di Redazione
13 luglio 2016
Urbino Musica Antica si conferma così come punto di riferimento per l’approfondimento della prassi esecutiva antica anche grazie alla magica sinergia che si instaura tra gli allievi dei corsi di perfezionamento, veri e propri laboratori di produzione musicale, in cui l’esperienza della musica viene vissuta in una cornice fuori dal tempo, in un luogo in sintonia con l’epoca del repertorio eseguito.
Il Festival, sotto la direzione artistica di Marcello Gatti, ha il patrocinio della Presidenza della Repubblica. Inoltre, è organizzato con il sostegno del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, della Fondazione Cassa di Risparmio di Pesaro, del Comune di Urbino, della Comunità Montana dell’alto e medio Metauro, dell’ERSU, della Regione Marche, della Provincia di Pesaro e Urbino, del Centro Provinciale Promozione Beni Culturali, e della Commissione Nazionale Italiana UNESCO e promosso dalla Città di Urbino – Assessorato Rivoluzione, Cultura e Agricoltura, Difesa del paesaggio e del Centro guidato da Vittorio Sgarbi.
La rassegna si apre sabato 16 luglio alle 21,30 presso il Salone Raffaello. Nel primo concerto amor sacro e amor profano si contrapporranno in un avvincente programma di musica seicentesca dal titolo In dulcedine et ardore, che vedrà impegnate il soprano Lia Serafini e l’arpista Maria Cleary. Ardore mistico, ma anche sospiri e follie sono i sentimenti e le emozioni che le due artiste vogliono comunicare nell’esecuzione delle musiche di Caccini, Monteverdi, Rossi, Strozzi, Merula e G. A. Rigatti. Lia Serafini, presente a Urbino anche come docente dei Corsi di perfezionamento, è una delle specialiste dello stile vocale antico, interprete raffinata di tutte le gradazioni espressive del multiforme caleidoscopio che è proprio del repertorio vocale del barocco italiano. Maria Cleary è un’affermata strumentista specializzata nelle arpe storiche e impegnata in un’intensa attività concertistica sia come solista sia come esperta della pratica del basso continuo sull’arpa.
Domenica 17 luglio alle 19,00, nel Salone Raffaello, Susanne Scholz proporrà un Recital di violino con musiche di G. Bassano, Th. Baltzar, J. J. Vilsmayr, J. S. Bach. Un programma che si snoda sul virtuosismo e sulla potenza espressiva e melodica del violino, ripercorrendone il repertorio dal rinascimento veneziano alla Germania del Seicento fino a Bach, autore che ha saputo donare a questo strumento alcune delle pagine più intense ma anche più ardue del suo repertorio.
Lunedì 18 luglio alle 21.30 il Cortile d’onore di Palazzo Ducale ospiterà uno dei concerti di punta del festival: la European Union Baroque Orchestra (EUBO) diretta da Lars Ulrik Mortensen, importantissima figura di riferimento, come clavicembalista e direttore, nel panorama della musica barocca di oggi nonché attuale direttore artistico dell’orchestra. La EUBO è un organismo promosso dalla Comunità Europea che seleziona e riunisce in progetti semestrali i migliori giovani strumentisti provenienti dai vari paesi, offrendo loro l’opportunità di lavorare coi più affermati specialisti realizzando poi tournée di concerti nei diversi paesi dell’unione. Il concerto dal titolo Händel e i suoi colleghi londinesi impagina musiche di J. E. Galliard, W. Babell, G. Sammartini, F. Geminiani e naturalmente Georg Friedrich Händel. Un programma senza dubbio ‘europeo’, che evidenzia non solo la mobilità dei personaggi dell’epoca, ma anche la circolazione, la diffusione e le contaminazioni degli stili in una Londra ormai divenuta uno delle maggiori capitali europee della musica. Händel, il Sassone, che una volta stabilitosi nella città ne polarizza la vita musicale; gli italiani Sammartini e Geminiani che portano le eredità strumentali del loro paese fin da Corelli; l’inglese Babell, forse allievo dello stesso Händel e infine il tedesco Galliard, entrambi attivi animatori della vita musicale londinese dell’epoca. Il concerto vedrà l’esibizione di due giovani e dotati solisti: Bojan Cicic al violino nel concerto di Geminiani e Jan Van Hoecke al flauto dolce nel concerto di Babel.
Martedì 19 luglio alle 21,30 nel Salone Raffaello si esibirà il gruppo Accademia Ottoboni (Manuel Granatiero, traversiere; Helena Zemanova, violino; Ayako Matsunaga, violino; Teresa Ceccato, viola; Marco Ceccato, violoncello) con il programma Be (Classic) or not to be (Classic) che mette a confronto le composizioni per flauto e quartetto d’archi di Mozart e Boccherini. Si tratta di opere scritte negli stessi anni che condividono lo stesso linguaggio solo apparentemente ma che a un ascolto attento e consapevole mostrano la distanza, non solo geografica, che li separa. L’Accademia Ottoboni è un gruppo fondato a Roma nel 2004 specializzato nel repertorio barocco e classico che si è affermato sia in campo concertistico sia in campo discografico, ricevendo diversi premi, tra cui due Diapason d’Or.
Si respirerà un’atmosfera del tutto diversa nel concerto che Evangelina Mascardi (chitarra barocca) e Lincoln Almada (arpa gesuita e percussioni) terranno mercoledì 20 luglio alle 21,30 nel Salone Raffaello. …un solo cammino… è il titolo del programma che comprende danze e improvvisazioni dalla Spagna all’America Latina. I due musicisti ci accompagneranno nell’esplorazione della musica tradizionale del Sudamerica mettendone in rilievo le numerose ascendenze europee risalenti ai secoli dei Conquistadores. Una musica in cui agli elementi autoctoni si fondono e si amalgamano numerosi altri motivi (ritmici e melodici) importati dai conquistatori spagnoli e portoghesi. Ne risultano melodie, armonie e ritmi originali e sorprendenti nei quali la Spagna e il Portogallo cinque-seicenteschi, l’Europa settecentesca, l’Africa degli schiavi, la cultura tradizionale dei Guaranì riversano ciascuno elementi musicali decisamente contrastanti: jácaras spagnole, suites, motivi popolari indios, zarambeques.
uca Guglielmi suonerà giovedì 21 luglio alle 19,00 nel Salone Raffaello, proponendo un recital di clavicembalo dal titolo Il labirinto armonico d’Arianna. È un confronto dialettico tra due compositori tedeschi: Johann Caspar Ferdinand Fischer e Johann Sebastian Bach. Nel celebre “Necrologio” di J. S. Bach, compilato da suo figlio Carl Philipp Emanuel Bach e da Johann Friedrich Agricola, il celebre clavicembalista Johann Caspar Ferdinand Fischer (Kapellmeister a Baden) è presentato come uno dei compositori “moderni” che più hanno influenzato la formazione dello stile di Bach, insieme ai più “antichi” Frescobaldi e Buxtehude. Di fatto, più che una semplice influenza, si tratta di un vero e proprio riutilizzo di temi, forme e modelli compositivi che Bach ha impiegato per la creazione dei suoi “monumenti musicali” più compiuti come il Clavicembalo ben temperato o le grandi Suites. Giovedì 21 luglio ore 21,30, nel Salone Raffaello, uno dei più grandi virtuosi di liuto oggi esistenti, Paul O’Dette, eseguirà un programma dedicato al periodo d’oro del repertorio per liuto con un programma ambientato nell’Inghilterra elisabettiana che include anche piacevoli ballate tradizionali. Una musica in cui si compenetrano intimamente tutti gli stati d’animo: dalla leggendaria melanconia propria di quest’epoca alla festosità brillante delle danze più trascinanti. Sarà l’arte insuperata di O’ Dette a guidare il pubblico in questo affascinante mondo evocativo di sentimenti contrastanti.
Abbonamento €50 studenti €70 intero
Info: www.fima-online.org Tel. 063210806
Prevendita: MARCHIONNIVIAGGI – Tel. 0722/328877 – Fax 0722/4153
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Consueta appendice ai Corsi è la ventunesima edizione dell’esposizione di strumenti antichi, Strumenti della musica antica, che si terrà il 23 e il 24 luglio presso la Scuola Pascoli. La mostra accoglierà per un week end liutai italiani e stranieri per offrire ai musicisti riuniti a Urbino un appuntamento con l’eccellenza della liuteria per gli strumenti medievali e barocchi. La manifestazione è aperta anche a case discografiche e a editori musicali e rappresenta un’occasione di incontro e confronto per un settore di alto artigianato apprezzato in tutto il mondo.
I CORSI DI SPECIALIZZAZIONE
La 48a edizione dei Corsi e del Festival di Musica Antica si propone anche questa volta come evento di riferimento internazionale nel campo della musica antica. Un successo auspicato grazie a un programma collaudato negli anni che si rinnova adattandosi alle nuove esigenze didattiche e organizzative, ma anche grazie al respiro internazionale che la caratterizza insieme all’indubbia qualità dell’offerta. L’offerta dei corsi di musica antica si è ampliata fino a comprendere corsi che fino a pochi anni fa erano considerati marginali, quali il cornetto (Bruce Dickey), il trombone (Charles Toet) e il fagotto barocchi (Elena Bianchi). Inoltre la proposta si mantiene quanto più esauriente possibile per i corsi più consueti come quelli di clavicembalo (due corsi con due big di questo strumento, Alessandrini e Baiano), di organo (Luca Guglielmi) e di basso continuo (Giovanni Togni). Con gli strumenti a pizzico, che quest’anno, oltre alla ormai tradizionale presenza di una delle star internazionali del liuto, Paul O’Dette, potranno contare su una novità assoluta: l’arpa storica, insegnata da una delle migliori arpiste presenti sulla scena internazionale, Maria Cleary. Di grande interesse sarà poi una delle innovazioni che si sperimenta da alcuni anni e che sta riscuotendo molto successo tra gli studenti, consistente nella programmazione di corsi di cinque giorni (strutturati in moduli cumulabili). Sono dedicati alla prassi esecutiva e alla musica da camera, due argomenti spesso trascurati nei corsi accademici e che trovano a Urbino una collocazione ideale, motivata anche dal desiderio di fare musica insieme tipico dell’ambiente cosmopolita che caratterizza il corso. Queste classi di musica da camera avranno inoltre un ruolo particolare nella programmazione delle Armonie al crepuscolo. Come è ormai consuetudine il lavoro svolto durante le masterclass principali si concretizzerà in altrettanti concerti: il 24 luglio l’Orchestra FIMA sarà diretta da Alfredo Bernardini; il 25 luglio l’ensemble LaReverdie produrrà i risultati del lavoro svolto dagli studenti di Musica medievale; martedi 26 luglio l’Ensemble FIMA diretto da Alessandro Quarta presenterà il terzo progetto realizzato da docenti e allievi durante il festival, dedicato a L’oratorio romano. Tutte le informazioni necessarie su programmi dettagliati, regolamento dei corsi, quote di iscrizione e prenotazione alloggi ad Urbino si trovano sul sito FIMA: www.fima-online.org
URBINO MUSICA GIOVANI
Urbino musica giovani (17 – 23 luglio) è un corso rivolto ai giovani musicisti e creato per offrire l’opportunità di approfondire il proprio strumento facendo musica insieme e suonando in orchestra accanto a ragazzi italiani e stranieri: tutti uniti dalla passione per la musica e dal desiderio di fare nuove amicizie. È aperto a studenti di ogni livello, anche principianti ed è articolato in lezioni individuali di strumento, musica d’insieme (per piccoli e grandi) orchestra (per piccoli e grandi), danza popolare (per i più piccoli). Il programma di studio sarà focalizzato sul repertorio che va dal rinascimento al periodo classico, con particolare attenzione al barocco. A complemento del corso, gli studenti più piccoli potranno partecipare ai corsi di danza popolare del Corso Internazionale di Musica Antica. Il 22 sera e il 23 mattina sono programmati due concerti finali, per piccoli gruppi e orchestra. Gli insegnanti sono: Ludovica Scoppola (flauto dolce e oboe), Alice Bisanti (flauto traverso), Giuseppe Crosta e Susanna Persichilli (violino), Alice Bisanti (viola), Sara Bennici (violoncello), Luciana Elizondo (viola da gamba).
VOXearlyMUS
Quest’anno la FIMA partecipa a VOXearlyMUS, un importante progetto europeo di collaborazione ERASMUS+ che viene finanziato dalla stessa EU per una durata di tre anni, da settembre 2015 ad agosto 2018. Il progetto intende portare avanti una cooperazione transnazionale nel campo della didattica della vocalità nella musica antica intesa come strumento per rinforzare la qualità dell’istruzione musicale superiore. Nasce dalla collaborazione tra cinque conservatori europei: National University of Music di Bucarest (Romania), Koninklijk Conservatorium de L’Aia (Olanda), “Joseph Haydn” Konservatorium di Eisenstadt (Austria), Conservatorio “Arrigo Boito” di Parma e il Conservatorio “Arrigo Pedrollo” di Vicenza. L’impegno prevede tre anni di attività e di corsi congiunti tra studenti e docenti del consorzio. La FIMA partecipa al progetto poiché il festival Urbino Musica Antica è stato individuato come uno dei più significativi a livello internazionale, in grado di offrire sia un banco di prova sia una conclusione professionale per il lavoro che sarà svolto durante il progetto: infatti l’edizione 2017 ospiterà un concerto degli studenti partecipanti. Inoltre durante l’intera durata del progetto la FIMA svolgerà, con i suoi esperti, il ruolo di supervisore del lavoro svolto, ma anche di consigliere specialmente su tutte le fasi che segnano il passaggio dallo stato di studente a quello di concertista professionista.
Il problema di Urbino è sempre stato un pudore e una modestia nel presentare le proprie attività, che talvolta mortificano anche iniziative di altissimo prestigio che si oppongono alla troppo facile esibizione, come si è vista per esempio sul Lago d’Iseo, di artisti contemporanei provocatori, che renderebbero vitali i luoghi. Va escluso che Palazzo Ducale di Urbino e qualunque spazio debbano essere in qualche modo subalterni o umiliati da iniziative di arte contemporanea che hanno i loro spazi predisposti. E’ facile, perché è il modo apparentemente più accattivante. Ma invece nulla è più straordinario della coerenza fra una spazio ecclesiastico, palatino, o di un grande palazzo, come Palazzo Ducale, e la musica dell’epoca.
Quindi, chi arriva a Urbino per il Festival di Musica Antica, dal 16 al 26 luglio, vive un privilegio assoluto di musica negli ambienti in cui quella musica è stata concepita ed è stata interpretata. Quindi, mi sembra che sia sommamente lodevole che questo festival che da 48 anni è proposto a Urbino, cresca nella consapevolezza collettiva, diventando il momento in cui si può trovare non una interpretazione in un auditorium, sia pure meravigliosa, ma un luogo che aumenta il senso della dimensione spirituale di quella interpretazione di musiche, che vanno da Caccini a Monteverdi, a Rigatti a Bach, a Händel a tutti i grandi compositori antichi, fino a Mozart e Boccherini, in situazioni di formidabile suggestione e atmosfera.
Per cui, credo che tra i compiti di un assessore alla Cultura ci sia anche quello di difendere il prestigio e l’origine controllata, come accade con i cibi. Qui si produce la musica più intensamente rappresentata di qualunque altra città italiana. Quindi, Urbino diventa Capitale Europea della Musica, attraverso il Festival Internazione di Musica Antica.
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