9 novembre 2016
Washington WizardsVerified account@WashWizards
Ero ad Atene, al seguito dell’Italia allenata da Valerio Bianchini che disputava gli Europei 1987…Ho paura che la commozione vinca sulla mia memoria. Preferisco affidarmi ad alcune frasi che leggo nel mio libro, “Dietro i canestri” che racconta trent’anni al seguito della Victoria Libertas.
Valerio Bianchini è impegnato con la Nazionale nei campionati europei di Atene 1987, quelli del trionfo della Grecia di Nikos Galis. Accomodati su un divano del Chandris, l’hotel delle squadre, proviamo a decifrare il futuro biancorosso in compagnia di Walter Magnifico. “Informati su Greg Ballard… credo che il suo nome sia nel taccuino di Valerio…”. Caspita, Greg Ballard, il campione con i Bullets di Washington… “Se hai la facoltà di potere contare sui lunghi della nazionale, puoi progettare certe scelte…”, annuisce Bianchini. La stagione risulta più difficile del previsto. Ballard ha classe, ma non domina. Petrović è una sicurezza, ma si smarrisce al cospetto di D’Antoni.
Di Greg avevo sentito parlare anni prima, quando Pesaro ingaggiò Joe Pace, gioia e sconforto della tifoseria. Aveva vinto il titolo Nba indossando la maglia numero 44 dei Bullets. Maglia numero 44. Con lui, fra gli altri, Greg Ballard, Larry Wright (poi campione italiano con il Banco di Rima allenato da Bianchini), Mitch Kupchak (general manager dei Lakers) e Wes Unseld.
Greg arriva a Pesaro e ci conquista per la sua classe ed eleganza, in campo e fuori. Non a caso fa parte della associazione dei giocatori Nba, mica è uno qualunque.
Ho un ottimo rapporto con Greg, coinvolto anche nelle vicende della città..
Alle partite degli Angels, il sabato nello stadio “Benelli”, assistono Greg Ballard e i figli. Da buoni americani amano questo sport.
Purtroppo, la sua stagione è difficile per un problema al ginocchio. Bianchini, che ha tagliato Petrovic sostituendolo con Cook, sostituisce anche Ballard (prima – per volere della società – con lo stesso campione croato). Al suo posto, e al posto di Aza, arriva Darren Daye.
Nonostante i guai al ginocchio, Greg Ballard non parte. Collabora con i tecnici, dispensa consigli preziosi a Daye, esprime fiducia: “Ho una bella sensazione, ma parliamone a fine gara…”.
La Scavolini vince lo scudetto. Greg è emozionato, in lacrime e non trova le parole per esprimere la sua gioia. Alla festa per il tricolore, il primo della storia di Pesaro, ospitata nella villa dei fratelli Scavolini, a San Donato, l’allegria è tanta. Greg festeggia con i compagni di squadra. I suoi consigli a Darren su come fermare Bob McAdoo (“Deve fare un passo indietro e sbilanciarlo quando Bob si appoggia sul suo petto per tirare”) sono perfetti. Facciamo una foto insieme: io e i tre americani.
Dunque, guardando Sky apprendo della partita di stanotte. Decido di registrarla e poi entro nel sito dei Wizards. Un loro messaggio su Twitter annuncia che Greg non c’è più. Sono sgomento.
So long, Greg, sempre nel mio cuore.
Tags: basket, campione, greg ballard, morte, pallacanestro, pesaro, Scavolini, vuelle, washington bullets, washington wizard
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