“O si cambia tutto o tutto rimane com’è”: Gostoli lancia la mobilitazione dem per il sì al referendum

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5 novembre 2016

PESARO – “Ognuno può fare la differenza per vincere il referendum e fare un’Italia nuova più efficiente, semplice e moderna. La sfida è questa: o si cambia tutto oppure tutto rimane com’è. Noi siamo impegnati per il Sì”

Con queste parole il segretario provinciale Pd Giovanni Gostoli ha aperto la conferenza stampa di questa mattina per lanciare la mobilitazione dei democratici nelle ultime settimane di campagna elettorale per il referendum costituzionale del 4 dicembre.

Insieme a lui l’organizzatore provinciale Pd Alessandro Mengarelli e la vicesegretaria, nonché sindaca di San Costanzo, Margherita Pedinelli. Inoltre hanno partecipato la segretaria Pd Pesaro Francesca Fraternali, il coordinatore di zona Pd Bassa Val Del Foglia Luca Del Moro, il tesoriere comunale Massimiliano Amadori, la responsabile provinciale formazione ClasseDem Jessica Belpassi, Stefano Bernini del Pd di Urbino e Gianluca Vichi dei Giovani Democratici.

La partita è aperta. Ci sono ancora tanti indecisi molti dei quali non conoscono la riforma. “Andate a  prendere un caffè o mangiare una pizza con gli amici e raccontate le ragioni del Si”, è l’invito di Gostoli. E’ questa la campagna elettorale dei comitati locali per il Si: più che grandi eventi, tanti piccoli incontri per parlare viso a viso con le persone.  A iniziare dal segretario provinciale Pd Gostoli che nei giorni scorsi ha lanciato sui social una proposta: “Io porto le caldarroste e il vino; tu mi ospiti a casa e inviti alcuni amici. E parliamo del Referendum Costituzionale. Chi ci sta? #BastaUnSi”, ha scritto su Facebook. “Con prodotti locali – ha assicurato oggi Gostoli – e mi sto organizzando anche per acquistare prodotti tipici delle comunità terremotate alle quali è rivolta tutta la nostra solidarietà”. Tanti gli apprezzamenti e diversi già gli inviti: si inizierà lunedì a Mombaroccio, poi Urbino.

Margherita Pedinelli si è soffermata sulle ragioni del Si aggiungendo: “La riforma costituzionale inciderà profondamente anche nella vita delle persone. Per noi sindaci e amministratori locali è fondamentale perché consente di avere un quadro istituzionale più efficiente. Chi conosce il testo non può che votare si. Noi racconteremo la riforma con serenità e dialogo, solo chi non ha argomenti insulta”.

A insulti e odio rispondiamo praticando gentilezza – aggiunge il numero uno di via Mastro Giorgio ricordando l’aggressione all’onorevole Alessia Morani e il tweet di cattivo gusto del deputato grillino Andrea Cecconi – Per questo domenica 13 novembre, giornata mondiale della gentilezza saremo nelle piazze con i volontari per distribuire volantini e opuscoli informativi. La gentilezza è un gesto di altruismo come vivere la politica per passione. Andiamo a vincere con il sorriso e il coraggio di chi vuole cambiare davvero l’Italia ”, dice Gostoli.

La campagna elettorale è iniziata da giorni – ha spiegato Alessandro Mengarelli – Sono state già fatte una ventina di iniziative e altre trenta sono in programma, ma il calendario è in aggiornamento e gli incontri si moltiplicano di giorno in giorno. Dove c’è un circolo del Pd è nato anche un comitato e giorno dopo giorno si costituiscono tanti altri di liberi cittadini, perché adesso il referendum appartiene agli italiani e non più ai partiti. Abbiamo aperto 60 comitati per il Si, più passa il tempo e più cresce un clima positivo. Oltre alle piazze e al casa per casa stiamo facendo anche una bella campagna sul web grazie ai nostri volontari digitali”. Gli appuntamenti sono consultabili sul sito www.pdpu.it.

Infine Gostoli sottolinea come a poco meno di un mese dal voto il dibattito sia “troppo politicizzato”. L’appello ai cittadini è quello di “stare sul merito” del quesito referendario. “Si può immaginare un Paese dove si valuta il merito della proposta senza avere un pregiudizio di colore politico? – ha chiesto Gostoli – In questi giorni ho incontrato tante persone, diversi che non sono elettori del Pd ma che voteranno si al referendum perché condividono quei cambiamenti attesi da trent’anni: superare il bicameralismo paritario, ridurre il numero dei parlamentari, abolire il Cnel, l’introduzione di referendum propositivi, obbligare il parlamento a discutere le iniziative di legge popolari”, spiega Gostoli che aggiunge:  “Si vota su questi contenuti, non è un voto sul Governo Renzi e tanto meno sui partiti: per quello ci sono le elezioni politiche”.

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