, Daye e Lydeka. Ma chi c’è dietro questa decisione? Coach Paolini, che ha capito che i suoi panchinari non riescono più a rendersi utile, con l’eccezione di Ceron e ha deciso, dopo gli innumerevoli tentativi falliti durante la stagione, di spremere i suoi titolari, concedendogli solamente qualche minuto di riposo? Oppure è iniziata una sorta di autogestione, con Daye a tirare le fila e decidere quale quintetto debba finire le partite, per avere qualche possibilità di portare a casa i due punti?

Bella domanda, anche se è chiara la sensazione che il buon Paolini abbia da tempo perso le redini di una Vuelle difficile da gestire fin dal precampionato, ma che da quando è arrivato Daye, è ancora più complicata da coordinare. Con Austin che condiziona nel bene e nel male questa squadra, soprattutto nella fase difensiva, perché è giusto sottolineare come Daye non sia proprio un difensore, tutt’altro, e che con lui in campo, gli altri compagni devono aumentare la loro intensità difensiva. Ma non si è preso Daye col compito di fargli marcare l’avversario più pericoloso. Si è deciso di prendere la 15esima scelta assoluta Nba del 2009, per alzare il rendimento offensivo della Vuelle e le cifre sono tutte dalla sua parte se è vero che nelle nove partite finora disputate, sta viaggiando a 22.8 punti, 9.9 rimbalzi, 6,4 falli subiti, 51.3 % da 3, 24,6 di valutazione, cifre che lo collocano al primo posto di tutte e cinque le voci statistiche, pretendere che fosse anche un’eccellente difensore forse era troppo.

Consultinvest Vuelle PesaroPoi ci sono leader silenziosi, che fanno parlare solo il campo e ci sono leader esuberanti, pronti a dire la loro su tutti e tutto, su compagni ed arbitri, sull’allenatore e sulla sua gestione e sicuramente Daye non è venuto qui a fare il compitino, ma è venuto in Italia per essere quel protagonista che nell’Nba non poteva diventare per diversi motivi. Ma qui non si deve vincere contro Golden State o Cleveland, qui bisogna arrivare davanti a Capo d’Orlando o Torino – con tutto il rispetto nei confronti di queste ultime – e avere tra le tue fila un fuoriclasse come Daye potrebbe essere determinante.

A questo punto, si dovrà decidere se andare avanti con coach Paolini o guardarsi in qualunque caso intorno, alla ricerca di un allenatore dal maggior carisma, in grado di gestire al meglio il materiale umano a sua disposizione, consapevoli che, col passare delle giornate, sarà sempre più difficile per l’attuale allenatore pesarese, riuscire a farsi seguire dai suoi ragazzi, con il gruppo italiano che rischia di diventare un accessorio. Se fosse già disponibile ad arrivare in riva al Foglia, un allenatore preparato e con un’esperienza maggiore di quello attualmente seduto sulla panchina della Vuelle, l’operazione andrebbe fatta nel giro di pochissimi giorni, altrimenti, se dalla lista ristretta di nomi (Dalmonte, Frates, Aza Petrovic) non uscisse un candidato serio, disposto in qualunque caso a farsi da parte la prossima estate, quando dovrebbe iniziare il nuovo ciclo biancorosso, si andrà avanti con Paolini, con tutte le problematiche del caso, consapevoli che il compito di un allenatore è anche quello di non fare innervosire la sua stella e fortunatamente, questa Consultinvest, ne ha una che brilla di luce propria.

I PIU’ ……

Austin Daye: La tripla di tabella del 72 a 71 potrebbe anche essere definita un colpo fortunato, ma se la fa un campione viene definita un colpo di classe. E che Daye sia un fuoriclasse lo si è visto anche contro Varese. Dove è stato determinante con i suoi 32 punti, gli 8 falli subiti, i 10 rimbalzi e i soli 6 errori su 17 tentativi dal campo, probabilmente sul meno 16 era l’unico a credere nella vittoria della sua squadra, fiducia ampiamente ripagata al 40’.

Consultinvest Vuelle Pesaro

Tau Lydeka

Tau Lydeka: Riesce a gestire la situazione falli, rimanendo sul parquet per ben 35 minuti, nei quali lotta, sbraccia, difende, segna e cattura rimbalzi. Una vera quercia dentro l’area, l’esperienza che mancava alla Vuelle sotto canestro. Poi ci si può sempre chiedere se a Pesaro servisse un altro tipo di centro, più atletico e dinamico, ma se si cercava un uomo capace di lottare e difendere per due, la scelta è ampiamente condivisibile.

Rimbalzi: 40 a 30 per Pesaro, che ne concede solo 5 offensivi a Varese, voce statistica da sempre tallone d’Achille di una Vuelle finalmente concreta sotto il proprio tabellone, con 2 soli punti concessi sulle seconde opportunità.

Selezioni del tiro: Saremo dei tipi all’antica, ma al basket tutto tiro da tre di questo 21esimo secolo, preferiamo quello vecchia maniera, quello con i centri protagonisti. Le sole 14 triple tentate da Pesaro, contro i 49 tiri presi da 2, sono un segnale che c’è ancora spazio per una pallacanestro antica, ma sicuramente più bella esteticamente.

…. E I MENO DELLA SFIDA PESARO – VARESE

Panchina: 0 punti, ma stavolta, con l’eccezione di Ceron, i panchinari biancorossi rimangono praticamente a sedere per tutto il match, con soli 9 minuti complessivi giocati dal terzetto composto da Candussi, Basile e Gazzotti. Contro Varese sono arrivati i due punti, ma urge ritrovare al più presto, un contributo almeno accettabile dal pacchetto italiani biancorosso.

Tiri liberi: Ancora una percentuale sotto al 70% per la Consultinvest, con errori che non ti aspetti da tiratori solitamente precisi come Daye, mentre Lydeka sembra aver peggiorato la sua meccanica di tiro rispetto a qualche anno fa.

IL MOMENTO DELLA SQUADRA

Parte tutto dalla difesa. Te lo insegnano fin dagli juniores, quando ragazzini di 16-17 anni scalpitano per avere il pallone in mano e tirare ogni volta che ne hanno la possibilità, mentre i loro allenatori – almeno quelli bravi – puntano sulla fase difensiva. Perché in attacco puoi produrre punti anche se non sei un fenomeno o ti impegni il giusto, mentre in difesa non puoi nasconderti e, se non abbassi il sedere e ti fai trovare distratto, subire i due – o tre – punti diventa quasi automatico. E la Vuelle del secondo quarto di distrazioni ne ha commesse tantissime, facendosi battere praticamente in ogni uno contro uno, con Basile a lasciare autostrade a Wayns, Daye a concedere metri a Kangur, Shepherd a guardare Kuksiks tirare comode triple piedi per terra, senza dimenticare i tentativi maldestri di schierarsi a zona. Difesa che colpevolmente coach Paolini non è mai riuscito a far digerire alla sua squadra in questi cinque mesi.

Consultinvest Vuelle Pesaro

Jevohn Shepherd

Poi, dopo un terzo quarto nel quale Varese ha avuto il demerito di non affondare il colpo, accontentandosi di mantenere un vantaggio in doppia cifra, Paolini azzecca la mossa Ceron su Wayns, mossa che il buon Ricky ha candidamente ammesso di non essere stata preparata a tavolino e tutto il quintetto presente sul parquet, alza l’asticella dell’intensità difensiva, chiudendo finalmente le linee di passaggio, andando a rimbalzo con autorità, non concedendo più triple facili (0 su 8) piedi per terra e i soli due canestri concessi all’attacco varesino ne sono stati la logica conseguenza. Poi è chiaro che bisogna anche fare canestro dall’altra parte, ma senza difesa non si va tanto lontano, come non si va lontano senza uno spirito comune di sacrificio. Perché una buona difesa è figlia della volontà di aiutare un tuo compagno, facendo quel passo in più che ti costa fatica, ma che alla lunga risulterà decisivo per la vittoria della tua squadra.

E la vittoria colta contro Varese non sarà decisiva per la salvezza della Vuelle, ma ha la sua bella importanza guardando la classifica, dove l’OpenJob Metis ha 14 punti, pur mantenendo il vantaggio nel confronto diretto – all’andata Pesaro perse di 7 – ma, per come si erano messe le cose al 30’, non ci si può lamentare, Torino è rimasta a quota 10 e si aspetta di conoscere il risultato del match di stasera tra Capo d’ Orlando (10) e Bologna (12), con la Virtus – prossima avversaria della Consultinvest – che si gioca una buona parte della stagione in queste due partite.

Sarà una settimana più lunga del solito, sia perché contro Bologna si giocherà di martedì, sia perché la vittoria rocambolesca contro Varese, non può cancellare i tanti problemi che affliggono questa Consultinvest, attesa, nelle prossime settimane, da un calendario complicato, con Reggio Emilia, Trento, Sassari e Brindisi che non regaleranno niente. L’immagine di coach Paolini seduto da solo a meditare nell’intervallo, sulla sua panchina, con i suoi giocatori negli spogliatoi e Daye che esce per primo dal tunnel e gli si affianca, parlando con lui fitto fitto per cinque minuti, potrebbe essere la svolta della stagione, non sappiamo se negativa o positiva, ma sicuramente rimarrà uno dei momenti chiave di questa travagliata stagione della Vuelle.

DAGLI ALTRI PARQUET

Cade Milano in casa, notizia già clamorosa in sé, ma ancora più eclatante, se si considera che in regular season non accadeva da ben 41 giornate. Merito dell’Avellino di coach Sacripanti, alla sua quinta vittoria consecutiva, che sta rapidamente scalando una classifica dove l’Armani è stata nuovamente raggiunta da Reggio Emilia. Brava ad espugnare il parquet dell’Acqua Vitasnella Cantù, con i brianzoli ancora alla ricerca della giusta alchimia. Rallentano anche Pistoia e Cremona, con i toscani che vengono battuti a domicilio da una positiva Trento e i lombardi che lasciano i due punti ad una Pasta Reggia Caserta orfana di Cinciarini e Gaddefors. Si aggrava la crisi di Sassari, attualmente ottava, che cade a Brindisi nell’anticipo di mezzogiorno, mentre Venezia fa il suo dovere, battendo con autorità Torino.


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